Coltivazioni ‘sospette’: versioni contrastanti

Terni, Il M5S accusa: «Il Comune è immobile». L’assessore Giacchetti: «Non è vero, ecco cosa abbiamo fatto»

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Non mollano la presa e, anzi, rilanciano. I consiglieri comunali di Terni del del M5S – con il ‘rinforzo’ dell’auroparlamentare Laura Agea e del senatore Stefano Lucidi – tornano a chiedere al sindaco Di Girolamo «di prendere finalmente l’iniziativa e impedire le coltivazioni sui terreni a forte rischio di contaminazione».

I terreni Si tratta, spiega Thomas De Luca, «dei terreni su cui si trovano le discariche denominate ‘Maratta 1’, dove sono stati scaricati rifiuti solidi urbani; ‘Maratta 2’, nella quale sono finiti i rifiuti industriali della ex Rivoira; ‘Fiori 1’ e ‘Fiori 2’, utilizzate per scaricarci scorie e rifiuti industriali della ex Polymer; e ‘Sabbioni’, utilizzata per rifiuti solidi urbani. Abbiamo chiesto di sapere se il Comune abbia mai accertato quali alimenti si producano su quei terreni e quale sia l’uso finale che ne venga fatto, ma non abbiamo avuto risposta».

L’ordinanza Ma, tanto per cominciare, hanno detto Laura Agea e Stefano Lucidi, «il sindaco, che oltre ad essere l’autorità responsabile della salute pubblica è pure medico, dovrebbe emanare l’ordinanza interdittiva delle coltivazioni, invece di limitarsi a chiedere che i proprietari dei terreni facciano, a proprie spese, i prelievi e le analisi sui terreni». Il problema, però, secondo il Movimento 5 Stelle sarebbe questo: «Farlo adesso – hanno detto martedì mattina – equivarrebbe ad ammettere di aver omesso di fare controlli e verifiche almeno dal 2004 ad oggi. E questo il Comune non lo farà mai».

Giacchetti Ma la replica dello stesso Comune non si fa attendere: «Se Laura Agea e Stefano Lucidi possono avere informazioni parziali – dice l’assessore Emilio Giacchetti – è strano che il consigliere De Luca dica di non aver avuto risposte, visto che proprio io l’ho invitato a partecipare agli incontri con i 14 proprietari dei terreni di ‘Maratta 1 e 2’ (13 di ‘Maratta 1’ e l’unico proprietario di ‘Maratta 2’; ndr). Se De Luca non ha informazioni è solo perché ha preferito non esserci, altrimenti avrebbe saputo che con gli stessi proprietari la discussione è stata serena e costruttiva».

Analisi da fare Che, tradotto, significa questo: «Ai proprietari è stato chiarito che fare i prelievi di terreno e le successive analisi è indispensabile – spiega Giacchetti – e che, se si organizzeranno tutti insieme, i costi che dovranno affrontare saranno notevolmente più bassi di quanto ipotizzato (si parla di circa 800 euro ciascuno; ndr) e tutti sono sembrati intenzionati a procedere in questa direzione». Anche perché, dice ancora Giacchetti, «abbiamo chiarito loro che, in caso di diniego, saremo costretti a dover provvedere noi, ma fino a quando non avremo i fondi necessari dovremo impedire le coltivazioni. Entro pochi giorni avremo un nuovo incontro con i proprietari, per avere la loro risposta, ma confesso di essere ottimista al riguardo».

Le ipotesi Le cose potrebbero andare così: i proprietari dei terreni – dato che le procedure da seguire sarebbero comuni – si ‘consorzierebbero’ e, in accordo con Usl2 e Arpa, provvederebbero ai prelievi, su cui verrebbero eseguite le analisi: «Il Comune – chiarisce Giacchetti – pur non avendo alcun ruolo, in quella fase, è pronto a dare la propria collaborazione, perché arrivare ad ottenere una risposta definitiva su questo problma è interesse di tutti. A cominciare dai proprietari, ma anche di tutta la cittadinanza».

L’indiscrezione Soprattutto perché, stando ad un’indiscrezione, una parte dei prodotti ortofrutticoli provenienti da alcuni di quei terreni, finirebbero regolarmente sui banchi di una catena della grande distribuzione. E da lì, direttamente sulle tavole dei ternani. E forse non solo.

 

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