«Assisi diventi la nuova vetrina del mercato del lusso»

La proposta di Federica Gasparrini, capolista di ‘Cambiamo’ a sostegno di Cosimetti: «Una kermesse internazionale del cashmere»

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di Federica Gasparrini
Esponente di ‘Cambiamo’ – Assisi

Marco Cosimetti ha giustamente parlato di destagionalizzazione del turismo assisano, con l’intenzione di compulsare una nuova e diversa offerta turistica che risani il vuoto storico dei mesi invernali e, con esso, il conseguente crollo di presenze nelle strutture alberghiere, costrette, o quasi, a chiudere i battenti fino alla prossima stagione primaverile. Affinché tale auspicio si possa trasformare in realtà e, da mero effetto, ambisca a diventare il motore di nuovi afflussi turistici, occorrono idee prima che risorse e idee che non si riscontrano nel programma del sindaco uscente.

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Data l’attenzione ad oggi rivolta alle eccellenze e alla storia dei territori, una delle proposte potrebbe essere allora legata al fashion system ospitando tra febbraio e marzo, più o meno in concomitanza delle previews dei grandi marchi della moda, una kermesse internazionale del cashmere che qui in Umbria vanta produttori tanto affermati, quanto virtuosi sul piano della sostenibilità. Il cashmere made in Umbria rappresenta infatti – statistiche alla mano – il 40% dell’intera produzione italiana del settore, tanto da far parlare di una ‘cashmere valley’ che, dal Trasimeno, si estende sino al folignate e oltre e che da anni ormai attira nella nostra regione una clientela, soprattutto inglese, che allo shopping ama associare visite culturali e degustazioni enogastronomiche.

L’idea di fare di Assisi la nuova vetrina di una cospicua fetta del mercato del lusso, che peraltro registra trends in continua crescita, vuole essere a suo modo anche una provocazione per rilanciare un’immagine più blasonata della città serafica, la cui storia – così come quella di altri distretti dell’Umbria – si lega sin dal medioevo all’industria manifatturiera del tessile. A fare da corollario alla kermesse una serie di iniziative dislocate che, per i non addetti ai lavori, offra un’esperienza a tutto tondo, dai laboratori tematici alle esposizioni di storia del costume o di artisti e performers contemporanei che con la moda vivono o hanno vissuto un rapporto generativo e bidirezionale. Quanto alla sede dell’evento centrale – salvo che altro in termini di sicurezza e di diponibilità -, penso alla nobile asciuttezza della Rocca Maggiore. L’occasione potrebbe inoltre riaprire quel fronte economico che, nell’ambito del programma Italia-Cina 2020, il Covid ha bruscamente interrotto. Del resto, la storia di Assisi insegna: da una parte, c’è l’anima pauperista di Francesco e, dall’altra, quella di Pietro di Bernardone.

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