Università di Perugia: «Una lenta ripresa»

Rammarico e rabbia sono stati gli stati d’animo espressi dal rettore Franco Moriconi alla solenne cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico 2015-2016

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Si è svolta lunedì mattina, nell’aula magna dell’Università degli studi di Perugia, la solenne cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico 2015-2016. Il coro dell’Università, diretto dal maestro Salvatore Silivestro, ha aperto e concluso la cerimonia eseguendo, tra gli altri, l’inno d’’Italia e l’inno internazionale degli studenti. L’ inaugurazione è stata preceduta, nella chiesa dell’Università, dalla Santa messa presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e Città della Pieve.

SONY DSCIl rettore Franco Moriconi Rammarico e rabbia sono stati gli stati d’animo espressi dal rettore Franco Moriconi, «per il silenzio che ha circondato il progressivo calo degli studenti. Oggi, le conseguenze di una dissennata politica le pagano la nostra Istituzione e il territorio tutto». Questa situazione, secondo il rettore, «è una delle più gravi eredità lasciate dall’amministrazione precedente». Moriconi, però, ha parlato anche di numeri, sottolineando un’inversione di tendenza: «dopo il trend negativo del passato, dal 2013/2014 a oggi le immatricolazioni sono passate da 5.655 a 5.859, fino alle 6.063 di quest’anno».

Il Consiglio degli studenti «Negli ultimi anni si sono succedute politiche nazionali e locali che non sempre hanno considerato l’importanza centrale degli studenti universitari», è intervenuta Martina Domina, presidente del Consiglio degli studenti, «ma al contrario sono state di forte attacco e scontro frontale con essi, ritenendoli spesso come una mera figura in transito verso il mondo del lavoro». La presidente ha voluto rivolgere un invito chiaro e forte a tutte le componenti dell’Università degli studi di Perugia, ovvero quello di «rimettersi in prima fila nel panorama italiano, spendendosi affinché venga rivista l’importanza e la centralità del nostro Ateneo, che può e deve sicuramente migliorare la propria offerta, ma che di certo non ha niente di meno per storia, bellezza, cultura e risorse umane rispetto al resto degli Atenei di tutto il paese».

SONY DSCIl personale tecnico Secondo Adriano Ferranti, rappresentante del personale tecnico amministrativo bibliotecario dell’Università, «oggi l’università pubblica in Italia vive un momento storico di cambiamento e trasformazione. La diminuzione dei finanziamenti pubblici, il taglio dei fondi statali per borse e alloggi, un calo a livello nazionale del 20%, negli ultimi 10 anni, dei diplomati che scelgono di intraprendere il percorso universitario, chiamano gli atenei alla ricerca di un rinnovamento e di moderne strategie per continuare ad essere il motore della crescita economica, sociale e politica del paese».

Motivazione Risulta, quindi, «imprescindibile l’apporto e il ruolo del personale tecnico amministrativo, che sarebbe miope considerare semplicemente come un costo di funzionamento o una cornice all’attività di didattica e ricerca, ma che deve essere gestito e valorizzato come capitale umano con il suo bagaglio di competenze, necessario ed indispensabile per raggiungere nuovi traguardi». In questo contesto «ci rivolgiamo al rettore e alla governance d’Ateneo perché sappiano agire in controtendenza utilizzando gli strumenti necessari a restituire al personale motivazione, orgoglio e senso di appartenenza all’Istituzione in cui lavorano. Nessun miglioramento sarà possibile senza l’attenzione verso i lavoratori che devono essere consapevoli degli obiettivi, valorizzati e formati con le competenze necessarie allo sviluppo del sistema Università».

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