Ast, appalti Imec: «Carenze gravi»

Terni, la Rsu: «Le altre aziende fanno contratti a tre mesi ai lavoratori che passano con loro»

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Una proroga o, meglio, qualche proroga – negli appalti che Ast sta sfilando da sotto il naso a diverse aziende ternane – si farà pure. Un mesetto, si dice, tanto per dare il tempo ai reparti di riorganizzarsi ed evitare di andare in affanno. Ma intanto il grosso dei tagli procede.

Gli appalti Con la decisione di Ast di non rinnovare alcuni appalti e di trasferirli a Ternirisorse, ConsImec ha rimediato una botta tremenda e i lavoratori sono finiti nel tritacarne. Tanto che adesso i sindacalisti di base hanno deciso di uscire allo scoperto, con una nota particolarmente dura.

L’attacco La Rsu della Imec considera «incomprensibile ed inaccettabile la logica del massimo ribasso, che ha portato a spostare un appalto dal consorzio che da più di 20 anni lo svolgeva, riconosciuto come partner affidabile, sempre nel rispetto dei contratti e delle leggi, contribuendo alla efficientazione degli impianti con investimenti, risorse (anche umane), formazione e certificazioni di alto livello, documentati nella valutazione tecnica che la committente avrebbe dovuto esaminare nell’assegnazione della gara».

I contratti L’assegnazione ad un altro consorzio, «fatto di imprese per lo più artigiane – dice la Rsu di Imec – che si comportano in maniera ambigua rispetto a quello che sono le corrette relazioni con i lavoratori, è per noi dannoso: a coloro che sono passati o passeranno nell’altro consorzio vengono proposti contratti di tre mesi con una sostanziale perdita di salario e diritti attraverso il cambio di contratto di lavoro».

Colpa di Ast… I rappresentanti dei lavoratori dicono poi di voler «rimarcare e denunciare le gravi carenze della committente Ast che ha deciso di percorrere la ‘sua strada’, infrangendo le regole che la stessa ha siglato il 3 dicembre 2014 al Mise, in primis procedendo in totale assenza di comunicazione preventiva alla Rsu di fabbrica sul cambio di appalto».

…ma non solo Grave, poi, a giudizio della Rsu di Imec, «risulta il mancato incontro con le associazioni di categoria per i criteri di ricollocazione parziale o totale degli 80 lavoratori precedentemente impegnati nelle manutenzioni. L’accordo prevedeva l’attuazione di protocolli al fine di garantire la continuità occupazionale e il reimpiego dei lavoratori Assordante è il totale silenzio da parte di tutti coloro che hanno sottoscritto l’accordo al MISE – Comune, Regione, Associazioni datoriali – che non hanno nemmeno in alcuni casi nemmeno risposto alle richieste ricevute dalle organizzazioni sindacali. Nello specifico denunciamo che le istituzioni non hanno in alcun modo messo in essere regole per accedere agli strumenti anche finanziari previsti nell’accordo. Il risultato di questa situazione è che 80 lavoratori sono già a spasso e si sentono presi in giro non solo da Ast, ma dal silenzio nel quale questo avvicendamento si sta consumando».

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