Biblioteca degli Arconi: le verità di Calabrese

Perugia, l’assessore replica all’assemblea dell’osservatorio che ha annunciato petizioni in Comune e in Soprintendenza

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Nell’ultima assemblea sugli Arconi, Primo Tenca, leader della protesta degli accademici, aveva puntualizzato che non si trattava di una iniziativa politica, ma della difesa di un diritto. Non la pensa così l’assessore Francesco Calabrese che, in un lungo post su Facebook, esordisce proprio così: «È evidente che siamo in piena campagna elettorale, ancor più verso il 2019 e qualcuno ancora non ha capito cosa è accaduto a Perugia nel 2014».

Gli Arconi

Schema San Bevignate non replicabile «Quello fu solo uno dei tanti sintomi della rottura ormai consumata del rapporto tra perugini ed una politica arrivata al capolinea – scrive Calabrese – sintomi, non causa, che accompagnarono quel cambio di amministrazione, eppure non sarebbe difficile comprenderlo. Come sarebbe facile capire che l’accostamento tra San Bevignate ed il progetto degli Arconi riesce solo a far sorridere, comunque si valuti il progetto di recupero, discusso per trent’anni a Perugia, di una delle aree di maggior degrado della città».

Non c’è dialogo Dopo le polemiche, Calabrese scelse di esporre il progetto Arconi in una assemblea pubblica nella Sala Sant’Anna, nel corso della quale fu data parola ai tecnici, prima che ai cittadini. Circostanza che provocò dissensi e malumori, fino al plateale abbandono della seduta da parte di Primo Tenca, che poi si sfogò con umbriaOn: «Non vogliono un confronto, hanno già deciso, cosa resto a fare?». Calabrese, nonostante le insistenze, non volle replicare, ma si limitò a condividere il video di quella assemblea. Oggi ripete la condivisione, aggiungendoci però una lunga considerazione sull’osservatorio.

IL VIDEO DI QUELLA ASSEMBLEA

«Falsità nella petizione» «La (ogni volta annunciata) petizione, infarcita di conclamate falsità, dalla irreversibilità dell’intervento all’occultamento del murus civitatis, nella cornice di ricostruzioni e considerazioni, nel miglior caso, molto molto opinabili, ma imposte con la sicumera di chi si ritiene titolare di non so quale patente consenta tanta arroganza, pone come obiezione principale che lì ci si realizzi una biblioteca. Pare uno scherzo, ma è così. Non contrastano, che so, l’idea di farci un pub o magari un ristorante (che pure era un progetto precedente), ma sono indignati, anche con aggettivazioni che rispedisco volentieri al mittente, che lì nasca una biblioteca. È effettivamente un brutto scenario immaginare tanti ragazzi che frequentano una biblioteca multimediale, con modello innovativo rispetto al tipico conosciuto a Perugia. In quel bel contesto storico ambientale, con vetrata aperta ed affacciata in un magnifico giardino, verso un panorama straordinario come pochi altri. Veramente preoccupante immaginare una situazione del genere, uno dei principali accessi verso il centro storico ridotto così».

Arconi Perugia raccolte firme Primo Tenca

L’assemblea contro il progetto Arconi

«Meglio il degrado?» «Ma sono sicuramente io l’ignorante – continua Calabrese – che non riesce a capire che lì è molto meglio lasciare quegli spazi allo storico albergo del degrado, con naturali caratteristiche dei luoghi che, privi di una funzione vitale, non possono che ridursi così. Sedicenti autoproclamate cattedre, di stento a capire quale visione culturale, non ce la vogliono una biblioteca. E questa luminosa visione non l’hanno manifestata cinque anni fa, quando il progetto della biblioteca fu ampiamente partecipato, come ci ha ricordato Giovanni Tarpani, ma gli è venuta cinque anni dopo, a cantiere avanzato. Un’illuminazione, appunto».

«Perdiamo il finanziamento?» «Come no, rispediamo all’Europa quei 3,5 milioni di euro di finanziamento vincolato ad un progetto di riqualificazione e recupero per realizzare una biblioteca, tiriamo fuori quel paio di milioni di euro, almeno, che servono per pagare l’impresa e ripristinare i luoghi nella loro magnifica precedente condizione. E torniamo a discutere ancora per i prossimi trent’anni su come recuperarli, tornando a cercare le importanti risorse che servono. Si fa finta di chiedere questo. Si fa finta».

TUTTO SUGLI ARCONI – ARCHIVIO UMBRIAON

«Supercazzole all’ora del tè» È sin troppo chiaro il bluff e l’unico tentativo in atto è quello di gettare discredito sul compimento di un progetto importante, di portata storica lo ridico, da accompagnare con il biasimo di altisonanti supercazzole dell’ora del tè, donate alla città con quel giusto tono. È tentativo già visibilmente privo di spazio, non otterrà alcunché, neanche suggestioni, potrebbe solo spiacermi per alcune ingenuità che si sono fatte coinvolgere. Mi farò una ragione anche di questo, so che la forza della realtà prevale sempre sulle chiacchiere, ancor più quando di questo genere. Sono capace di immaginarmi mentre domani passerò da lì, sarà bello vedere quella riqualificata vitalità ed avrò un pensiero grato per tutti i protagonisti di questo importante progetto. Ad iniziare da Fabrizio Bracco, che promosse quella funzione biblioteca e trovo’ i finanziamenti che servivano e, peraltro, mi piacerebbe possa essere lui ad inaugurarla. Così ci intendiamo sullo spirito che anima il nostro impegno, i perugini ormai lo conoscono e riconoscono».

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