Perugia, caso Gesenu: «Barelli sapeva»

Nel processo del 2006 contro l’azienda, l’attuale vice sindaco difendeva i cittadini, ottenne un risarcimento «e la sua parcella fu pagata dall’azienda»

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di L.P.

Anni e anni di ricorsi al Tar, al consiglio di Stato, di denunce e segnalazioni agli organi di controllo. Oggi, per la prima volta, i cittadini che abitano intorno alla discarica di Pietramelina hanno di nuovo una speranza, quella di veder finalmente ‘tombata’ per sempre la discarica in cui, per anni, secondo la magistratura, sono stati smaltiti illecitamente rifiuti e dove ci sono stati sversamenti pericolosi per l’ambiente e la salute umana. Per questo i vari comitati che, negli anni, hanno protestato e fatto appelli alla politica affinché si facesse luce su quanto stava avvenendo intorno alla discarica, hanno deciso di costituirsi parte civile nel processo che vede indagato, nuovamente, l’ormai ex direttore tecnico di Gesenu Giuseppe Sassaroli, assieme ad altri 13 tra dirigenti e funzionari.

comitato-inceneritori-zero

Il comitato Inceneritori Zero

Il comitato Un’area abbastanza vasta, quella dove insiste la discarica creata, in tre diverse fasi, a partire dal 1983. «Da trent’anni il comitato chiede chiarezza sui rifiuti che sono stati smaltiti negli impianti – ha spiegato Walter Marri presidente del comitato Inceneritori Zero nell’ambito di una conferenza stampa dedicata all’argomento – perché più di trecento persone vivono e lavorano nei dintorni e in questi anni sono stati costretti a vivere con un pericolo incombente sopra la propria testa».

L’indagine attuale Sarà quindi l’avvocato Corrado Carafoglia, legale dell’Unione nazionale consumatori, a curare tutti gli aspetti legali della costituzione di parte civile del comitato. «Le indagini attuali – ha spiegato il legale – rappresentano la cronaca di una morte annunciata. Sono anni che si producono documenti, fotografie, atti e denunce e la discarica è sempre lì. Oggi abbiamo trovato un magistrato estremamente competente e coraggioso che, anche grazie al lavoro portato avanti negli anni dal comitato ha approfondito e sta approfondendo vari filoni di indagine». Ma non si parla più e solo di sversamenti di liquami e inquinamento, «ma di qualcosa di più grosso che coinvolge l’intera regione».

Il torrente Mussino in una foto di 11 anni fa

Il torrente Mussino in una foto di 11 anni fa

Responsabilità Mentre a livello politico, infatti, le responsabilità di chi doveva controllare e, forse, non l’ha fatto, si rimpallano di istituzione in istituzione, con il sindaco Romizi che, per la prima volta, timidamente, lancia l’idea di una riorganizzazione in seno a Gesenu e coi sindaci del Trasimeno che tentano di prendere le distanze dall’azienda, a puntare il dito contro l’attuale assessore all’ambiente, il vicesindaco Urbano Barelli, è proprio il comitato di Pietramelina che con lui ha avuto a che fare negli anni precedenti. «Quando era dall’altra parte – spiega ancora l’avvocato Carafoglia – Barelli era il legale del Comitato Inceneritori Zero. Fu proprio lui a rappresentare i cittadini, costituitesi parte civile in due diversi procedimenti contro alcuni dirigenti Gesenu, tra cui lo stesso Sassaroli, che, seppur prescritti da un punto di vista penale, videro la condanna a un risarcimento di 75 mila euro. La parcella dell’avvocato Barelli fu pagata dalla stessa Gesenu che aveva perso il ricorso».

L’INTERVISTA ALL’AVVOCATO CARAFOGLIA – IL VIDEO

Pietramelina «Come poteva, dunque, l’attuale assessore non sapere cosa succedeva a Pietramelina se rappresentava i cittadini contro l’azienda e ha fatto ottenere il riconoscimento di un risarcimento? Pensavamo fosse dalla nostra parte eppure, quando abbiamo scritto una lettera a Barelli per chiedere di chiudere, una volta per tutte, la discarica di Pietramelina, non ci ha mai risposto». Oltre al risarcimento di quel danno il comitato conferma la costituzione di parte civile anche in questo processo. Pronti a veder riconosciuti i danni all’ambiente e alla salute ci sono più di trecento persone oltre a una quindicina di aziende agricole e agrituristiche che, dopo aver pagato per anni le tasse, hanno subito anche un danno economico. «Chi comprerebbe mai una casa qui, adesso? – si chiedono i cittadini – e come pensiamo di poter invogliare i turisti stranieri se dietro all’agriturismo c’è una discarica che per anni ha riempito di puzza tutta la vallata?».

Risarcimento danni Quello che lamentano i cittadini è un danno il cui risarcimento sarà valutato da un team di esperti capitanati dal bio architetto Anna Rita Guarducci. Un danno che non si vede e non si percepisce, nell’immediatezza, e i cui effetti più gravi saranno visibili solo in futuro. «La cosa più grave – ha concluso Carafoglia – è che questi danni sono stati perpetrati da una discarica gestita anche dalla parte pubblica. Dove sono stati, in questi anni, Comune, Provincia e Regione?».

 

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