Comune di Terni, sindacati critici

Cgil e Usb attaccano su bilancio e progressioni orizzontali del personale: e resta aperta la questione ‘pre Fornero’

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I sindacati dei lavoratori del Comune di Terni non abbassano la guardia: Giorgio Lucci, segretario della Fp Cgil, per esempio, scrive una ‘lettera aperta’ al sindaco Di Girolamo nella quale si legge che «ormai da mesi si è aperta nella nostra città una accesa e articolata discussione sulla capacità dell’amministrazione da lei guidata di riuscire a comporre un bilancio preventivo sostenibile e compatibile con le aspettative della nostra comunità. Stiamo affrontando temi che coinvolgono fortemente la nostra comunità, dalla refezione scolastica ai servizi educativi, dai servizi sociali ai servizi per i più deboli e svantaggiati, dal destino delle aziende partecipate, fino all’ipotesi di utilizzare la normativa pre Fornero per un numero rilevante di dipendenti».

Giorgio Lucci

Giorgio Lucci (FpCgil)

Il dibattito Il limite di questa discussione, secondo Lucci, «è nell’affrontarla in modo parcellizzato, senza inquadrarla in una visione di insieme.Vogliamo comprendere se lo sforzo che stiamo facendo anche come sindacato serve solo a chiudere i conti del bilancio in un mero esercizio di finanza pubblica, oppure produrrà, come auspichiamo, nel medio termine le condizioni per un rilancio di quei servizi che per anni sono stati la massima espressione del welfare della città».

Fabrizio Collazzoni

Fabrizio Collazzoni (Usb)

Le ‘progressioni’ Sul tema delle ‘progressioni orizzontali’ per il personale comunale interviene invece il sindacato autonomo Usb: «Avevamo sviluppato, ricevendo la convergenza di altre organizzazioni aindacali – dice Usb – proposte che potessero, attraverso il principio di equità e solidarietà, diminuire una forbice salariale che con il tempo, nel nostro ente, sta diventando troppo evidente. Questa amministrazione ha invece voluto continuare ad agire nel solco della divisione. Ovvio che per logica conseguenza, chi si è prestato a queste forzature, permettendo all’amministrazione di attuare per intero i suoi piani, ha le stesse se non maggiori responsabilità, soprattutto nei confronti della Rsu».

Soldi finiti Il fondo delle progressioni orizzontali, dice l’Usb, «è praticamente saturo. Nel salario accessorio non possono essere inserite ulteriori risorse per espresso diniego di legge, anzi la Finanziaria obbliga ad una nuova riduzione in relazione ai pensionamenti. Si aggiunga la pesante situazione di bilancio e debitoria dell’Ente, per comprendere quanto sia impossibile pensare a risorse aggiuntive. Neanche l’attuazione dei piani di miglioramento, (che l’amministrazione continua ad ignorare), qualora producessero risultati certificati, potrebbero portare a nuove progressioni, perché la normativa obbliga a destinare quelle eventuali risorse prodotte alla parte variabile, vietando ogni tipo di stabilizzazione nel fondo. Solo i risparmi derivanti da probabili pensionamenti (utilizzabili però solo dal 2017) potrebbero produrre minimi risultati, ma sarebbero del tutto insufficienti a dare quelle risposte che in molti si aspettano».

Gli errori Quindi ad oggi, insiste il sindacato autonomo, èa prescindere da chi è stato legittimo destinatario dell’ultima progressione orizzontale, quella forbice che l’Usb voleva ridurre in molti casi si è allargata ulteriormente, ed il divario salariale è aumentato. Ciò non per elementi spiccatamente meritocratici, ma come si è visto, sulla base dell’anzianità di permanenza nella categoria economica di riferimento o nell’ente. Come dire che il criterio usato ricalca il famoso detto, ‘chi tardi arriva male alloggia!’. Non è proprio l’obiettivo che l’assessore si era impegnata a cogliere. Ci domandiamo, se ora le sarà chiaro il motivo dei nostri dubbi sul profilo dei criteri che ostinatamente ha voluto usare».

 

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