Agenzia delle Entrate, lavoratori protestano

Anche l’Umbria – nelle sedi di Perugia e Terni ma anche in quelle territoriali – assemblee per chiedere più soldi e una diversa organizzazione del lavoro

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Non sono amati dai contribuenti, con cui hanno a che fare soprattutto quando si parla di tasse. Ma anche loro, dall’altro lato del banco, si sentono frustrati e vessati dall’Agenzia delle Entrate, che incidentalmente è il loro datore di lavoro. Per questo – nella giornata di martedì – si sono mobilitati in tutta Italia. Anche in Umbria, nelle sedi di Perugia e Terni e nelle altre periferiche.

Combattere l’evasione senza armi «A parole la lotta all’evasione fiscale è una priorità assoluta per il Paese, nei fatti, chi ha il compito di portarla avanti si sente abbandonato e tradito», questa la denuncia dei sindacati Fp Cgil, Fp Cisl, Uilpa, Confsal e Slp, che hanno dato vita ad una giornata di protesta – «non la prima e sicuramente nemmeno l’ultima», assicurano – per richiamare l’attenzione proprio sulla loro situazione e su quella dei servizi fiscali del Paese.

Lavoro pesante Così, in tutta l’Umbria, circa 800 lavoratori si sono riuniti in assemblea, in concomitanza con la manifestazione di Roma sotto il ministero dell’Economia e delle Finanze.: «I nostri uffici sono sempre più oppressi da un carico di lavoro insostenibile – spiega Paola Scaramazza, lavoratrice dell’Agenzia e coordinatrice per la Fp Cgil dell’Umbria – con obiettivi sempre più sfidanti, a fronte di una grossa diminuzione di personale».

Non c’è turnover «Tra il 2016 e il 2017, nella sola provincia di Perugia sono andate via circa 20 persone – sottolinea ancora la sindacalista – non sostituite a causa del blocco del turnover. Insomma – conclude Scaramazza – siamo sempre meno a dover raggiungere obiettivi sempre più alti». A livello regionale i sindacati stimano una carenza di personale del 20% «eppure – sottolinea Fabrizio Fratini, segretario generale della Fp Cgil dell’Umbria – finora questa carenza non ha inciso sulla qualità del servizio soltanto grazie all’abnegazione del personale, per questo è ancora più grave che non ci sia il giusto riconoscimento economico per questi lavoratori, che in molti casi hanno anche livelli di formazione e competenza altissimi. Le progressioni economiche promesse non sono mai arrivate mentre permane un difficile clima esterno, creato da una campagna di delegittimazione del personale dell’Agenzia, mai contrastata dall’autorità politica e dal vertice dell’Agenzia stessa».

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