D’Acunzo ‘molla’ FI: «Pesano le amicizie»

Terni, dura replica della capogruppo azzurra Dominici alla consigliera transitata nel gruppo misto: «Comportamento da condannare»

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Dopo il bailamme legato all’incandidabilità di Raffaello Federighi – riscontrata dopo l’avvenuta elezione -, dopo la fuoriuscita polemica dal gruppo ‘azzurro’ di Federico Brizi, arriva una nuova grana per Forza Italia a Terni. Valeria D’Acunzo, la tricologa che aveva sostituito proprio Federighi nell’assemblea comunale, lascia il gruppo di FI (partito al quale non è comunque iscritta, va precisato) per approdare a quello ‘misto’ insieme allo stesso Brizi. Gruppo che inizia ad assumere una consistenza interessante sul piano politico e che potrebbe vedere presto altre ‘new entry’. Se ciò avvenisse, l’amministrazione Latini si troverebbe di fronte alla necessità di fare i conti con una nuova ‘entità’ in consiglio e con la quasi-scomparsa di Forza Italia che ha sì due assessori in giunta (Sonia Bertocco e Stefano Fatale) ma che può contare soltanto su due consiglieri comunali: la capogruppo Lucia Dominici e Francesco Ferranti, quest’ultimo presidente dell’assemblea. Con le scadenze del bilancio all’orizzonte si capirà presto che aria tira per l’amministrazione.

La spiegazione

«In data odierna (giovedì, ndR) – spiega Valeria D’Acunzo – ho consegnato le mie dimissioni dal gruppo di Forza Italia. La mia uscita è una scelta personale, avendo ricevuto nella giornata di martedì 2 ottobre un ricorso al Tar da parte del dottor Federighi (assistito dall’avvocato Massimo Proietti, ndR), rispetto alla sua decadenza da consigliere comunale. Affinché io possa tutelare nelle sedi opportune la mia persona e il ruolo affidatomi dai cittadini quantomeno fino al giorno del pronunciamento della sentenza definitiva, non intendo partecipare al gruppo del partito nel quale sono state eletta. Dalla data odierna aderirò al gruppo misto».

Che c’entra il ricorso?

Giova ricordare che il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale dell’Umbria da parte di Federighi – che punta evidentemente a rientrare in consiglio comunale – coinvolge sì la D’Acunzo (controinteressata), ma è in primis contro il provvedimento che ha portato alla decadenza dello stesso Federighi che, condannato in via definitiva a due anni di reclusione, non poteva essere candidato in base alla legge Severino. E il passaggio al gruppo misto – scelta rispettata e rispettabile – appare così una giustificazione un po’ tenue rispetto alla vicenda nel suo insieme, caratterizzata soprattutto da implicazioni di carattere politico.

Lucia Dominici (al centro)

«Il peso delle amicizie»

È dura la replica della capogruppo azzurra Lucia Dominici: «Se le motivazioni fornite dal consigliere Brizi potevano sembrare assai pretestuose, essendo stato per anni uno dei principali referenti di Forza Italia qui a Terni – afferma la Dominici -, quelle adoperate dalla neo consigliera Valeria D’Acunzo, per giustificare il proprio passaggio al gruppo misto, lasciano se non altro basiti, davvero: senza parole. Questioni personali, se così vogliamo chiamarle, che prevalgono sulle argomentazioni di natura politica e che avrebbero dovuto legittimare eventuali e, moralmente molto più corrette, dimissioni da consigliere comunale. Infatti, se da un lato è pieno diritto di un consigliere aderire al gruppo misto, dall’altro è obbligo di ogni eletto render conto del suo operato alla propria base elettorale. Il rammarico è che nel nostro caso tutto questo non è avvenuto in quanto gli elettori ternani di Forza Italia hanno visto la propria fiducia calpestata dalla D’Acunzo la quale, senza essersi ancora mai seduta in consiglio comunale, ha deciso di abbandonare un progetto politico supportato fino a pochi giorni prima. Chiunque abbia a cuore la nostra città – conclude la capogruppo – non può che condannare un simile comportamento, dove probabili interessi personali, amicizie e tentativi di rivincita hanno la meglio sulla politica vera e disinteressata. Rivendichiamo tutti i voti ottenuti da Forza Italia ed il suo ruolo di secondo partito della maggioranza, grazie al grande lavoro operato dai candidati di lista e da tutti coloro che ogni giorno sostengono gratuitamente, con passione e ampio dispendio di energie, la causa di FI».

«Scelte di convenienza»

La coordinatrice del partito in Umbria, Catia Polidori, si dice «del tutto stupita, basìta dalla decisione assunta dalla D’Acunzo. Lasciare la maggioranza per transitare nel gruppo misto, da neo eletta e senza che possa essere accaduto qualcosa di particolare, è incomprensibile. Forse con il passare dei giorni avremo il quadro più chiaro per quel che riguarda le motivazioni. Ad oggi c’è solo stupore». Lapidario il commento di Stefano Fatale che, oltre ad essere assessore nella giunta Latini, è coordinatore di Forza Italia a Terni: «Si tratta di scelte personali (in riferimento alle due ‘fuoriuscite’, ndR) personali e di convenienza. Forza Italia rivendica i suoi voti che permettono di governare la città, oltre le preferenze, in alcuni casi modeste, ottenute dai singoli candidati». Parole a cui si aggiungono quelle di Francesco Ferranti: «Ritengo che il peso di Forza Italia sia quello decretato dai cittadini il 10 giugno. Stiamo assistendo a comportamenti personali che saranno i cittadini a giudicare. Personalmente sono interessato a far funzionare al meglio l’assemblea municipale, cosa che sta avvenendo. Continuo ad esprime un giudizio molto positivo sul sindaco, sulla giunta e sull’attività del consiglio. Marginalizzerei questi comportamenti personali a una scarsa rilevanza». Nell’amministrazione c’è poi chi ‘spara’ un «non ci faremo ricattare» che è tutto un programma.

La nota ufficiale di Forza Italia

Dalle tre segreterie – comunale, provinciale e regionale – del partito, arriva una nota che fissa il pensiero dei vertici locali ‘azzurri’: «La fuoriuscita del consigliere Brizi e della consigliera D’Acunzo dal gruppo – si legge – ci offre l’opportunità di una riflessione importante. Chi è entrato nell’aula consiliare con i voti dati alla lista di Forza Italia e cambia immotivatamente gruppo, ‘tradisce’ innanzitutto gli elettori del simbolo di cui si è stati eletti. Sebbene non vi sia vincolo di mandato, c’è un vincolo ben più importante: quello con il proprio ‘onore’ e la propria ‘coscienza’ che si è impegnata candidandosi in una lista a rispettare il patto con gli elettori. Ma certi presupposti e valori non esistono in chi, ovviamente a questo punto, ha voluto utilizzare Forza italia solo come mezzo per arrivare a ricoprire uno scranno che difficilmente sarebbe stato alla loro portata. Ad ogni modo, nonostante tutto, l’attività del gruppo e dei nostri assessori procederà in modo ancora più vitale ed efficace in quanto siamo interessati a non gettare al vento la grande opportunità e responsabilità affidataci dai cittadini ternani. Detto ciò – conclude il partito – non intendiamo perdere altro tempo con chi, in modo del tutto immotivato e pretestuoso, ha attuato siffatti comportamenti ad appena consiliatura iniziata, definibili solo con una parola non certo elegante. Siamo altresì completamente disinteressati da giochini di potere o rincorse a incarichi di chi personalizza il ruolo di pubblico amministratore».

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