‘Impresa al centro’: firmato il protocollo

Terni, siglato l’accordo tra Regione Umbria e Italia Lavoro. Paparelli: «I centri per l’impiego devono fare meno psicologia e più intermediazione tra domanda e offerta»

Condividi questo articolo su

«I centri per l’impiego devono fare meno analisi psicologica e più intermediazione tra domanda e offerta». È questo il motto che con cui si è aperta la presentazione del nuovo protocollo, firmato mercoledì mattina, tra la Regione e Italia Lavoro spa. A illustrare il progetto ‘Impresa al centro’ c’erano il presidente della’Anpal Maurizio Del Conte, il vicepresidente della giunta regionale Fabio Paparelli, il vicesindaco Francesca Malafoglia e Giuseppe Flamini, presidente della Camera di Commercio.

Obiettivo del progetto Con la firma del protocollo si vuole incrementare l’intermediazione. L’obiettivo è sperimentare in Umbria un modello di scouting e di servizi alle imprese che, mediante una metodologia innovativa, possa accreditarsi come una buona prassi nazionale da estendere anche in altri territori.

paparelli-flamini-malafogliaIndustria 4.0 «Dobbiamo traghettare il sistema di produzione regionale verso l’industria 4.0», dice Paparelli. «Ma non dobbiamo considerare solo la tecnologia, non è sufficiente. Dobbiamo, infatti, traghettare le competenze e il sistema produttivo verso questo modello d’industria. Dobbiamo essere pronti non solo a mettere a disposizione le competenze, ma anche ad accompagnare le imprese verso le competenze di cui hanno bisogno».

Fasce deboli «E in questo progetto – continua l’assessore – rientrano soprattutto le fasce più deboli della popolazione, perché è ovvio che l’ingegnere con 6 lauree se lo trova da solo un lavoro. È un valore aggiunto. Questa nuova legge sul lavoro è stata pensata insieme a Confindustria e ai sindacati. Due sono i temi fondamentali che affronta: la formazione e l’accreditamento, in accordo con il decreto legislativo 150.  Dobbiamo smettere di finanziare la disoccupazione, investiamo sull’occupazione. È il momento di mettere direttamente la persona nel mercato del lavoro».

Cambio di modelli culturali Paparelli spiega che si avrà un vero e proprio cambio di modelli culturali. Infatti, i servizi pubblici e privati hanno un nuovo obiettivo: collocare e occupare. «Il giovane deve essere collocato sul mercato – dice il vicepresidente della giunta – per questo abbiamo creato questa rete tra Anpal, centro dell’impiego, soggetti pubblici e privati per formare e far trovare un lavoro».

‘Impresa al centro’ Flamini e Paparelli spiegano d’accordo che il titolo di questo nuovo progetto è significativo. Indica, infatti, che i soggetti, gli attori principali, sono proprio le aziende. «Come cambia il modello, cambia anche il modo di agire perché il lavoro si crea solo se c’è l’impresa. A fianco della domanda deve esserci l’offerta. Quindi dobbiamo formare i giovani, ma promuovere anche il ‘brain back’ , dobbiamo evitare che le aziende abbandonino il territorio, ma soprattutto – sottolineano – garantire il ricambio generazionale».

PAPARELLI E DEL CONTE SPIEGANO IL PROGETTO – IL VIDEO 

Mappatura delle competenze «Per la prima volta verrà fatta una mappatura delle competenze sul territorio; è una cosa che non ha mai fatto nessuno», dice Paparelli. «Inoltre dobbiamo riqualificare le competenze degli adulti che sono usciti dal mondo del lavoro. Tutto questo è un contesto positivo per le aziende che vogliono riqualificarsi. Il modello di questo progetto è lo stesso del progetto ‘Cresco’, grazie al quale sono state attivate 183 proposte progettuali che coinvolgono 237 aziende e comprendono 452 assunzioni».

Maurizio Del Conte

Maurizio Del Conte

Integrazione regione-nazione «Questo progetto – dice Del Conte – è un esempio di come il lavoro dell’agenzia nazionale del lavoro deve integrarsi con il lavoro della regione. Nel territorio locale nascono le idee e i progetti specifici adatti per quella zona, ma la sinergia è un valore aggiunto. Aiutiamo a conoscere la domanda e l’offerta non  solo nella dimensione quantitativa, ma soprattutto qualitativa incrociando i vari dati e questo può avvenire solo se esiste collaborazione. Si possono incrociare le banche dati dell’amministrazione, dell’Inps, del Miur, delle schede anagrafiche dei centri per l’impiego e si possono fare indagini predittive su campioni significativi. Una volta fatto tutto ciò possiamo restituire una sintesi e un’analisi di dettaglio del territorio. Quindi una task force che lavora in sinergia, una rete di soggetti che si occupa di politiche del lavoro. Diamo vita a questo modello di rete».

Assegno di ricollocazione Ma devono anche esserci risorse da investire per reinserire le persone nel mondo del lavoro e anche in questo è fondamentale la collaborazione tra nazione e regione.«L’agenzia nazionale deve fornire alla regione degli strumenti per favorire la riconversione, come, ad esempio, l’assegno di ricollocazione. La regione garantisce la formazione e il lavoratore diventa appetibile. C’è complementarità nell’azione regionale e nazionale».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli