Banche, Intesa chiude altre quattro filiali

Due a Perugia e due a Spoleto, la Fabi: «In 8 anni persi 150 sportelli, territorio impoverito»

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Dopo quelle avvenute a Terni a settembre 2019, nuove chiusure in vista in Umbria per quattro sportelli bancari del gruppo Intesa San Paolo, che ha deciso di procedere con la riorganizzazione del modello di servizio della rete: ad essere interessata questa volta è la provincia di Perugia, dove entro giugno scompariranno le filiali di Ponte Felcino e Ponte Pattoli, nel capoluogo, e delle frazioni spoletine di La Bruna e Santo Chiodo. Il tutto mentre si attende di capire che effetto avrà a livello regionale il piano di Unicredit, reso noto lunedì, che ha annunciato la chiusura in tutto il territorio nazionale di 450 filiali, con 6 mila esuberi. «Di sicuro saranno colpiti sportelli anche in Umbria» mette in allerta la Fabi, la Federazione autonoma bancari italiani.

LE CHIUSURE A TERNI

Perso un quarto degli sportelli

Ad accendere l’attenzione sui tagli ed esprimere «forte preoccupazione per la situazione che si sta venendo a creare nel sistema bancario umbro» è proprio la segreteria regionale del sindacato più rappresentativo del settore. «Questi sono gli ultimi atti di una serie di chiusure di sportelli attuati da diversi istituti di credito presenti sul nostro territorio – dicono dalla segreteria Anna Minelli ed Enrico Simonetti -. Dal 2010 al 2018 sono state chiuse 150 filiali in Umbria (fonte Banca d’Italia), pari al 25,18%, provocando un impoverimento territoriale che oltre ai dipendenti ha costretto la clientela a spostarsi o addirittura a scegliere altre soluzioni. Come Fabi dell’Umbria siamo fortemente preoccupati per la progressiva diminuzione dei posti di lavoro e per la forzata mobilità a cui saranno sottoposti i dipendenti, spesso umiliando un patrimonio di risorse professionali».

L’appello alle istituzioni

«La desertificazione del territorio che probabilmente proseguirà con ulteriori chiusure di filiali – concludono i rappresentanti sindacali – è un tema che dovrebbe interessare anche le istituzioni, le associazioni di categoria, e ovviamente i cittadini, perché nell’immediato si mette a rischio la sopravvivenza del sistema bancario, ma in futuro è a repentaglio il livello dell’offerta alla clientela». In Umbria non solo ci sono alcuni territori completamente sprovvisti di sportelli, ma sono stati decentrati anche i centri decisionali dei gruppi bancari: l’unica banca ad aver conservato la propria autonomia è la Cassa di Risparmio di Orvieto, sulla quale però sono aperti attualmente molti interrogativi sulle prospettive alla luce della crisi della Banca popolare di Bari.

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