Un tempo prerogativa di sovrani, aristocratici e potenti, oggi alla portata di tutti. E’ quello che è accaduto in tutta Italia, come in Umbria, con l’introduzione dell’Art Bonus «è stata una cosa fantastica con oltre 3.023 erogazioni liberali in neanche due anni.
Il seminario Così, anche a Perugia, l’iniziativa ha fatto centro con oltre 334 donazioni e più di 160 mila euro a disposizione. E per continuare e, anzi, accelerare con i buoni esempi collettivi la Scuola di Lingue estere dell’Esercito ha ospitato lunedì pomeriggio, nella chiesa di Santa Giuliana, un seminario organizzato da Solving Bmf, un’azienda specializzata nel networking consulting, con i rappresentanti dell’Anci e con Carolina Botti, direttore centrale di Ales, Arte lavoro servizi del Ministero peri beni culturali. A presiedere l’ex sindaco di Perugia Wladimiro Boccali.
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Art Bonus Partito a maggio del 2014, l’Art Bonus prevede che chiunque effettui erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e per la valorizzazione e il recupero del patrimonio culturale italiano possa usufruire del credito d’imposta. Nel giro di neanche due anni, la misura ha portato i suoi effetti e a partire dalla Legge di stabilità 2016 è stata resa una misura permanente. L’agevolazione fiscale del 65%, rivolta a privati cittadini come a aziende e fondazioni bancarie, prevede un credito d’imposta del 15% per i primi e del 5 per mille per i secondi. «Un’opportunità per il pubblico come per il privato – ha detto Boccali – perché oltre a valorizzare il patrimonio culturale, questa misura crea una responsabilità sociale e collettiva. La bellezza e l’arte appartengono a tutti, ce ne dobbiamo fare carico».
Credito d’imposta In un contesto in cui i beni culturali sono i primi a risentire della grande crisi economica, con i fondi a sostegno della cultura scesi da 2,2 miliardi a 1,5 è più necessario che mai intraprendere interventi straordinari. «Grazie anche alla campagna di comunicazione istituita ad hoc – ha riferito la Botti – e alla semplificazione burocratica che ha accompagnato la misura, abbiamo scoperto una grande generosità e una grande disponibilità. Quella degli oltre tremila mecenati che hanno messo a disposizione parte del proprio patrimonio per salvaguardare i beni di tutti». I fondi raccolti, ogni anno, vanno a intervenire nella manutenzione, protezione e restauro di beni di proprietà pubblica, nell’ attività di sostegno ai luoghi della cultura, siti archeologici, complessi monumentali o, infine, nella realizzazione di nuove strutture, restauro e potenziamento di quelle esistenti.
Cultura Con l’Art Bonus si introduce una modalità di collaborazione che presuppone un cambio di approccio culturale. Si supera, cioè, il concetto di sponsorizzazione o donazione libera e si innesca un regime di agevolazioni fiscali mai conosciuto prima in ambito culturale creando una vera e propria sinergia tra pubblico e privato di cui beneficiano tutti. Secondo Giorgio Armillei, assessore alla cultura del comune di Terni e rappresentante in ambito culturale per l’Anci, «in questo modo si cambia il modo di fare politica della cultura».
Comunità e responsabilità «La conservazione, per i beni culturali, avviene solo in virtù dell’uso – ha detto l’assessore – per cui il restauro e la riqualificazione significa far vivere di nuovo questi luoghi e questi spazi. In più l’Art Bonus spinge a una differente concezione del rapporto tra la comunità e il patrimonio, aumentando la responsabilità collettiva e facendo diminuire la burocrazia amministrativa». Non solo, è anche un ottimo strumento di marketing e promozione sociale per tutti quei mecenati siano intenzionati a valorizzare i luoghi simbolo della propria città.
12 monumenti Così è accaduto a Perugia, dove dopo il successo dei restauri del 2015, si è deciso di puntare ancora più in alto allungando la lista di piccole perle e monumenti preziosi da portare a nuova vita. Per il 2016 sono 12 i gioielli da salvare, dall’acquedotto di via Appia all’edicola di Monteluce passando per porta Conca, l’Arco della Mandorla e il monumento al Perugino.