‘Consulta immigrati’: «Problemi irrisolti»

Un’assemblea giovedì pomeriggio a Terni in cui sono stati ribaditi i rapporti difficili con il Comune e l’Arci. Un’occasione per illustrare il progetto di tutela della salute degli immigrati

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Giovedì pomeriggio, nella sala consiliare di palazzo Spada a Terni, è stata convocata dalla presidente Maria Hotico l’assemblea della Consulta comunale per l’Integrazione. All’ordine del giorno la discussione sui problemi operativi riscontrati dalla Consulta, la discussione sul protocollo d’intesa tra la Consulta e Anci Umbria e l’illustrazione preliminare di un progetto di tutela della salute delle famiglie immigrate.

Il Comune Nel corso dell’assemblea è riemerso il problema del mancato dialogo con l’amministrazione comunale. «Abbiamo provato più volte a ottenere un incontro con il sindaco o con il vicesindaco – è stato detto – , ma senza nessun risultato. Essendo un organo del Comune è indispensabile un confronto e uno scambio di opinioni per lavorare al meglio in sinergia».

L’Arci Altro tasto dolente il rapporto tra la Consulta e l’Arci. «Anche a loro abbiamo chiesto più volte di confrontarci sui progetti, ma anche da lì, nessuna risposta. Abbiamo anche chiesto più volte di poter vedere gli appartamenti messi a disposizione dall’Arci, sopratutto dopo le proteste degli ultimi giorni. Ma niente, siamo sempre stati evitati».

Protocollo d’intesa All’interno della consulta ci sono degli obiettivi ben chiari, come quello di aprire una discussione costruttiva con le altre Consulte del territorio umbro, per confrontarsi sui vari problemi e discutere con le varie comunità di stranieri presenti a Terni. Inoltre, firmare un protocollo d’intesa con Anci Umbria e le associazioni del territorio per progetti riguardanti i cittadini stranieri non comunitari. Una sorta di cabina di regia per una progettazione comune.

La salute delle famiglie immigrate Infine, l’assemblea è stata l’occasione per discutere di un progetto che potrebbe vedere coinvolta l’Associazione italiana difesa interessi diabetici (Aid) e la Federfarma. «Il progetto prevede interventi di supporto per gli immigrati all’interno di alcune farmacie», ha spiegato il diabetologo Simone Casucci, invitato a partecipare all’assemblea. «Ci siamo resi conto che spesso per loro è difficile entrare nel sistema sanitario, ma è invece molto importante. L’obiettivo è quello di mettere a disposizione quante più informazioni possibile e creare una rete con i medici di base».

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