Scenografie studios Papigno: «Valorizzare» Maggioranza divisa

Terni – L’input M5S per sindaco e giunta: « Inaccettabile che tale patrimonio artistico e culturale le sia abbandonato alle intemperie». La critica di Rossi

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Atto approvato e maggioranza divisa, non la prima volta – leggasi Ztl e campeggio Marmore – di recente. Questo l’esito della votazione di giovedì pomeriggio in consiglio comunale a Terni in merito all’iniziativa del M5S sulla valorizzazione delle scenografiche cinematografiche degli studios di Papigno: 22 voti favorevoli (leghisti compresi), contrari alcuni esponenti di FdI ed astensione di FI.

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Il riepilogo e il guaio

Il gruppo pentastellato ha chiesto un impegno all’amministrazione comunale per «stilare un inventario del materiale e dello stato dello stesso, metterlo in sicurezza presso location più adeguate al loro mantenimento e studiare la possibilità di orgnanizzare e rilanciare l’immagine degli studios e del cinema a Terni». Il tutto ricordando che il 9 febbaio del 2006 «Cinecittà Umbria Studios, consegnava al Comune di Terni il piano industriale a medio termine 2006-2008 per il polo di produzione Cinecittà di Papigno e, ad oggi, quella esperienza è terminata e non vi è più nessuna società a gestire tali aree; all’interno degli studios sono stati girati anche film del calibro di La vita è bella, Pinocchio, La Tigre e la neve, la maggior parte delle scenografie si trovano ancora stipate nei capannoni degli studios che ad oggi senza più contratto in essere sono anche senza vigilanza». A ciò – scrive il M5S – si aggiunge il fatto che «alcune di questa sceneggiature sono state realizzate dal nostro costumista e scrittore Danilo Donati, vincitore per la pellicola del premio David di Donatello e da troppo tempo tale materiale giace in sato di abbandono e soggetto al logorio; inaccettabile che tale patrimonio artistico e culturale sia abbandonato alle intemperie». Il via libera del consiglio c’è.

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«Ampia maggioranza»

Ad esultare – motivo politico più che altro – sono i consiglieri della minoranza: «Bene l’ampia convergenza politica – spiegano Sens Civico, Pd, M5S e Terni Immagina – che si è registrata nella seduta del consiglio comunale di giovedì sulla proposta degli studios di Papigno. Ora l’amministrazione comunale indichi finalmente il spercorso per valorizzare quella realtà, confrontandosi con quanto è stato proposto e approvato in aula. La decisione della massima assemblea cittadina è sicuramente positiva perché ha dimostrato che quando si vuole anche nella maggioranza c’è chi ha la capacità e la forza di superare le posizioni per partito preso ed arginare l’estremismo improduttivo di alcune frange radicali. Registriamo con piacere che La Lega si è liberata per una volta dai lacci a cui fin dall’insediamento di questa amministrazione la tiene il partito di Fratelli d’Italia, che con le sue logiche, le sue faide, le sue sfrenate ambizioni di potere – finora sempre assecondate e premiate,in modo compiacente e silente dal sindaco leghista che peraltro ieri non ha risposto al momento del voto – ha paralizzato la città. La risposta compatta – sottolineano – e unitaria di gran parte del Consiglio comunale è un atto di forza positivo che ci auguriamo prosegua ogni volta che in ballo ci sono cose concrete da fare per il bene della nostra comunità. Ci auguriamo che quanto accaduto non rappresenti una eccezione ma sia una decisione che segni una svolta. Le opposizioni e la città lo chiedono, in piena sintonia, ormai da tempo, gli interessi della comunità ternana devono venire prima delle logiche di parte. Lavorare sui nodi cruciali per scioglierli, elaborare visioni e scontrarsi – e perchè no incontrarsi – su quelle, è fondamentale e rappresenta la strada maestra da percorrere, mettendo finalmente in minoranza chi pensa soltanto alle proprie poltrone e alle gestione dei piccoli poteri».

La critica di Rossi: «C’è ben poco da recuperare»

Chi la vede diversamente è l’esponente di Terni Civica: «L’atto consigliare sulle scenografie di Papigno, anche se lodevole nello spirito ed utile a ridare attenzione sullo stato di quegli spazi e al loro utilizzo cinematografico, risulta anacronistico e fuori tempo massimo. Ho visto anche recentemente che di quanto lasciato dalla produzione Benigni e Mario Cotone purtroppo c’è ben poco da recuperare e valorizzare. Tanto da considerarsi non più scenografie ma qualcosa di più assimilabile a rifiuti speciali da dover smaltire: purtroppo al momento gli Studios di Papigno e quello che è rimasto possono essere utili tutt’al più per un videoclip che necessità di una location post atomica. Duole dirlo ma le scenografie sono state lasciate marcire dal lontano 2002, da chi doveva e nulla ha fatto, e non si tratta certamente dall’attuale amministrazione comunale arrivata quando ormai la situazione sembra essere irrecuperabile. Una amministrazione oltretutto impegnata a fronteggiare controversie legali per tornare in possesso dei luoghi, è questo perché c’è chi aveva firmato determinati contratti di gestione. Purtroppo i proponenti dell’atto di indirizzo giovedì – prosegue – non hanno ritenuto di mandarlo in commissione, perdendo così l’occasione per fare chiarezza sulle reali responsabilità di quanto accaduto. In commissione infatti si sarebbe potuto andare oltre lo stato delle scenografie ed approfondire ulteriori tematiche: ad esempio come possa essere accaduto che gran parte delle scenografie, soprattutto le più belle, lasciate in loco al Comune dalla società Cotone-Benigni, siano finite a Roma, a Cinecitta – l’ultimo gestore-   e che le altre siano rimaste a marcire a Papigno senza che nessuno in questi venti anni abbia fatto nulla per salvarle. La realtà è che mentre a Papigno rimane ben poco, gli elementi più appariscenti di quelle scenografie vengono pubblicizzati dalla pagina Facebook di Cinecitta in una iniziativa Cinecitta si mostra ed esposti nel parco tra gli studios romani, opportunamente preservarte e valorizzate. Si faccia dunque chiarezza sulle responsabilità dell’amministratore precendente che non solo ha lasciato marcire i manufatti di scena ma forse si è fatta anche sottrarre i pezzi migliori. Ora, tornati sull’argomento grazie all’atto di giovedì, ritengo importante – conclude – presentare una interrogazione che permetterà  di ricostruire quanto accaduto in questi venti anni e darà l’occasione all’esecutivo attuale di spiegare cosa ha fatto per la ripresa del sito e farà per mettere ordine nell’ennesima complicata eredità amministrativa».

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