Carcere di Perugia: «Emergenza vera»

Carla Spagnoli, presidente del Movimento per Perugia: «Massima solidarietà agli agenti di custodia. Lo Stato li ha dimenticati»

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Carla Spagnoli

di Carla Spagnoli
Presidente Movimento per Perugia

Massima solidarietà e vicinanza del Movimento per Perugia ai poliziotti della Penitenziaria che al carcere di Capanne hanno proclamato lo stato di agitazione.

Ancora una volta siamo costretti ad assistere ad un silenzio vergognoso dello Stato verso i suoi leali servitori, trattati quasi come “Poliziotti di serie B”!

Basti pensare alle aggressioni contro gli agenti in servizio a Capanne, ormai sempre più frequenti: soltanto lo scorso aprile tre agenti sono rimasti intossicati da un incendio in una cella appiccato da un carcerato e un ispettore è stato colpito da un violento pugno al volto, scagliato da un detenuto straniero.

Sono anni che le sigle sindacali della Polizia Penitenziaria a Perugia denunciano una situazione al limite per i funzionari, dovuta alle aggressioni da parte dei detenuti e all’indecente carenza di organico che comporta carichi di lavoro assurdi per i poliziotti in servizio, con tutte le conseguenze in termini di sicurezza nel carcere e persino di salute dei nostri poliziotti!

Fino al 2016, nel carcere di Perugia, erano in servizio circa 230 poliziotti, quando per lo stesso Ministero della Giustizia dovevano essere 300: una carenza di organico di ben 70 unità! Com’è la situazione oggi? A giudicare dallo stato d’agitazione, non sembra essere migliorata… Eppure lo Stato continua a far finta di niente e a non ascoltare questi gridi di allarme!!!

In Italia politici, istituzioni e associazioni, quando si parla di emergenza carceri, pensano sempre e solo ai detenuti e alle loro “condizioni disumane”, invocando spesso “colpi di spugna” dello Stato attraverso indulti e condoni vari… Ma chi pensa alla Polizia Penitenziaria? Chi parla del numero dei suicidi tra i poliziotti penitenziari? Dal 2000 ad oggi i suicidi sono stati oltre cento, ma chi parla di tutelare la Polizia Penitenziaria che ogni giorno garantisce la nostra sicurezza? È mai stata strutturate una direzione medica della Polizia Penitenziaria composta da medici e psicologi, a supporto dei funzionari? Quando si farà fronte alle carenze d’organico del Corpo, divenute ormai una vera e propria emergenza? Quanto investe lo Stato per la formazione e l’aggiornamento dei poliziotti?

Eppure, nonostante tutto, con grande dignità e senso del dovere, i poliziotti penitenziari continuano a svolgere il proprio lavoro in maniera impeccabile: ricordiamo i numerosi interventi per sedare risse tra carcerati e mantenere l’ordine, per sventare tentativi di fuga o per salvare la vita a detenuti che si feriscono o tentano il suicidio… È bene ricordare anche gli straordinari risultati compiuti dalla Penitenziaria nell’attività di polizia giudiziaria e le altre attività tecniche di notevole importanza, come il movimento dei soggetti detenuti, le scorte e la gestione della banca dati dei DNA di tutti i soggetti che transitano negli istituti penitenziari.

Ricordiamo infine che quotidianamente questi servitori dello Stato si trovano a gestire e rieducare, tra mille difficoltà, una popolazione carceraria composta da molti stranieri (a Perugia i detenuti stranieri sono il 40%), provenienti da etnie e culture diverse e spesso in contrasto tra loro… Cari politici e benpensanti, quando parlate di emergenza carceri e di tutela dei carcerati fatevi queste domande: chi sono i primi ad assistere e ad ascoltare un detenuto in difficoltà? Chi sono i primi a tutelare i carcerati? I poliziotti penitenziari, che lo Stato ha dimenticato…

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