25 aprile, l’Umbria ricorda la Liberazione

A Terni, Perugia, Todi, Assisi e Norcia le celebrazioni di una delle date fondamentali nella storia

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«Il 25 aprile ha dentro di se molti valori profondi, quelli che hanno plasmato in maniera forte i caratteri della Repubblica italiana». Così la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, martedì mattina nella sala consiliare del comune di Terni, nel corso della cerimonia di celebrazione per l’anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo.

LE CELEBRAZIONI A TERNI – IL VIDEO

A Terni A palazzo Spada oltre, ovviamente, al sindaco Leopoldo Di Girolamo, era presente il presidente della Provincia di Terni Giampiero Lattanzi, il viceprefetto Andrea Gambassi, il senatore Gianluca Rossi, le associazioni combattentistiche e d’arma e le autorità civili e militari. Dopo la cerimonia in Comune, in piazza della Repubblica è avvenuta la deposizione delle corone e il corteo ha poi raggiunto ponte Garibaldi e il monumento dei Caduti in piazza Briccialdi con l’accompagnamento della banda Langeli di Cesi.

Libertà e di giustizia sociale «Il 25 Aprile – ha evidenziato la presidente Marini a terni – non è solo la data in omaggio alla memoria, ma è una giornata di ringraziamento alle Forze inglesi e americane, che hanno combattuto e che hanno lasciato in Umbria mille soldati sepolti nei cimiteri di Orvieto e di Rivotorto di Assisi; ai 4 mila partigiani umbri, uomini e donne raggruppati in 20 formazioni, di cui 1500 ternani; ai militari, che difesero ed accompagnarono la Liberazione del nostro Paese; ai religiosi, che protessero le famiglie ebree e i loro figli; ai tanti civili che con coraggio contribuirono concretamente a sostenere, in una resistenza silenziosa ma efficace, i partigiani, i soldati alleati e gli antifascisti». Il 25 aprile «è anche un giorno di monito per ciò che dobbiamo continuare a fare forti della esperienza passata. In un’Europa dove tornano i muri e il filo spinato, dove si diffonde il razzismo, la xenofobia e il terrorismo radicale minaccia la democrazia, i valori di libertà e di giustizia sociale rappresentati dalla Resistenza sono ancora attualissimi. Essi rappresentano il simbolo di quello che siamo voluti essere come Italiani e che ci portano a commemorare quanti, partendo proprio da quei valori, si sono sacrificati perché sognavano un mondo migliore».

LE IMMAGINI DELLA GIORNATA

A Perugia La giornata di commemorazioni per la 72esima Festa della Liberazione si è aperta a Perugia al cimitero monumentale di Monteluce, dove sindaco Andrea Romizi ha deposto la corona d’alloro al Sacello dei caduti e sulle tombe delle medaglie d’oro della Resistenza, alla presenza delle autorità civili e militari. Poi la seconda tappa: quella in Borgo XX giugno. Qui il primo cittadino, dopo aver deposto la corona d’alloro sulla lapide in ricordo dei patrioti fucilati dai nazifascisti, è salito sul palco per il tradizionale discorso, accompagnato dal prefetto Raffaele Cannizzaro e dal consigliere regionale Giacomo Leonelli.

I partigiani Un discorso aperto ricordando Piero Terracina, uno dei pochi sopravvissuti al campo di concentramento di Auschwitz ancora in vita, al quale poche settimane fa è stata data la cittadinanza onoraria. «Quando Terracina fu espulso dalla scuola che frequentava nel 1938 – un passaggio del discorso – era solo l’inizio di un lungo percorso di sofferenze inenarrabili». Poi il ricordo del partigiano Primo Ciabatti, attraverso la lettura di un ritratto che dell’uomo fece il filosofo perugino Aldo Capitini. «Il timore – ha continuato Romizi – è che il fenomeno della dimenticanza si possa accentuare con il venire a mancare dei testimoni diretti. Il pericolo più attuale è che vengano dimenticati i valori fondanti della nostra Europa». Romizi, dopo una breve interruzione a causa di qualche manifestante che ha attraversato Borgo XX giugno cantando ‘Bella ciao’, ha quindi ricordato tutti i protagonisti e le protagoniste della Resistenza e i soldati italiani, oltre ai tanti «giusti sconosciuti e anonimi che a rischio della vita salvarono tante altre vite». Un discorso che è piaciuto ai membri dell’Anpi intervenuti, che dopo la cerimonia hanno abbracciato e stretto la mano al sindaco. Le commemorazioni si sono poi spostate in via Masi, per la deposizione di corone al monumento dell’Ara Pacis, in memoria di tutti i caduti in guerra.

Norcia Il sindaco di Norcia Nicola Alemanno ha reso omaggio al momento ai caduti deponendo una corona di fiori. Ad accompagnarlo l’amministrazione comunale e i rappresentanti delle associazioni militari presenti a Norcia. «E’ un capitolo importante della nostra storia repubblicana – ha detto Alemanno nel suo discorso -, una data fondante del nostro sistema democratico. Proprio per la particolarità della nostra condizione attuale, deve vederci impegnati in una riflessione non solo sull’importanza di questa data per la storia e la memoria collettiva ma sul processo di ricostruzione che ne seguì». Alemanno ha fatto anche un appello ai giovani affinché siano «orgogliosi di partecipare in modo attivo alla vita e al benessere della propria città, della propria collettività. Solo attraverso l’impegno diretto, ognuno con le proprie competenze e capacità e disponibilità sarà possibile realizzare il senso compiuto della parola ‘ricostruzione’. Per noi amministatori fare questo, servire la nostra comunità, non deve comportare cedimenti ne soste: occorre sentire tutti poi decidere quello che è il bene della collettività».

