Vertice in Prefettura: «Togliete i cartelli»

Terni, il nuovo capo di gabinetto, Emanuele D’Amico ‘gela’ le Rsu della Provincia: quei simboli degli scioperi devono sparire dall’atrio

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Erano, come si dice in gergo e nonostante le preoccupazioni, ‘carichi’. L’incontro-lampo con il presidente della Provincia e la conferenza stampa in cui avevano appena denunciato – per l’ennesima volta – la grave situazione, loro e dell’ente a rischio-blocco. Proprio in quel momento è arrivata la ‘chiamata’: «Potreste raggiungere l’ufficio di gabinetto della prefettura? Il responsabile vorrebbe parlare con voi». I rappresentanti delle Rsu della Provincia di Terni, nel pieno di una giornata ‘campale’, si sono guardati negli occhi carichi di attesa: «Dai che è la volta buona, la nostra battaglia sta facendo breccia e questa sarà l’occasione per parlarne con i massimi vertici». Ma sono rimasti delusi.

Terni provincia sciopero manifestazione (14)Questione di bandiera Ricevuti dal nuovo capo di gabinetto dell’ufficio territoriale del Governo, Emanuele D’Amico, la comunicazione – cortese ma ferma – è stata più o meno questa: «Potreste cortesemente rimuovere dall’atrio di palazzo Bazzani le bandiere sindacali e anche i vostri cartelli?». Il motivo: sarebbero ‘contra legem’ – lì ci potrebbe stare solo la bandiera dell’Italia e, al massimo, quella dell’Europa – e comprometterebbero il decoro dell’edificio, bene culturale, con tutto ciò che ne consegue in ambito penale. Idem con i cartelloni, perché gli spazi deputati ad accogliere le comunicazioni sindacali, in base allo statuto dei lavoratori, sarebbero altre e diverse dall’atrio.

Basiti Lì per lì i cinque rappresentanti sono rimasti di sasso. Quelle bandiere e quei cartelli – che, per carità, non saranno belli ma rappresentano il disagio di decine di lavoratori e delle loro famiglie, e soprattutto sono legati ad uno stato di agitazione proclamato a livello nazionale – sono lì più o meno dall’inizio del 2015 e nessuno, dalla prefettura, si era mai attivato per rimuoverli. Il contropiede ha spiazzato le Rsu che speravano in tutt’altro tipo di comunicazioni. E la delusione mista allo sconcerto, come spesso capita in questi casi, è esplosa dopo, a mente fredda. Difficile immaginare che, al di là del cortese scambio, la questione sia finita lì. E c’è già chi la associa all’esigenza di dare un aspetto più ‘decoroso’ al palazzo del Governo, a pochi giorni dalla visita della commissione bicamerale sugli ecoreati. Quando i lavoratori della Provincia – e non solo loro, visto che i rumors parlano di pochi soggetti ammessi alle audizioni (le associazioni ambientaliste resterebbero fuori) – saranno comunque lì.

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