Amaro in bocca ‘Fere’, Ternana in silenzio

5 punti su 12 nelle ultime gare interne. Primi dieci turni: miglior avvio dal 2012, numeri record in positivo e negativo. Bandecchi in tackle: «Non mi ci riconosco»

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di S.F.

Una delle occasioni fallite da Montalto

Sandro Pochesci non ha tutti i torti. L’Ascoli stava riuscendo a vincere al ‘Liberati’ pur essendo stata – il computo dei tiri in porta, in realtà, premia i bianconeri, tuttavia di certo sono i rossoverdi ad essere risultati più pericolosi – una delle formazioni più ben controllate a livello difensivo dalla Ternana: un paio di tiri dalla distanza, il gol e nulla più. Ed è proprio per questo, in una gara contraddistinta da un atteggiamento più ‘calmo’ e ponderato rispetto alle recenti prestazioni, che le ‘Fere’ hanno fallito una ghiotta occasione per allontanarsi dai bassifondi: «Io non firmo per il pareggio» aveva dichiarato il trainer romano alla vigilia. Invece ecco altri due punti – 11 complessivi in 10 turni, si tratta del miglior score dall’annata 2012-2013 – persi e la possibilità di balzo in graduatoria saltata. In generale, prendendo in esame le ultime settimane, la squadra non ha sfruttato a dovere la grande quantità di match casalinghi a disposizione e ora, quantomeno sulla carta, sale il gradiente di difficoltà a livello di calendario. Si parte martedì sera da un Frosinone senza vittorie da cinque partite. «Così non si va da nessuna parte, in questa squadra per ora non mi ci riconosco», Stefano Bandecchi va in tackle. Mentre Stefano Ranucci annuncia il silenzio stampa pre Frosinone.

La curva est-Viciani

LA TERNANA RIMONTA, MA OCCASIONE SPRECATA CON L’ASCOLI

«Serve concentrazione, restiamo in silenzio. Scusate» Nel tardo pomeriggio di domenica è una nota della società – forse, in minima parte, anche per evitare approfondimenti sulla ‘sparata’ di Bandecchi – ad annunciare il silenzio nella giornata di lunedì: «La Ternana Unicusano – spiega Ranucci – comunica che visti gli impegni delicati e ravvicinati, per mantenere alta la concentrazione, nessuno dei tesserati rossoverdi rilascerà dichiarazioni agli organi di informazione prima della partita di Frosinone. Ci scusiamo con tutti gli operatori dell’informazione, che siamo certi comprenderanno la decisione, anche alla luce della massima disponibilità che solitamente caratterizza la nostra attività di comunicazione. Puntualizziamo poi che questa scelta è circoscritta al solo pre-gara di martedì». Lunedì mattina la rifinitura a porte chiuse, quindi partenza per il Lazio.

Difesa a tre e poker offensivo, ma l’Ascoli amministra bene La notizia positiva è che i rossoverdi hanno mantenuto la porta inviolata non solo per il primo quarto d’ora, già di per sé una rarità, bensì per l’intera frazione. Ciò grazie a movimenti difensivi più organizzati del solito e da un atteggiamento – atteso – più guardingo che offensivo da parte dell’avversario. Dall’altra parte, nonostante lo schieramento di partenza con Tremolada, Carretta, Albadoro e Montalto dall’inizio, la Ternana non si è quasi mai resa incisiva dalle parti di Ragni: sì, la mancata deviazione vincente della punta campana sullo svarione del portiere dei marchigiani, poi poco altro. In ombra Tremolada, spuntato Albadoro, Carretta raddoppiato e con spazi ridotti per fuggire in velocità: il risultato è un primo tempo avaro di conclusioni di rilievo e con le retroguardie decisamente più in palla rispetto ai reparti avanzati.

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Sandro Pochesci e Stefano Ranucci

La spinta e gli errori Il primo quarto d’ora del secondo tempo è andato liscio sullo stesso leitmotiv del primo, con la Ternana in possesso – senza tiri nello specchio della porta – e l’Ascoli ben coperto in attesa di trovare il giusto contropiede. A dare la scossa una palla recuperata da Paolucci in mediana e la solita, improvvisa accelerazione di Carretta, peccato che Albadoro prima e Montalto poi abbiano sparato a lato le buone chance prodotte dai compagni. Paradossalmente, quando Pochesci ha optato per l’utilizzo della difesa a quattro con l’ingresso di Zanon, è arrivata la frittata: mancati rinvii (Zanon), respinta centrale (Bleve), difesa immobile e inaspettato colpo di nuca di Favilli a gelare il ‘Liberati’. Il cambio tattico conclusivo con l’ingresso di Tiscione ha prodotto l’ultima, chiara palla gol del match sprecata in malomodo da Montalto. Questa volta i cambi – per lo più quello riguardante l’ex ‘Primavera’ della Fiorentina – hanno scombinato i piani in negativo. Impalpabile Candellone nel suo esordio in rossoverde. In definitiva una squadra ‘normale’ contro l’Ascoli, senza troppa esuberanza davanti e con una prestazione difensiva di rilievo. Due certezze: l’ottimo momento di forma di Carretta e la scarsa considerazione di Finotto, uscito dai radar di Pochesci e al terzo incontro di fila con zero minuti all’attivo. Scalare le gerarchie con l’attuale stato di Montalto e le recenti prestazioni di Albadoro non sarà semplice per lui.

