Umbria Mobilità, ultimatum sindacale

Annunciato lo ‘stato di agitazione’, preludio di nuovi scioperi

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Per adesso si parla di ‘stato di agitazione’, ma i sindacati di categoria dei lavoratori di Umbria Mobilità lanciano un messaggio chiaro all’azienda: o si tratta alla svelta, o si sciopera entro pochissimo tempo.

L’annuncio Le segreterie regionali dei sindacati di categoria parlano di «un preoccupante livello di improvvisazione, di mancanza di governo, di disinteresse nei confronti dei dipendenti e di una mancanza di programmazione/progettazione. In occasione dell’assemblea tenutasi lo scorso 30 settembre, è emerso con tutta la sua drammaticità il forte clima di preoccupazione e rabbia che serpeggia tra i dipendenti, i quali hanno dato alle segreterie regionali e alle Rappresentanze sindacali aziendali un mandato chiaro ed inequivocabile di avviare un percorso che, qualora non dovessero arrivare le risposte richieste, porti alla mobilitazione in tempi rapidi, attivando anche tutte le forme di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, considerato che l’azienda è proprietà pubblica, quindi patrimonio dei cittadini umbri».

I punti chiave A giudizio dei sindacati, i punti che dovranno costituire oggetto del confronto da avviare in tempi rapidi sono «chiarezza sulle responsabilità dei vari processi aziendali e sulla interlocuzione sindacale; chiarezza sulla situazione economico-finanziaria dell’azienda e sulle reali intenzioni della compagine societaria per il futuro; chiarezza sulla costituzione dell’Agenzia regionale trasporti e sulla possibilità di attribuzione delle sue funzioni a Umbria Tpl e Mobilità Spa; verifica urgente della pianta organica dell’infrastruttura ferroviaria; reintegro urgente del personale del Dco e ridefinizione di una turnazione adeguata alle prescrizioni di legge in materia di sicurezza e salute dei lavoratori, di orario di lavoro e di sicurezza della circolazione dei treni; presentazione di un piano di risanamento della linea ferroviaria; definizione della problematica inerente il riconoscimento dei titoli di viaggio ai dipendenti e familiari; ripristino di un sistema di incentivazione all’esodo non legato al libero arbitrio aziendale».

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