Ast, restano tutti gli interrogativi

Terni, l’incontro al Mise non cancella le preoccupazioni di sindacati e istituzioni: «Il Governo sia protagonista»

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Settimane di attesa, preoccupazioni, indiscrezioni. Per poi scoprire che si è discusso sul nulla, o quasi, perché la realtà è un’altra: l’Ast di Terni non è in vendita, almeno non per ora. A dirlo ufficialmente, nel tavolo ministeriale di martedì mattina al ministero dello Sviluppo economico, il capo delle relazioni esterne di ThyssenKrupp, Peter Sauer, giunto a Roma in rappresentanza del consiglio di amministrazione della multinazionale tedesca insieme a Kerstin Göcke, responsabile comunicazione Materials Services. Parole, quelle del manager, che comunque non cancellano gli interrogativi sul futuro e così, nonostante le rassicurazioni e i numeri positivi, i timori da parte di istituzioni locali – non pervenute quelle nazionali – e sindacati rimangono.

IL ‘MATRIMONIO’ TK – TATA STEEL

Peter Sauer

Le parole del tedesco

«Ast non è un asset strategico per ThyssenKrupp, ma allo stesso tempo non ci sono intenzioni di nessun tipo di avviare il processo di vendita, a maggior ragione visto l’andamento estremamente positivo degli ultimi anni» ha precisato Sauer agli interlocutori durante la riunione plenaria. Riunione presieduta dal dirigente del Mise Giampietro Castano – assente il ministro Luigi Di Maio o altri rappresentanti governativi – e alla quale hanno partecipato la presidente della Regione Catiuscia Marini, il vicesindaco Andrea Giuli, i parlamentari umbri Raffaele Nevi (FI), Leonardo Grimani (Pd), Virginio Caparvi (Lega) e Stefano Lucidi (M5s) e i segretari nazionali e provinciali di Fim, Fiom,Uilm, Fismic e Ugl. «Non c’è motivo di preoccupazione, l’acciaieria è stata rimossa dalla lista di quelle in crisi» ha detto loro Sauer, parlando a nome del consiglio di amministrazione della multinazionale tedesca, dal quale parte anche una sorte di appello in merito alle tante notizie e voci che si rincorrono da tempo sul destino dello stabilimento di viale Brin. «Abbiate un atteggiamento responsabile, le indiscrezioni, che arrivano anche in Germania, non aiutano lo stabilimento né i lavoratori» quanto detto in sintesi dal manager.

THYSSEN-KRUPP, HIESINGER LASCIA

Massimiliano Burelli

Gli impegni di Ast

Al numero uno di Ast Massimiliano Burelli è poi toccato il compito di rassicurare sul fronte di indicatori economici – che comunque non sono stati resi noti visto che l’anno fiscale è ancora in corso – e obiettivi, tutti positivi, a partire da quelli legati alla produzione, che per l’acciaio fuso nell’anno 2017/2018 supererà il milione di tonnellate, oltre il target inserito nell’accordo del 2014. Anche la quantità di spedito sarà maggiore rispetto allo scorso anno e buone notizie giungono sul fronte della riduzione del deviato e dei reclami, con il miglioramento delle consegne al cliente finale. «Sulla sicurezza – ha aggiunto Burelli – siamo rispetto alle aziende nazionali metalmeccaniche i migliori, con un indice di infortuni pari a 4 rispetto a 21. Ma il nostro obiettivo è arrivare a zero». Infine, l’ad di Ast ha spiegato che nel quadriennio che si sta per concludere, l’azienda investirà complessivamente nel sito oltre 190 milioni di euro, rispetto ai 175 contenuti nell’accordo firmato al Mise nel dicembre 2014.

Simone Liti

La Fim Cisl

Rassicurazioni, le ultime arrivate da Burelli, che però non convincono del tutto i sindacati, che infatti, alla spicciolata, commentano con perplessità quanto emerso. «L’incertezza emersa dal tavolo continua a non fare chiarezza sul futuro di Ast rispetto alle preoccupazioni che ci hanno portato alla richiesta dell’incontro» commentano coordinatore nazionale della Fim Cisl, Raffaele Apetino, e quello dell’Umbria, Simone Liti. Secondo i due sulle voci di vendita del sito il capo della relazioni esterne di Tk, Peter Sauer, «non ha né confermato né smentito. Vista la situazione – continuano i due sindacalisti – riteniamo urgente chiarire in tempi brevi le questioni sopra dette per garantire una prospettiva di lavoro del sito di Terni e delle sue produzioni. Serve per questo, aprire subito un tavolo di confronto al ministero con la presenza delle istituzioni e del ministro Di Maio per dare certezza di continuità alle produzioni di acciai speciali a Terni».

Claudio Cipolla

Fiom Cgil

«Alla luce delle dichiarazioni aziendali in sede ministeriale abbiamo espresso la nostra evidente preoccupazione. Se per Thyssen lo stabilimento non è strategico lo è per noi, per i lavoratori del sito e dell’indotto e per tutto il territorio ternano» dicono Mirco Rota, coordinatore Fiom per la siderurgia, e Claudio Cipolla, segretario generale della Fiom Terni. «Dichiarare che lo stabilimento non è strategico – continuano – può avere conseguenze negative sul piano degli investimenti e delle prospettive industriali in un mercato molto competitivo che ha bisogno di strategicità nella sua conduzione. Per questo abbiamo sollecitato sia Thyssen che il governo ad affrontare fin da subito il tema del piano industriale in scadenza a fine anno, a partire dagli investimenti e dai mercati di riferimenti, nonché dei delicati aspetti ambientali che impattano sullo stabilimento e sul territorio». Il ministero, riferiscono Rota e Cipolla, ha aggiornato l’incontro non appena Thyssen avrà definito la struttura manageriale e saranno disponibili i dati a conclusione dell’anno fiscale, in chiusura a fine settembre 2018.

Giovacchino Olimpieri

Fismic

Un confronto serrato con i vertici di Tk, Governo e istituzione locali lo chiedono, per trasformare Acciai Speciali Terni in un sito di interesse strategico nazionale il segretario nazionale della Fismic Marco Roselli, quello provinciale Giovacchino Olimpieri e Marco Bruni, coordinatore della rsu Fismic nel sito. I tre sottolineano però l’importanza di «quanto dichiarato dalla presidente della Regione Umbria nell’aver trasmesso al ministro Di Maio, in data odierna, il dossier relativo alla possibilità di usufruire dei benefici dell’amianto anche per il sito ternano oltre i termini in essere». Una lotta che il sindacato rivendica «nella difesa di un diritto (riconosciuto in tutti i siti italiani) che ci ha visto protagonisti nella raccolta di oltre 2 mila firme depositate nel novembre 2017 al Ministero del Lavoro e che oggi sembrano poter portare ad un risultato positivo importante per i lavoratori».

Daniele Francescangeli

Ugl metalmeccanici

Di incontro «interlocutorio», parlano il segretario generale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera, quello nazionale con delega alla Siderurgia, Daniele Francescangeli, e la segreteria provinciale. «Dopo mesi di attesa per la messa in vendita delle Acciaierie di Terni e dopo gli enormi sacrifici fatti in questi anni dai lavoratori, oggi veniamo a sapere che Thyssen Krupp considera nuovamente profittevole Ast. C’è quindi bisogno di maggiore chiarezza e trasparenza sul futuro, se non altro per raggiungere gli obbiettivi strategici in termini di competitività produttiva e qualitativa che il settore dell’inossidabile sul mercato mondiale richiede. In tal senso occorre risolvere le criticità organizzative a tuttoggi esistenti sia nei ruoli sia nelle funzioni». Per l’Ugl Metalmeccanici restano ancora «forti le ombre rispetto alle luci», «ecco perché – conclude – riteniamo fondamentale aprire un percorso di acquisizione delle giuste e corrette informazioni al fine di poter tutelare anche tutti i lavoratori diretti e indiretti, che quotidianamente svolgono con diligenza responsabilità ed onestà il proprio lavoro».

Simone Lucchetti

La Uilm

La contraddizione nelle parole di Sauer viene evidenziata dai rappresentanti della Uilm nazionale e da quella di Terni, che hanno tengono anche a sottolineare che i risultati economici e produttivi «riaffermano, ancora una volta, le potenzialità di Ast Terni nell’ambito del settore siderurgico, nazionale od internazionale, e la sua strategicità per il settore manifatturiero del nostro Paese». Per questo ragioni, la Uilm ha espresso «insoddisfazione per lo dichiarazioni dei rappresentane ThyssenKrupp per la mancanza di certezze sulle prospettive societarie di Ast». Anche dalla Uilm, dunque, è partita la richiesta di una intorlocuzione fra i massimi vertici aziendali TK e le istituzioni italiane per avere «le adeguate garanzie sull’eventuale processo di cessione per assicurare una continuità produttiva ed occupazionale di Ast Temi». In attesa di una esplicita formalizzazione della procedura di gara è stato dunque chiesto ai responsabili di Ast di avviare, a breve, un confronto sul nuovo piano industriale, su futuri investimenti, sviluppo occupazionale o sul rinnovo del contratto integrativo aziendale.

Raffaele Nevi

Raffaele Nevi

Così il deputato di Forza Italia, Raffaelle Nevi: «La dichiarazione fatta dal dottor Sauer rispetto alla non strategicità di Ast, pur non essendo una novità, ci preoccupa molto anche se è stata collegata all’altra dichiarazione in cui hanno affermato che per il momento l’azienda non è in vendita. Per quanto attiene la posizione di Forza Italia – prosegue Nevi – essa non cambia di una virgola. Al di là della vicenda della vendita, occorre costruire immediatamente un nuovo patto che contenga elementi di garanzia anche sul versante ambientale di cui il ‘fantasma’ Di Maio, che anche oggi non si è visto facendosi rappresentare dal vice capo di Gabinetto, deve occuparsi in prima persona, altrimenti il rischio, per noi altissimo, è che fra qualche tempo ci si trovi davanti a scelte già fatte e con una azienda molto indebolita».

Catiuscia Marini

L’attacco della Marini

«Il Governo ci dica se il livello del tavolo del confronto è quello di oggi oppure se vuole comunicare davvero quale è la strategia italiana in tema di acciaio» ha detto invece la presidente della Regione, Marini, delusa – dopo le due lettere inviate a palazzo Chigi e Mise – dell’assenza alla riunione del ministro Di Maio. Il richiamo della governatrice è che si instauri una «interlocuzione politica, che da quattro mesi non riusciamo ad avere, mentre vediamo il ridimensionamento di Ast». Attacco da parte sua anche all’azienda: «Non vediamo investimenti né azioni concrete dal punto di vista ambientale» ha detto. Nel pomeriggio arriva la nota ufficiale: «Quella di oggi è stata una riunione che, oltre ad essere segnata dall’assenza completa del Governo, non ha sciolto gli interrogativi circa il futuro di Ast.  ThyssenKrupp, infatti, presente con il responsabile delle relazioni esterne, ha ribadito la non strategicità di Ast per la multinazionale e ha affermato che non ci sono in atto procedura di vendita. Ma al di là di ciò non è stata possibile alcuna concreta interlocuzione sul futuro di Ast che se per Tk non è strategica, lo è invece per Terni, l’Umbria e tutto il paese. La Regione Umbria, facendo seguito agli impegni assunti al tavolo regionale, ha richiesto al Ministro un incontro urgente dettagliando le motivazioni della necessità di una interlocuzione politica su un tema che riguarda non solo Terni,  ma l’intera siderurgia italiana ed i suoi impatti con la manifattura del Paese. In questo senso non sono accettabili ipotesi al ribasso o di ridimensionamento della struttura produttiva del sito di Terni. È necessario sapere in quale ottica si muove la strategia nazionale sull’acciaio e per questo serve una interlocuzione politica con la proprietà di TK. Nel caso di cessione del sito serve conoscere il soggetto industriale, il piano di sviluppo, le strategie e le prospettive di una azienda che per capacità tecnologiche e competenze professionali si colloca su un piano di eccellenza nel panorama della produzione di acciai speciali. In tal senso e per questo l’impegno delle istituzioni e delle forze politiche e sociali dovrà essere rivolto a garantire per Ast l’individuazione di un acquirente di elevato standing industriale. Una interlocuzione fra l’azienda e le istituzioni locali e nazionali andrà in ogni caso assicurata sul versante degli interventi di carattere ambientale – ha concluso – necessaria a rafforzare le ragioni della presenza del sito ternano».

Il vicesindaco, Andrea Giuli

Il Comune di Terni

«Ennesimo incontro di fatto interlocutorio sulla situazione e le prospettive dell’Ast», si esprime così il vice sindaco di Terni Andrea Giuli dopo la mattinata di martedì al Mise. «Pur comprendendo – afferma in una nota congiunta con il sindaco Leonardo Latini – le ragioni dell’attuale prudenza dialettica degli esponenti della Tk e anche prendendo atto delle buone performance economiche prodotte dal sito di viale Brin, grazie alla determinazione del management e alla perizia e al sacrificio dei lavoratori, non possiamo non esprimere a questo punto una profonda preoccupazione per la sorte di uno stabilimento fondamentale per Terni, per la regione e pure per il paese. E non possiamo non rilevare nelle parole, magari necessitate, del management tedesco un’ambiguità affatto tranquillizzante circa le reali prospettive di Ast, nel momento in cui lo stesso management afferma simultaneamente che il sito ternano non è più centrale né strategico per il gruppo ma che nessuna intenzione di vendita effettiva è alle viste. Crediamo che sia necessario il momento della chiarezza, della verità e delle assunzioni di responsabilità per evitare di dover gestire sul territorio situazioni complicate e complesse come già avvenuto in un recente passato».

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