Umbria, nelle intensive il 61% dei pazienti è Covid

Cresce di altri 2 punti percentuali l’occupazione delle aree critiche da parte di pazienti positivi. Dato che pone l’Umbria prima in Italia

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Continua a crescere la percentuale di occupazione delle terapia intensive, in Umbria, da parte di pazienti positivi al Covid-19. Lunedì era arrivata al 59% e martedì 9 febbraio è salita fino al 61% (79 pazienti, il 15,4% degli ospedalizzati totali): oltre il doppio della soglia d’allarme stabilita a livello nazionale e pari al 30%. Un dato in controtendenza con quello italiano che nelle ultime 24 ore ha visto la media di occupazione delle intensive scendere al 24% (-1%). La stima di Agenas è che, al 15 febbraio, l’Umbria possa arrivare ad avere fra i 90 ed i 91 pazienti Covid nelle terapie intensive degli ospedali regionali. Cresce di un punto rispetto a lunedì anche la percentuale di occupazione di posti letto in aree ‘non critiche’ da parte di pazienti Covid: ora siamo al 55% (434 pazienti) contro un 31% nazionale. Sia per questo che per il primo dato (occupazione intensive), l’Umbria è al primo posto di una preoccupante classifica nazionale. Primato che riguarda anche i ricoveri in area non critica ogni 100 mila abitanti (49,3 contro 32,4 nazionale) e i ricoveri in intensiva ogni 100 mila abitanti (9 contro 3,6 nazionale).

SPECIALE COVID – UMBRIAON
MENO POSITIVI RISPETTO A NOVEMBRE, MA I RICOVERI SONO DI PIÙ

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