Terni, ‘Acciaio sporco’ sfiora i sindacati

Sono almeno tre i delegati sindacali ed ‘ex’ coinvolti nell’indagine che ha smascherato una maxi-truffa ai danni di ThyssenKrupp Ast

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Acciaio Sporco, indagine Forestale Terni - 23 giugno 2016 (5)A meno di 24 ore dagli interrogatori previsti per mercoledì pomeriggio di fronte al gip Maurizio Santoloci, c’è attesa di capire se – ma qualcuno, è sicuro, parlerà – ed eventualmente cosa diranno le otto persone arrestate dalla Forestale nell’ambito dell’indagine ‘Acciaio sporco’ che ha portato alla luce una truffa milionaria ai danni della ThyssenKrupp Ast, concentrata sulle attività del parco rottami dello stabilimento di viale Brin. Gli otto, a cui il gip ha applicato la misura dei domiciliari su richiesta del pm Elisabetta Massini, sfileranno uno ad uno in tribunale. Spetterà poi al giudice decidere se revocare, sostituire o confermare gli arresti.

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Altri indagati La tensione, palpabile in questi giorni in azienda, è legata anche al coinvolgimento di alcune figure ‘sindacali’. Alla notizia che fra gli indagati a piede libero figurano delegati sindacali ed ‘ex’ – fra questi l’ex dipendente Ast Luciano Petrelli (Fiom) e il classificatore Gianni Peruzzi (fino a due anni fa responsabile lavoratori per la sicurezza proposto dalla Fim e avallato da tutte le altre sigle sindacali) – si aggiunge ora quella che vuole coinvolto in ‘Acciaio sporco’ anche il responsabile controllo fattori produttivi del sito ternano, Massimiliano Panico, delegato per gli impiegati della Fim-Cisl. E proprio martedì mattina quest’ultimo avrebbe dovuto partecipare ad un incontro fissato dalla Rsu, su temi diversi dall’indagine esplosa in questi giorni. Un incontro a cui Panico era però assente e che, anche per questo, è stato rinviato ai prossimi giorni.

ACCIAIO SPORCO: IL VIDEO DELLE INTERCETTAZIONI

Mazzetta nel pacchetto di sigarette

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Il ruolo Per gli inquirenti, il responsabile controllo fattori produttivi, un ruolo ‘nevralgico’ nel contesto aziendale, sarebbe stato avvicinato da due degli arrestati – ovvero Marco Cattaneo (Metal Group Spa) e Stefano Arnoldi (Metal Inox Centro) – nel novembre del 2015, ovvero dopo l’uscita dall’azienda dell’allora dirigente dell’ente gestione materie prime, Massimo Proietti Cerquoni, per ‘rinsaldare’ il sistema che nel tempo aveva fruttato al gruppo – e ad alcuni classificatori – diverse migliaia di euro. Un contatto che, secondo la procura, si realizza durante una cena organizzata ad-hoc: «Subito dopo l’uscita di Proietti Cerquoni da Ast – scrive il pm – il gruppo ha avvicinato Panico per cercare un nuovo ‘collaboratore’ all’interno dell’importante ufficio (ente gestione materie prime, ndR). Anche il Panico, pertanto, in piena consapevolezza e volontà inizia ad informare il gruppo, fornendo notizie e particolari utili all’organizzazione».

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Indagine Che il lavoro degli inquirenti non sia finito, è un aspetto evidente sia dal punto di vista formale che sostanziale. Perché l’intenzione, a partire dalle testimonianze, è capire quanti altri erano a conoscenza del ‘meccanismo’ che da tempo funzionava in azienda e che ha prodotto danni per milioni di euro alla ThyssenKrupp Ast. Il tutto sfruttando connivenze, silenzi e qualche occhio che si sarebbe ‘chiuso’ al momento giusto. Spetterà alla procura fare luce su tutto ciò, nel contesto di un’indagine che potrebbe presto allargarsi anche ad altri.

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