Amelia, Maria Chiara uccisa da un «mix di sostanze tossiche»

I consulenti incaricati dalla procura hanno depositato le conclusioni dell’autopsia e degli esami tossicologici sulla salma della 18enne trovata senza vita lo scorso 10 ottobre

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Una morte avvenuta fra le ore 2 e le 8 di quel maledetto 10 ottobre, per «un’insufficienza cardio circolatoria acuta determinata dall’assunzione, nelle ultime 12-18 ore di vita della ragazza, di numerose sostanze ad azione tossica quali eroina, cocaina, alcol etilico, Thc». Questo uno dei passaggi centrali della relazione del dottor Massimo Lancia, medico legale e consulente incaricato dalla procura di Terni insieme alla collega Paola Melai, per accertare le cause del decesso della 18enne Maria Chiara Previtali, la ragazza di Amelia trovata senza vita nell’abitazione di via delle Rimembranze dove aveva trascorso la notte con il fidanzato Francesco Gnucci, poi indagato a piede libero per il reato di ‘omicidio preterintenzionale’. I due, stando a quanto riferito dal giovane, avevano assunto eroina il giorno precedente la tragedia, a Roma, dove erano giunti in treno.

DRAMMA AD AMELIA, TROVATA SENZA VITA UNA 18ENNE

I perché del dramma

«I dati – scrive il dottor Lancia nelle conclusioni della consulenza tecnica, anticipate dal quotidiano ‘Il Messaggero‘ – sono indicativi di una intossicazione acuta da eroina e cocaina in un soggetto in terapia con sertralina e con recente assunzione di alcol etilico e preparati a base di cannabis sativa. […]». Doverose, secondo il medico legale  incaricato, alcune considerazioni: «In primo luogo si deve prendere in considerazione la concentrazione della morfina (metabolita dell’eroina) nei liquidi biologici, decisamente più alta nell’urina rispetto al sangue. Tale dato ci consente di affermare che al momento della morte di Mariachiara Previtali, la morfina si trovasse in fase di eliminazione e quindi che l’assunzione di eroina fosse avvenuta diverse ore prima della morte. La successiva assunzione di alcol etilico e di cocaina (anche se non in quantità molto elevate) ha interagito con la morfina, determinando verosimilmente l’insufficienza cardio-circolatoria mortale, che si verificava durante il sonno. Sul punto giova ricordare che il sonno rappresenta una fase di particolare vulnerabilità alle sostanze depressive del sistema nervoso centrale, in ragione dei noti meccanismi di rallentamento della frequenza cardiaca e superficializzazione del respiro. L’ipotesi che la cocaina possa interagire in modo significativo nelle morti correlate all’uso di eroina è, peraltro, oggetto di numerose ricerche pubblicate negli ultimi anni. Tali studi, pur non avendo ancora chiarito il meccanismo di azione dell’interazione cocaina-eroina, mostrano come in soggetti morti in seguito a poliassunzione, i valori delle concentrazioni ematiche di morfina siano, in media, inferiori rispetto ai soggetti morti dopo aver assunto solo l’eroina. Nel caso in esame non bisogna dimenticare, inoltre, che il soggetto aveva assunto anche alcol etilico, seppur in dose non elevata, che come noto svolge un’azione depressiva sul sistema nervoso centrale sinergica rispetto a quella dell’eroina».

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Gli aspetti tossicologici

Analogamente la dottoressa Paola Melai, specialista di tossicologia forense, scrive che «le analisi chimico-tossicologiche eseguite su organi e liquidi biologici prelevati in corso di autopsia, hanno evidenziato, in essi, la presenza di morfina (metabolita primario dell’eroina), di cocaina (unitamente a benzoilecgonina), sertralina (principio attivo ad azione antidepressiva contenuto nella preparazione farmaceutica Zoloft), Thc (principio attivo delle preparazioni a base di cannabis sativa), Thc-cooh (metabolita inattivo del Thc), etanolo ed del suo metabolita etilgluguronide. […] Le ulteriori indagini eseguite sui tamponi nasali prelevati in sede di autopsia hanno rilevato, in essi, la presenza di cocaina. I dati sono indicativi di una intossicazione acuta da eroina e cocaina in un soggetto in terapia con psicofarmaci (sertralina) e con recente assunzione di alcool etilico e preparati a base di cannabis sativa».

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A caccia dello spacciatore

L’indagine dei carabinieri di Amelia e di Terni, coordinata dal pm Camilla Coraggio, va avanti per individuare coloro che, a Roma, avrebbero ceduto le due dosi di eroina – al prezzo di 20 euro ciascuna – assunte poi dal 21enne Francesco Gnucci e, in quantità minore, da Maria Chiara Previtali prima di fare ritorno ad Amelia. Una ‘caccia’ allo spacciatore che chiuderebbe il cerchio sul piano investigativo, non su quello sociale, vista l’attualità di un tema che nell’ultimo anno, nel Ternano, ha portato con sé drammi in serie, dolore ma anche la volontà – si spera sostenuta da tutti, istituzioni e famiglie – di reagire. Nel contesto dell’indagine, lo Gnucci è difeso dall’avvocato Francesca Carcascio mentre la famiglia Previtali è assistita dal collega Manlio Morcella. I periti di parte, relativamente ad autopsia ed esami tossicologici, sono Laura Paglicci Reattelli (difesa Gnucci) e Mauro Bacci (famiglia Previtali).

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