Confindustria Umbria: «Produrre ricchezza»

L’orgogliosa rivendicazione di Antonio Alunni – eletto presidente – nel discorso di insediamento: «Senza l’industria l’Umbria non sarebbe mai entrata nella modernità»

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Come previsto fin dal luglio scorso, Antonio Alunni è il nuovo presidente di Confindustria Umbria. Il vice presidente sarà Luca Tacconi. L’elezione è venuta nel pomeriggio di martedì, durante l’assemblea annuale dell’associazione datoriale. 

L’INTERVISTA AD ANTONIO ALUNNI  E AD ERNESTO CESARETTI– IL VIDEO

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Alunni, Tremonti e Cesaretti

Industria centrale Un passaggio della relazione del neo presidente Alunni, è stato un orgoglioso richiamo alle tradizioni industriali della regione: «Basta una conoscenza anche solo superficiale della nostra storia per verificare che senza l’industria l’Umbria non sarebbe mai entrata nella modernità. Senza l’industria l’Umbria avrebbe avuto il destino demografico di alcune delle regioni più sfortunate d’Italia. Se l’Umbria è la regione che, pur tra tanti problemi, presenta un quadro per tanti aspetti positivo della sua vita civile e sociale, lo deve in misura fondamentale alla sua industria. Noi imprenditori siamo chiamati a fare la nostra parte per il bene comune della nostra Regione. Ma deve essere chiaro che non possiamo riuscire adeguatamente nel nostro lavoro se la centralità dell’industria non è pienamente percepita e se il clima politico, civile e sociale intorno all’industria non muterà da quello attuale, che è almeno di scetticismo, ad uno di condivisione».

LA RELAZIONE DI ANTONIO ALUNNI

Cesaretti, Boccia e Alunni

Il futuro Alunni, poi, ha chiarito: «Noi vogliamo che l’Umbria diventi la regione più business-friendly d’Italia. Una regione nella quale le energie imprenditoriali, per fortuna così forti e diffuse in ogni settore produttivo, possano essere pienamente impiegate per la produzione di ricchezza per tutti i cittadini, e non debbano essere impiegate per superare ostacoli che sarebbe possibile evitare attraverso decisioni politiche adeguate, ed attraverso una amministrazione più efficiente, basata su regole conformi alla complessità dell’economia di oggi, ispirate dalle best practices nazionali ed internazionali. Questo è quanto noi chiediamo fortemente alle istituzioni politiche. E lo chiediamo perché riconosciamo, pienamente e senza riserve mentali, che in un sistema democratico spetta alle istituzioni ed alle forze politiche che riscuotono il consenso popolare prendere le decisioni fondamentali per l’interesse generale».

Cesaretti e Poletti

Industria 4.0 Il presidente uscente, Ernesto Cesaretti, ha rivendicato che «Confindustria Umbria ha cominciato ad affiancare le imprese che si avvicinano ad Industria 4.0 con investimenti che introducono in fabbrica l’interconnessione delle macchine, la gestione dei big data, le tecnologie d’avanguardia. Siamo stati primi in Italia a costituire il Digital Innovation Hub. In Germania, dove il tema è stato affrontato seriamente dal 55% degli imprenditori, solo un industriale su tre considera di avere una buona conoscenza di Industria 4.0. In Umbria non siamo a questi livelli, e dobbiamo recuperare. Consapevoli che da soli possiamo fare molto, ma non possiamo fare tutto. Da qui nasce l’esigenza di costruire e di condividere una nuova visione dell’Umbria. Sentiamo forte – ha detto rivolgersi alla presidente Marini – la necessità di definire insieme un nuovo progetto per la regione, per le imprese, per la società. Un progetto che raccolga le sfide poste dalla modernità scientifica, tecnologica, organizzativa, e che sappia ad esse rispondere in maniera coerente ed originale, calibrata sulla nostra identità e sulle nostre caratteristiche. Credo sia il momento adatto per ripensare l’Umbria. Guardare ‘oltre’, per intravedere i segnali del cambiamento che dovremmo anticipare, non subire. ‘Oltre’ le posizioni di comodo, le piccole convenienze, gli interessi di parte».

