Tecnico ‘contaminato’: ennesima beffa

Terni, galleria Tescino: i legali dei tre imputati chiedono e ottengono un nuovo rinvio per un ‘errore materiale’. Prescrizione a un passo

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Ormai la prescrizione non è più solo quell’eventualità che Alessandro Ridolfi, il tecnico 44enne toscano che nel marzo del 2009 è rimasto contaminato durante i lavori di costruzione della galleria Tescino, ha sperato a lungo di scongiurare. L’ennesimo rinvio disposto dal tribunale di Terni giovedì pomeriggio, nell’ambito del procedimento che vede imputate tre persone per lesioni colpose, sancisce di fatto la fine del processo. La prossima udienza si terrà l’8 settembre ma è praticamente impossibile che il tutto possa concludersi entro la metà dello stesso mese, quando la prescrizione sarà ormai un dato di fatto.

ALESSANDRO RIDOLFI: «LA MIA VITA DISTRUTTA»

Rinvio E l’udienza di giovedì – di fronte al giudice Barbara Di Giovannantonio c’erano il pm Elisabetta Massini, l’avvocato Roberto Alboni per conto di Alessandro Ridolfi e il legali difensori degli imputati – è destinata comunque a lasciare degli strascichi. Il rinvio è stato disposto, su richiesta delle difese, per un ‘errore materiale’ negli atti dell’udienza preliminare. Un’eccezione formale ma che i legali hanno rimarcato abilmente e che il giudice ha inevitabilmente accolto. Un passaggio mal digerito sia dal pubblico ministero che dalla parte civile e non è escluso che la questione possa finire al vaglio dell’ordine degli avvocati, con tanto di acquisizione delle registrazioni dell’udienza preliminare.

Viaggio a vuoto Contrariati anche i testimoni dell’accusa citati: fra loro anche operai colleghi di Ridolfi, provenienti dalla Calabria e dalla Basilicata, che si sono dovuti sobbarcare l’ennesimo viaggio a vuoto. La questione procede comunque in ambito civile dove il tecnico toscano, che ancora oggi sconta pesanti problemi di salute, conta di far valere le proprie ragioni.

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