Risollevarsi Come tutte le crisi «anche questa lascia intravedere i segni del suo superamento», ha sottolineato il primo cittadino. «Da ogni caduta ci si può risollevare, anche più forti e temprati di prima: quindi resilienti, più disposti al cambiamento, all’innovazione di certi percorsi che sembrano immutabili e invece sono solo logori e invecchiati. Con i valori riconquistati di libertà ed unità che celebriamo oggi, e che non dovranno essere più persi, possiamo farcela e dobbiamo essere orgogliosi di sentirci, nursini, italiani ed europei».

Todi Le iniziative per la Festa della Liberazione, organizzate dalla sezione ANPI Todi “Cap. Carlo Barbieri” con il patrocinio dell’Amministrazione comunale, sono state aperte dalla “Camminata della Liberazione”, realizzata in collaborazione con il Gruppo Sportivo Duesanti ed il Comitato UISP Orvieto Medio Tevere. Dopo la partenza da piazzale Abdon Menecali, la Camminata ha seguito il perimetro della terza cinta muraria fino ad arrivare in Piazza Jacopone, da dove è partito il corteo diretto alla Lapide della Memoria, sotto i Portici comunali; qui si è tenuta la commemorazione delle vittime del nazifascismo e la celebrazione del 72mo anniversario della Liberazione. A seguire si è svolta la cerimonia in ricordo delle vittime dell’incendio che il 25 aprile del 1982 devastò il Palazzo del Vignola con la deposizione di una corona di alloro presso la lapide posta in Via del Seminario.

Il ricordo Nel programma per la Festa della Liberazione, anche l’iniziativa nel pomeriggio alla Sala del Consiglio comunale, con il ricordo del Capitano Carlo Barbieri “Con il mio tormento e i miei pensieri”, a cura di Romina Perni, con musiche di Paolo Antonio Manetti, ricerche storiche di Carlo Zoccoli, letture di Alina Eremia, Carolina Giannini, Marco Tomassi e Michele Trombettoni. A seguire, sotto i Portici comunali, un concerto in memoria del partigiano Ernesto Zoccoli, scomparso lo scorso dicembre, promosso da Enzo Zoccoli, figlio di Ernesto, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, per rendere omaggio ad un grande uomo che tanto ha contribuito alla crescita sociale, politica, lavorativa e culturale della città.

Assisi La Città «ha celebrato il 25 aprile, anniversario della Liberazione d’Italia dalla occupazione dall’esercito tedesco e dal governo fascista – dice il sindaco Stefania Proietti – per la prima volta dopo anni di oblio di questa importantissima ricorrenza». Alle 10 si è tenuta una cerimonia in piazzetta Sbaraglini, presso la casa di Giuseppe Sbaraglini, primo sindaco eletto del dopoguerra, presenti il sindaco, esponenti della giunta e del consiglio comunale, nonché i capigruppo di maggioranza.

Giuseppe Sbaraglini Nato a Perugia nel 1870, avvocato, mise a disposizione degli umili, dei contadini e dei perseguitati politici le sue capacità professionali.
Definito ‘l’usignolo del socialismo perugino’ per le sue qualità oratorie venne però individuato quale soggetto tra i più pericolosi, durante il fascismo e, per questo, sottoposto a numerosi atti di persecuzione, intimidazione e aggressione. Deputato alla Camera per il primo collegio di Perugia nelle legislature del 1919 e del 1921, la sua attività parlamentare sarà particolarmente concentrata sulla denuncia degli atti illegali compiuti dai fascisti. Nell’ottobre del 1922 la sua abitazione e il suo studio legale (ndr dove oggi l’Amministrazione comunale ha voluto rendere omaggio) furono completamente devastati. Nel 1926 venne condannato per aver commesso atti diretti a ‘sovvertire in modo violento l’ordinamento nazionale’. Subirà la condanna a 5 anni di confino e, nel periodo che trascorrerà ad Ustica, conoscerà Antonio Gramsci. Rientrato a Terni nel 1927 subirà stretti controlli da parte del regime fascista fino al 1942. Dopo i bombordamenti di Terni si trasferì ad Assisi, città paterna, dove divenne sindaco il 26 ottobre 1946.

La cerimonia Alle 19 dopo la Messa a Rivotorto si terrà una cerimonia di ricordo della Città, presente il Sindaco con l’amministratore: un corteo aperto dal gonfalone del Comune di Assisi partirà dal Santuario del Sacro Tugurio fino al monumento ai caduti per rendere omaggio alle tante vittime della guerra che anche oggi spargono il loro sangue innocente in tante aree del mondo. «Se oggi possiamo vivere in democrazia è grazie al sacrificio di tanti uomini e donne che, sprezzanti del pericolo della loro stessa vita, hanno difeso con coraggio i valori baluardo della libertà, del rispetto e dell’umanità» ha affermato il sindaco Proietti.

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