Asm: «Guardiamo all’azionariato diffuso»

La proposta di Pd e Terni Immagina per il riassetto della società. «Holding 100% pubblica. Apertura al modello public company»

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Torna d’attualità la questione della cessione del 15% delle quote detenute da Asm all’interno del Sii: in attesa che le nuove delibere approvate dalla giunta sulla ricognizione delle partecipate e sul piano di riassetto venerdì sbarchino in consiglio – lunedì sono già transitate in 3° commissione -, Pd e Terni Immagina intervengono sul tema con un apposito atto di indirizzo.

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Obiettivo efficientamento

A firmarlo i consiglieri democratici Francesco Filipponi, Tiziana De Angelis e il civico Paolo Angeletti. Secondo i tre esponenti dell’opposizione a palazzo Spada «la gestione di acqua, gas, energia attraverso i servizi svolti da Asm è fondamentale per il ciclo di vita della nostra comunità e va trovata la giusta soluzione tra controllo pubblico che deve rimanere strategico per implementare e sviluppare gli asset innovativi del territorio tesi alla ecocompatibilità ed a garanzia dei cittadini, e azioni di mercato che consentano di sviluppare gli asset produttivi di Asm nell’ottica dell’efficientamento dei servizi».

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Holding pubblica

Con il loro atto Filipponi, De Angelis e Angeletti impegnano quindi il sindaco e la giunta «a percorrere e mettere al centro dei programmi di sviluppo del territorio le strategie riguardanti i fattori di crescita di Asm Terni Spa, individuando le opportune scelte di politica industriale degli asset aziendali, garantendo in ogni caso il controllo pubblico e strategico dell’azienda da parte del Comune di Terni». Per i consiglieri «è anche necessario ripensare lo sviluppo di Asm anche attraverso una holding ad intera partecipazione pubblica e società partecipate del gruppo aperte ad azionariato diffuso modello public company e avviare percorsi di aggregazione con altre società pubbliche non quotate in borsa tenendo conto della normativa ‘Madia’ per rafforzare la dimensione aziendale, con percorsi di potenziamento economico». Inoltre, accanto al piano regolatore comunale, chiedono di predisporre strumenti «come il piano energetico digitale per controllare costantemente tutte le fonti di criticità e di sviluppo ecosostenibile in un’ottica di smart city, per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione degli inquinamenti, per l’aumento della produzione energetica da fonti rinnovabili».

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Attenzione all’ambiente

«Ci hanno spesso accusati di essere contrari alla cessione senza presentare alternative, invece ecco la nostra proposta» ha spiegato Filipponi durante una conferenza convocata lunedì pomeriggio per spiegare l’atto. «Proponiamo una holding capogruppo a partecipazione 100% pubblica, con altre sottosocietà aperte all’azionariato diffuso». Per la De Angelis «la cessione del 15% delle quote ipotizzata dalla giunta non è assolutamente un’operazione vantaggiosa e non risolve il bilancio 2018». «Serve una programmazione a più ampio respiro – ha aggiunto -, con una visione e una prospettiva per il futuro». Angeletti ha sottolineato infine come l’atto di indirizzo propone un’azienda che vada verso la sostenibilità e la protezione ambientale».

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