Biodigestore a Foligno: «Scelta indifendibile»

Sauro Presenzini (Wwf): «Non fare esperimenti sulla popolazione ignara, trattandoli come cavie umane»

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Sauro Presenzini

Sauro Presenzini

di Sauro Presenzini
Presidente del Wwf di Perugia

Dopo le assemblee pubbliche organizzate dal WWF e dai comitati spontanei, dopo le audizioni effettuate in Comune, ove sono stati ascoltati: Sindaco, ATI 3, Vus, associazioni ambientaliste e comitati, dopo le evidenti difficoltà della politica con tardiva ammissione di errori comunicativi da parte dello stesso Sindaco e soprattutto, dopo le inutili riunioni informative riparatorie ecco che finalmente si riesce a scorgere la verità e le criticità finora sottaciute.

Un dettagliatissimo e rigorosamente documentato dossier, è stato redatto dal gruppo di studio del WWF e spedito ai Sindaci e consiglieri dei 22 Comuni dell’ATI 3, nonché al Consiglio Regionale e ai consiglieri regionali dell’Umbria.

IL DOSSIER COMPLETO

Di seguito se ne riportano in pillole soltanto le parti maggiormente critiche:

Il finanziamento europeo di Euro 3.123.000 destinato al riammodernamento dell’attuale impianto di Casone, per la produzione di compost di qualità, serviva anche a chiudere il ciclo dei rifiuti localmente (per il bacino dell’ATI 3) eliminando tra l’altro sia i problemi odorigeni che i limiti impiantistici;

Il ciclo dei rifiuti si sarebbe concluso e chiuso in loco senza necessità futura, di conferire immondizia in discarica e senza incenerire rifiuti, producendo un compost di qualità (in maniera aerobica) richiestissimo dal mercato, ed evitando, aspetto non certamente secondario, di utilizzare la chimica di sintesi in agricoltura per fertilizzare le nostre produzioni agricole di qualità, olio, vino, ortaggi ecc. La chiusura del ciclo dei rifiuti è attualmente presente il loco, ed anche finanziata;

L’impianto di biodigestione progettato, ha una capacità di trattamento dei rifiuti quasi tripla rispetto alle necessità locali, ovvero ha una capacità di lavorazione pari a 53.500 ton./anno rispetto all’attuale raccolta che si attesta a circa 16-17.000 ton./anno. La ditta che gestirà l’impianto, totalmente autonoma anche dal punto di vista commerciale, potrà reperire (come ovvio che sia, essendo una Spa) i rifiuti sul libero mercato al miglior prezzo di conferimento.

I rifiuti nell’immediato, potrebbero arrivare da Toscana e Marche, Regioni già indicate come “candidate” da Asja Spa. Tenuto conto dell’emergenza ormai trentennale dei rifiuti in Italia, se ad esempio la Campania o la Calabria pagassero per il conferimento nell’impianto di Casone un prezzo maggiore, …voi cosa pensate, da dove arriveranno i rifiuti a Foligno?

Un traffico di rifiuti incontrollabile, Foligno trasformata nella pattumiera dell’Italia centrale (se va bene), migliaia di camion in entrata e in uscita da questo impianto, strade sbriciolate anzitempo, rischio incidenti, inquinamento atmosferico alle stelle e qualità dell’aria ulteriormente compromessa con conseguente maggior frequenza di allarmi delle centraline e blocco del traffico cittadino;

L’indagine GE.SE.NU. sui rifiuti, le interdittive antimafia del Prefetto hanno dimostrato che per decenni si trafficava illecitamente sui rifiuti, senza che nessuno vedesse o sapesse.

Senza che nessuno abbia controllato o sospettato, senza che la politica sia intervenuta per risolvere il nodo cruciale della lucrosa ed opaca vicenda rifiuti,…ancor oggi, in tema di rifiuti il controllore controlla se stesso!!!

Deprezzamento dei terreni e degli edificati circostanti, chi investirebbe mai nei pressi di un “mostro impiantistico” classificato dalla Legge come Industria Insalubre di I° Classe?

Deprezzamento e/o compromissione dell’immagine delle attività agrituristiche e produzioni agricole di pregio Olio di Trevi, Sagrantino di Montefalco, ecc.

Attualmente il biometano prodotto dalla Frazione Organica Umida dei rifiuti, non ha possibilità di essere immesso in rete a causa di un vuoto normativo perdurante ormai da anni, ovvero l’assenza di una legge e di un disciplinare per il suo utilizzo. Altre migliaia di camion si aggiungeranno a quelli dei rifiuti per il trasporto su carri bombolai, per la vendita di gas per autotrazione, ed altri ancora per il trasporto di compost che stranamente (e ci sarebbe da domandarsi perché) verrà regalato agli agricoltori.

Voi avete mai visto una Società per Azioni che, si trasforma in un Opera Pia e regala in quantità industriale, un fertilizzante, che ha un valore di mercato? Ma questo ci sarà spiegato dalle analisi merceologiche alla fine del processo industriale, …come mai già lo prevedono in anticipo? Forse perchè la qualità del compost non ne consentirà la commercializzazione??? Dunque per evitare che torni di nuovo rifiuto da rigettare in discarica, …con i relativi costi (e diminuzione degli utili) si preferisce regalarlo??? Non lo sappiamo, ma vedremo!!!

Perché ad una Ditta privata di autospurgo che trasporta liquami, quando scarica nel depuratore comunale, viene praticato un prezzo di mercato minimo di 34 euro a metro cubo, mentre alla Ditta Asja che gestirà l’impianto, viene riservato e concesso un prezzo di favore, ovvero di scaricare nel depuratore a 15 euro a metro cubo? Non è forse una scorrettezza commerciale e una disparità di trattamento tra privati?

Perché in una prevista compensazione ambientale a favore del Comune e quindi della collettività, la cifra che poteva essere individuata da 1 a 3 euro a tonnellata conferita, è stata immotivatamente stabilità la cifra minima di compensazione, di 1 euro?

Perché La Vus e Ati 3, concedono ad Asja Spa, tutti i diritti di superficie, comprese le servitù, il canone d’affitto, ivi comprese le opere tecnologiche di reti gas, elettrodotti, impianti esistenti ecc. per un’area industriale di oltre 3 ettari, ad un canone annuale ridicolo/irrisorio di 37.500 euro annuo, pari a 3.125 euro al mese, … che è il prezzo d’affitto medio di un esercizio commerciale, un bar o negozio al centro di Foligno?

Perché il Direttore di ATI 3, Avv. Fausto Galilei è allo stesso tempo il firmatario della convenzione/contratto pubblico con Asja Spa, ed è allo stesso tempo il collaudatore individuato da ATI 3 per il collaudo dell’impianto di Asja, pagato dalla stessa Asja Spa? Come si pone, questo apparente conflitto d’interessi, alla luce del codice deontologico dei dipendenti/dirigenti di ATI 3, che prevede la decadenza in caso simili? Sarà l’A.N.A.C. (Autorità Nazionale Anti Corruzione) a dirimere la vicenda da noi sottoposta per un suo pronunciamento.

Perché dopo 25 anni d’esercizio dell’attuale impianto di Casone, tra 20 anni (finiti gli incentivi statali per la produzione di biometano) e quindi dopo 45 anni d’attività, Asja Spa dichiara che detto opificio tornerà nella disponibilità e sarà restituito senza alcun onere, vincolo o compensazione, alla parte pubbica senza che essa si sia opportunamente cautelata? Tradotto, questo impianto tra 45 anni sarà da demolire, con enormi costi a carico della collettività per la sua bonifica e smaltimento, rimangiandosi ben oltre le percentuali percepite dalla produzione di metano, attualmente riconosciute al Comune. QUESTA E’ UNA VERA POLPETTA AVVELENATA, una ”cambiale” che sarà posta all’incasso e presentata al pagamento ai cittadini tra vent’anni. Ecco perché allegramente, si fanno ora scelte politiche miopi e interessate solo al tornaconto elettorale e di consenso, immediati!!!

La politica in sostanza, ha quindi deciso di regalare 3.123.000 di Euro al privato, affinchè possa realizzare il suo impianto privato, utilizzando oltre al suo capitale, anche il contributo pubblico, per la realizzazione di una parte impiantistica funzionale alla produzione di biometano, abbandonando per sempre quindi, la possibilità di produrre compost di qualità a Foligno in maniera aerobica.

Anche se non sono dettagli, forse sono però la parte minore delle problematiche di cui sopra, ma sono comunque sempre presenti anche i rischi derivanti da: possibili incendi, probabili esplosioni, ipotetici sversamenti e inquinamenti sempre statisticamente possibili da parte di questi impianti pericolosi, oltre ai rischi biologici e sanitari.

Rischi controversi e dibattuti, per i quali ogni parte in causa tende a sminuire o a ingigantire la presenza e la pericolosità, in funzione degli interessi in gioco. Forse sarebbe semplicemente opportuno non fare esperimenti sulla popolazione ignara, trattandoli come cavie umane, facendo prevalere in caso d’incertezza, (come in questo caso) il principio di cautela e precauzione.

Il WWF, annuncia un duplice ricorso al TAR Umbria. La guerra non è persa, la battaglia è appena iniziata.

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