LA RELAZIONE DI ERNESTO CESARETTI

Alunni e Tacconi

Chi sono Il nuovo presidente di Confindustria Umbria, Antonio Alunni, ha 46 anni ed è nato a Terni nel 1971. Laureato in economia e commercio, nel 1996 ha iniziato a svolgere la propria attività lavorativa in Fucine Umbre, prima come responsabile amministrativo e finanziario e successivamente, nel 1998, come responsabile della produzione. Dal 2000 ricopre la carica di presidente ed amministratore delegato prima e ora amministratore unico della Fucine Umbre. Prima della nomina a presidente è stato vice presidente con delega all’innovazione e all’organizzazione. Ricopre i seguenti ulteriori incarichi: presidente del Polo aerospaziale dell’Umbria (Umbria aerospace cluster), presidente dell’Umbria digital innovation hub, vice presidente della Federazione aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza (Aiad), membro del Consiglio generale di Confindustria nazionale, membro del Comitato di indirizzo della Fondazione Carit e consigliere della Banca d’Italia succursale di Perugia. Il nuovo vice presidente, Luca Tacconi, ha 55 anni ed è contitolare, insieme al fratello Pietro, del gruppo Tacconi di Assisi. E’ presidente della sezione di Perugia di Confindustria Umbria ed è stato per tre mandati componente del consiglio direttivo di Confindustria nazionale. Inoltre ha fatto parte del consiglio esecutivo di Federconfidi e presidente del Polo della meccatronica dell’Umbria.

Gli ospiti Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti; il presidente di Aspen Institute Italia, Giulio Tremonti; il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, hanno poi preso parte al dibattito che ha caratterizzato la parte pubblica dell’assemblea.

Vincenzo Sgalla

Sgalla: «Lavorare insieme per vertenze aperte» Il segretario generale della Cgil Umbria tende la mano ad Alunni, invitandolo alla collaborazione: «Facciamo gli auguri di buon lavoro al nuovo presidente di Confindustria Umbria, Antonio Alunni, un imprenditore che conosciamo sia nella veste di datore di lavoro che in quella di ‘sindacalista’ delle imprese umbre. In entrambe abbiamo potuto apprezzare la sua competenza, in particolare nel settore manifatturiero, che è e deve restare una colonna portante del sistema economico umbro- Nella relazione di martedì del neopresidente – continua Sgalla – ci sono diversi spunti interessanti, a partire dalla condivisione della necessità che come Cgil indichiamo da molto tempo, ovvero quella di dare vita ad un nuovo progetto di crescita e sviluppo per la nostra regione, che parta appunto dal manifatturiero, ma tenga insieme altri fattori essenziali per invertire il piano inclinato sul quale continuiamo a scivolare in basso: welfare, servizi, lavoro di qualità, turismo-ambiente-cultura, infrastrutture materiali e immateriali. Tuttavia c’è un punto di partenza che deve essere comune e sul quale invece ci sembra che Confindustria continui ad essere quantomeno ambigua: bisogna smetterla con la retorica del bicchiere mezzo pieno e ammettere che l’Umbria è in difficoltà. Lo dimostrano – conclude – le decine di vertenze aperte, molte delle quali investono industrie strategiche e fondamentali per la nostra regione. Dalla soluzione di queste vertenze, che va cercata insieme, dipende la possibilità di rilancio dell’intero sistema produttivo umbro».

Raffaele Nevi

Nevi: «Valuteremo bene dai fatti» Il capogruppo in Regione di Forza Italia, Raffaele Nevi, è invece prudente: «Ho partecipato all’assemblea generale della Confindustria Umbria. Sono rimasto piacevolmente colpito dall’atmosfera presente al Teatro Lyrick. Noi di Forza Italia siamo da sempre vicini a chi fa impresa, a chi contribuisce con il proprio ingegno, e anche con una buona dose di coraggio, a rendere sempre più rigogliosa l’economia reale affrontando quotidianamente le molteplici sfide che il mercato porta con se. Dico di più: l’intenzione, manifestata ieri dal nuovo presidente, di rendere la nostra una regione davvero “business-friendly” rispecchia pienamente l’obiettivo che da sempre il mio partito si è posto. La speranza è che Confindustria possa essere da stimolo anche per il governo regionale. Dal canto nostro siamo pronti ad accettare la sfida. E proprio per tale motivo confidiamo in una Confindustria forte e autorevole e, di certo, non politicamente corretta. Valuteremo bene dai fatti».

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