Chiostro Santa Cecilia Collescipoli: «Stop bando concessione. Sistemare i danni»

Terni – A tornare sul tema è l’associazione culturale L’Astrolabio

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Sospensione del bando per la concessione dell’ex monastero di Santa Cecilia e riparazione dei danni. A chiederlo per il chiostro di Collescipoli è l’associazione culturale L’Astrolabio con a capo il presidente Giuseppe Rogari.

EX MONASTERO COLLESCIPOLI: PRO LOCO E ANCESCAO IN CAMPO

Pulizia e dubbi

Lo scorso anno – spiega Rogari – il gruppo dei ‘Volontari per Collescipoli‘ ha ripulito il chiostro di Santa Cecilia da erbe infestanti e calcinacci (dodici sacchi). In quella circostanza si constatò, oltre ai gravi danni (circa 30 mila euro) provocati dalle infiltrazioni d’acqua, che le caditoie erano intasate e, nonostante alcune prove con una ditta specializzata di fiducia dell’amministrazione, non si è riusciti a ripristinarle. L’intervento (pagato dalla nostra associazione) ha portato solo ad una parziale riapertura delle caditoie, ma per mantenere un minimo di deflusso dell’acqua è ora necessario pulire periodicamente l’ultimo piano, dove gli intonaci totalmente fradici si staccano e intasano i condotti, provocando il debordo delle acque sulle volte e nelle stanze».

3 MILA EURO AL MESE PER LA CONCESSIONE

La concessione

I notevoli danni – continua Rogari – avrebbero imposto «un intervento puntuale per impedire che la situazione peggiorasse, ma si è preferito ignorare il problema e dare la gestione del monumento alla pro loco, che nel corso del 2022 lo ha utilizzato per le proprie attivita (‘gnocchettiamo’, premiazione della corsa delle carrette, halloween, ecc.). Il 13 dicembre è uscita la determina del Comune di Terni che prevede l’affidamento in concessione e gestione del monastero di Santa Cecilia. Il bando consentirà di concedere in uso il bene senza però prima riparare i numerosi danni, precludendo così un utilizzo di molte stanze per seminari, stage, prove musicali, mostre. Ovvero tutte quelle attività che darebbero valore aggiunto al borgo attirando visitatori. Va ricordato che il recupero del bene è costato alle casse pubbliche almeno due milioni di euro. Analizzando la determina ed approfondendo con un esperto, è possibile stimare che i costi complessivi di gestione, oltre ai canoni mensili che ammontano a 2.965 euro, includono gli oneri energetici, di manutenzione e fiscali, che prudenzialmente si aggirano intorno ai 15 mila euro. Ricordiamo che l’impianto di condizionamento è unico e quindi non c’è possibilità di razionalizzare il costo. Ci domandiamo, quindi, come può un’associazione sopportare simili oneri, in considerazione che una parte del bene è inutilizzabile visto che è invaso dalle acque piovane. Per questi motivi chiediamo all’amministrazione comunale di risolvere, prima di dare in concessione il bene, i danni illustrati e verificare la sostenibilità del costo di gestione del bene da parte di una singola associazione».

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