Caporalato, una denuncia a Deruta

Il titolare di un autolavaggio avrebbe sfruttato due lavoratori: pagati meno di 3 euro l’ora, niente riposo e ferie

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È di una denuncia nei confronti di un trentenne residente a Deruta, titolare di un autolavaggio poi sottoposto a sequestro preventivo, il bilancio dei controlli anticaporalato svolti dai carabinieri del posto: all’uomo è stato contestato lo sfruttamento di due dipendenti di 30 e 38 anni, entrambi cittadini richiedenti asili politico, dei quali avrebbe approfittato dello stato di bisogno. A svolgere i controlli anche i carabinieri forestali di Marsciano, il nucleo carabinieri ispettorato del lavoro di Perugia e i funzionari dello stesso ispettorato.

Le accuse

Nel primo caso il lavoratore, sebbene in possesso di contratto part-time a tempo determinato, era stato costretto ad orari giornalieri oltre a quelli previsti con una paga non corrispondente al lavoro effettivamente prestato e senza che gli fosse garantito il diritto al riposo settimanale e alle ferie. Il secondo lavoratore è risultato invece privo di contratto di lavoro, di conseguenza assunto in nero. L’uomo ha poi aggiunto di percepire un compenso corrisposto dal titolare al termine di ogni giornata di lavoro. Gli accertamenti svolti hanno consentito di appurare che il titolare dell’esercizio corrispondeva ai due lavoratori una paga media di meno di tre euro per ora di lavoro prestata, risultata nettamente inferiore a quella prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro di riferimento, approfittando del loro stato di indigenza ed esponendoli al rischio di infortuni, vista l’inosservanza delle basilari misure prevenzionistiche previste dalla legge.

La maxi-violazione

Altro aspetto è quello relativo alle condizioni di impiego dei due che, durante la pausa pranzo, consumavano i pasti all’interno di una struttura in lamiera abusiva e priva di servizi igienici, utilizzata anche da magazzino e luogo di riposo notturno. Inoltre, sono state contestate specifiche violazioni alla legislazione sul lavoro e alle normative vigenti in materia di salubrità e sicurezza dei luoghi di lavoro, nonché in materia ambientale per l’illecito sversamento delle acque reflue, con il conseguente sequestro dell’intera struttura. Per queste violazioni sono state applicate sanzioni ed ammende per un totale di circa 17 mila euro, oltre ai recuperi contributivi ed assicurativi Inps/Inail, in corso di quantificazione da parte dei due istituti.

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