IL RACCONTO FOTOGRAFICO DI ALBERTO MIRIMAO

Sandro Pochesci

Undici punti in dieci giornate, ma ‘periodo Liberati’ non sfruttato a dovere Partiamo da un dato. Gli undici punti collezionati finora rappresentano la miglior partenza in B dal primo anno di Domenico Toscano, vale a dire la stagione 2012/2013 (furono 15 all’epoca): superati i 10 delle tre annate successive e i 9 dello scorso anno con Benito Carbone in panchina. Siamo in linea dunque. Ma di recriminazioni in casa rossoverde ce ne devono essere, perché la Ternana ha ottenuto 5 punti sui 12 a disposizione nei quattro match disputati al ‘Liberati’ – unica trasferta a Cremona – a partire dal 30 settembre: nove marcature all’attivo che hanno portato in dote una sola vittoria, con lo Spezia, due pareggi contro altrettante rivali per la salvezza e la sconfitta con il Venezia. «Ne dobbiamo – le parole di Pochesci del 29 settembre in merito, primo dell’avvio del ‘tour de force’ casalingo – approfittare per fare la differenza e recuperare». Ecco, la zona retrocessione è alle spalle ed è un passo in avanti, tuttavia la sensazione resta quella di un bicchiere mezzo vuoto per il ruolino complessivo. Soprattutto a causa dei quattro punti – ne parlerà Montalto – gettati negli incontri con lombardi e marchigiani.

Mirko Carretta

LE SCUSE DI ADRIANO MONTALTO E L’ANALISI DI ANDREA PAOLUCCI, VIDEO

Ternana alla 10° in B, record offensivo. Piange la difesa Che fosse una stagione anomala e più che particolare sotto l’aspetto tecnico-tattico era lampante fin da Norcia. Mentalità offensiva e poca attenzione – come ammesso da Pochesci, al di là dei cambiamenti a parole e sul campo avvenuti di recente – alla gestione della difesa, i risultati sono interessanti: le 17 reti totalizzate al 10° turno di serie B rappresentano il record assoluto – superati i rossoverdi 2003-2004, si fermarono a 16 – in un torneo cadetto per le ‘Fere’, fatta eccezione – volendo – per i 21 della prima divisione 1927-1928. L’altro lato della medaglia piange e non poco: i 20 (due di media a partita) incassati quest’anno sono superati solamente dai 25 subiti nel campionato 1947-1948. Sommi le due facce della Ternana e si ottiene la classifica deficitaria attuale.

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L’esultanza di Adriano Montalto

Cinque gol in otto match: «Scusate per i punti persi» La media realizzativa di Montalto è notevole (considerando l’infortunio lampo di Cremona e le cinque gare da titolare), i numeri non mentono. La scommessa di Pochesci che, tra un ‘capoccione’ in conferenza e le strigliate sul campo, ha comunque sempre difeso il giocatore, sta funzionando. Seconda marcatura aerea della stagione dopo quella di Chiavari e niente stop beffardo per i rossverdi: «Abbiamo trovato – il commento del siciliano – una squadra che stava sempre dietro e facevamo fatica a trovare soluzioni. Potevamo vincerla, però ho sbagliato ed è andata così: Mirko mi ha messo una gran palla e stavo per calciare di collo, poi il riflesso del sole mi ha disturbato e non ho visto più». Tanti gol, ma anche diversi banali errori sotto misura: «Ho chiesto scusa ai compagni quando sono entrato nello spogliatoio perché loro fanno di tutto per non prendere gol e noi attaccanti abbiamo il dovere di farli. Sono stati buttati quattro punti contro Brescia e Ascoli. Ringrazio Ranucci, Evangelisti e Pochesci per avermi dato la possibilità di vestire questa maglia, farò di tutto per non perderla: con il mister ho un rapporto molto schietto e diretto, dobbiamo fare ciò che vuole».

Ivan Varone

Ternana ‘pacata’ Quella foga offensiva vista di recente non c’è stata contro l’Ascoli, se non nelle battute conclusive. Miglior difesa e attacco meno spregiudicato: «Una partita – l’opinione di Paolucci – accorta da parte nostra, cercando comunque di essere propositivi. Penso che il pallino del gioco sia stato sempre nostro, chiaro che contro un Ascoli organizzato e con i giocatori dietro la linea della palla non è facile: ritengo che la Ternana abbia fatto la partita giusta e ci sta di sbilancarsi qualche volta per segnare. Dietro abbiamo concesso poco, faccio i complimenti ai compagni. La squadra ha mostrato di avere personalità, sfiorando il vantaggio a più riprese dopo il pareggio. Il punto – ha concluso – lo prendiamo, avevamo di fronte una squadra difficile». Domenica di scarico al ‘Taddei’, rifinitura lunedì e viaggio verso la Ciociaria.

Stefano Bandecchi ha assistito al match: «Era da vincere», il pensiero riportato dal CdS

L’appello’ a Renzo Ulivieri Ha catturato l’attenzione la ‘querelle’ verbale a metà primo tempo tra Pochesci e un componente della panchina bianconera. Il tecnico rossoverde si è spazientito, come poi spiegato a fine match, per l’atteggiamento dei colleghi avversari. Con tanto di appello al presidente dell’Aiac, l’Associazione italiana allenatori calcio: «C’è un regolamento, non è possibile che si alzino più persone dalla panchina. Non va bene, tre allenatori in campo non si può. Caro Ulivieri dobbiamo far qualcosa, serve capire – si riferisce al duo Fulvio Fiorin ed Enzo Maresca – chi è il tecnico». Ci sarà occasione per parlarne.

Bandecchi duro: «Grandissima delusione» Sulle pagine de Il Corriere dello Sport, l’imprenditore livornese non ci è andato soft nel commentare l’1-1: «La squadra deve essere più determinata e l’allenatore deve trovare il suo gioco, sono andato via con grandissima delusione. Non si può non usare bene il destino, perché poi si arrabbia. Il tempo delle chiacchiere è finito, i risultati non li facciamo. Le mia aziende sono vincenti e per ora in questa squadra non mi ci riconosco». Discreta sberla.

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