Carcere di Perugia, protesta si inasprisce

I sindacati, che dal 19 giugno presidiano pacificamente la struttura, accusano le istituzioni di «disinteresse» e annunciano lo ‘sciopero della mensa’ da mercoledì

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Si inasprisce la protesta del personale in servizio nel carcere di Capanne a Perugia. Osapp, Uil P.P., Cisl Fns, Sinappe e Cgil FP, con una noto congiunta, lo annunciano ufficialmente.

«Disinteresse» I cinque sindacati, «già in stato di agitazione da ben due mesi e dal 19 giugno in sit-in (che ha ricevuto visite di solidarietà e prese di posizione politiche; ndr) davanti al Ncp di Perugia Capanne – si legge nella nota – stanno constatando con rammarico che la protesta pacifica messa in atto non ha interessato i nostri Superiori Dipartimentali né tanto meno il provveditore della Toscana-Umbria».

La denuncia La protesta, dicono i sindacati, è «volta a denunciare la mancanza di fondi per il pagamento del lavoro straordinario già espletato; la mancanza di personale effettivo; il mancato trasferimento di detenuti che si sono resi protagonisti di aggressioni al personale di polizia penitenziaria e di aggressioni al personale sanitario, fino ad organizzare una vera e propria rivolta all’interno di una sezione detentiva; il perdurare degli attuali livelli minimi di sicurezza che non permettono di poter lavorare serenamente», ma – accusano – «non ha interessato i nostri superiori dipartimentali né tanto meno il provveditore della Toscana-Umbria».

Lo sciopero Le Organizzazioni Sindacali, quindi, «visto il disinteresse mostrato dai nostri superiori uffici, continuano con lo stato di agitazione, continuando con il sit-in davanti al penitenziario e da mercoledì 5 luglio intraprenderanno l’astensione dalla mensa obbligatoria di servizio».

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