Comune di Terni, approvato il bilancio

Il consiglio comunale, a maggioranza, certifica i tre milioni e mezzo di passivo nel consuntivo 2015 dell’ente

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Le cifre erano già state illustrate: tre milioni e mezzo di euro – per la precisione 3 milioni, 445 mila, 15 euro e 3 centesimi – è l’ammontare del disavanzo del bilancio 2015 del Comune di Terni, che lunedì è stato approvato con 21 voti a favore e 8 contrari.

L’ASSESSORE VITTORIO PIACENTI D’UBALDI SPIEGA LA MANOVRA – L’INTERVISTA

L’atto di indirizzo Una proposta d’atto d’indirizzo sul rendiconto di gestione dell’ente è stata presentata, in apertura della seduta consiliare, da Andrea Cavicchioli, presidente del gruppo del Pd anche a nome degli altri presidenti dei gruppi di maggioranza, Chiappini, Ricci e Bencivenga. Con l’atto «il consiglio comunale impegna il sindaco e la giunta ad ottemperare alle prescrizioni, indicazioni e osservazioni dell’organo di revisione di cui alla relazione sulla proposta di deliberazione consiliare del rendiconto della gestione e sullo schema di rendiconto per l’esercizio finanziario 2015, ponendo in essere i necessari atti e adempimenti per ogni profilo, settore e comparto segnalato, tramite azioni di carattere organizzativo ed economico-finanziario in grado di affrontare concretamente le situazioni e le criticità avanzate». Con lo stesso documento i proponenti sottolineano che gli atti, gli adempimenti e le azioni sollecitate, «da porre in essere in tempi rapidi, acquisiscono maggiore rilevanza nell’attuale contesto nazionale caratterizzato da un’evoluzione normativa che prevede forme di semplificazione con l’istituzione della local tax, accompagnata da inevitabili provvedimenti di perequazione che potranno tener conto di una serie di fattori collegati con le dinamiche concrete dei singoli enti e dall’affiancamento alla contabilità finanziaria della contabilità economico-patrimoniale nonché dalle esigenze di determinare gli equilibri di cassa». Anche questo atto d’indirizzo è stato approvato con 21 voti a favore e 8 contrari.

Gli interventi Enrico Melasecche (IlT), ha parlato di «un bilancio storico, frutto di quindici anni di follie che oggi vengono al pettine»; mentre per Andrea Cavicchioli (Pd), «i revisori dei conti hanno comunque dato un parere favorevole, indicando una serie di azioni da porre in essere che noi condividiamo»; Francesco Ferranti (FI) ha detto che «la città non avrà più un sindaco, ma un curatore fallimentare, assistito da un esecutore che sarà l’assessore Piacenti»; per Faliero Chiappini «le soluzioni possono essere cercate con una riflessione non tanto sulle entrate tributarie, considerando le condizioni di grave disagio della nostra comunità, quanto sul patrimonio, con il percorso delle alienazioni sul quale si sta lavorando per recuperare risorse»; secondo Franco Todini (IC) «l’attuale amministrazione non appare in grado di gestire manovre correttive, nel quotidiano, ma anche a livello progettuale. La macchina comunale è ferma agli anni settanta o ottanta e non appare in grado di reagire»; per Federico Pasculli (M5S) «nel programma di Di Girolamo per le ultime elezioni c’era scritto che la città aveva superato lo tsunami finanziario ed economico, oggi, a fronte di questo consuntivo, dovreste riconoscere che il programma del 2014 è fallito e dovreste avere il coraggio di dirlo, perché voi i conti quando presentavate alla città quel programma li conoscevate»; Marco Cecconi (FdI) ha ricordato che «oggi si paga il peso di politiche scellerate di bilancio perpetrate per decenni che si ripercuoteranno sui tributi e sulle tariffe, ovvero sulle tasche dei ternani. Oggi c’è lo smascheramento delle bugie di questa amministrazione. A consuntivo questo bilancio dimostra come l’ente nel corso dell’esercizio abbia maturato un ulteriore disavanzo»; per Silvano Ricci (SpT) «i bilanci di un ente pubblico non possono essere letti solo in chiave economica. La logica dei bilanci è cambiata e su questo non sono d’accordo: noi dobbiamo dare risposte alla città e ai cittadini. Se ci siamo indebitati è stato anche per quello».

L’assessore Vittorio Piacenti D’Ubaldi ha giocato in attacco: «Noi abbiamo una grande responsabilità e ne siamo fieri: dobbiamo cercare di risolvere problemi che non sono stati creati solo dalle amministrazioni di centro sinistra. Anche l’amministrazione Ciaurro – ha detto Piacenti – ha effettuato investimenti pari a 97 miliardi di lire. Il tema del risanamento dei conti del Comune riguarda dunque la città e non il centrosinistra o il Pd. Lo spirito della nuova normativa è quello di risolvere l’indebitamento eccessivo. Oggi non c’è più lo Stato che interviene a babbo morto, oggi si chiede responsabilmente ad ogni comunità di trovare al suo interno le risorse per uscire da queste situazioni.
Sulle partecipate abbiamo la necessità di operare alcune azioni: sull’Asm – ha specificato – l’amministrazione comunale non vuole fare cassa, ma costruire un progetto industriale che le dia una prospettiva solida. Sulle farmacie occorre capire se il settore è strategico o il processo di dismissione ha un senso per migliorare la struttura finanziaria di questo ente. Dall’opposizione – ha concluso – e in particolare dal M5S mi aspetto ogni tanto una proposta: è troppo facile fare i sindacalisti di ogni protesta della città. Se si applicassero le ricette che vengono dall’opposizione il default sarebbe arrivato da un pezzo».

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