Covid-19, Ast: «Sciopero ingiustificato, fatto il possibile»

L’azienda replica ai sindacati, che chiedono un incontro al prefetto. «Adottate tutte le raccomandazioni dell’Istituto Superiore di Sanità»

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«Ingiustificata e pretestuosa»: così, in maniera dura, Ast replica alla posizione dei sindacati metalmeccanici, che mercoledì sera hanno indetto due giorni di sciopero per tutto lo stabilimento dopo aver ritenuto insufficienti le misure di prevenzione adottate dall’azienda contro la diffusione del coronavirus. Una mobilitazione iniziata alle 6 di giovedì e che, per ogni turno, continuerà fino alle 22 di venerdì. Sempre giovedì, nel pomeriggio, le organizzazioni di categoria dovrebbero essere ricevute dal prefetto Emilio Dario Sensi, a cui hanno chiesto un incontro nell’ambito di una convocazione già inviata ai confederali per affrontare più in generale le questioni economiche e occupazionali dell’emergenza.

PAURA CORONAVIRUS, IN AST SCATTA LO SCIOPERO

Il punto di vista dell’azienda

Di fronte alla mobilitazione unitaria di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Usb l’Ast rivendica di aver «tradotto dai primi giorni dell’emergenza in norme comportamentali e disposizioni organizzative le raccomandazioni dell’Istituto Superiore della Sanità. Sono state le organizzazioni sindacali a riconoscere questo impegno e a spronare l’azienda ad andare avanti. Quello che lascia interdetti è che, poche ore dopo, le stesse organizzazioni abbiano proclamato due giorni di sciopero per la sanificazione dei locali, che è già stata avviata e completata, anche nei reparti produttivi, nella giornata di ieri (mercoledì, ndr)». In questo contesto, Ast si dice consapevole che il suo impegno «deve essere costante e quotidiano». «Per questo – continua – abbiamo realizzato una serie di iniziative che hanno come scopo quello di dare sicurezza e tranquillità a tutti i lavoratori, mettendo al primo posto la tutela della loro salute, quella delle loro famiglie e dell’intera comunità che ospita le acciaierie da più di un secolo».

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Le misure adottate

Ast sottolinea di aver adottato «decine di iniziative: dalla chiusura dei locali mensa (sostituita dalla distribuzione di cestini con piatti caldi), all’aumento della frequenza dei servizi di pulizia e disinfezione dei locali utilizzati dai lavoratori» e di aver inoltre «messo in atto ogni azione per assicurare che ognuno svolga il proprio lavoro rispettando la distanza minima di sicurezza disposta dalle autorità». «Siamo molto lontani – continua la nota – da quel presunto disimpegno di cui parlano le organizzazioni sindacali. La salute dei nostri dipendenti è il bene più prezioso e non smetteremo mai di tutelarlo, perché è grazie al loro impegno se possiamo guardare al futuro con un ragionevole ottimismo, convinti di potere superare insieme anche questa emergenza che sta mettendosi a dura prova l’intero Paese». Per l’azienda in una situazione di estrema criticità e forte preoccupazione, l’impegno di tutti noi dovrebbe tendere alla ricerca di un forte spirito di collaborazione e coesione»

Fiom: «Se necessario pronti a replicare la mobilitazione in altre aziende»

Sulla questione della salute dei lavoratori metalmeccanici in generale, interviene anche la Fiom Cgil di Terni esprimendo «preoccupazione» per il decreto entrato in vigore giovedì. «Se la misura più significativa per contrastare il contagio è la distanza superiore al metro – commenta -, questo non può essere derogato per i lavoratori e le lavoratrici che non producono beni essenziali o servizi per garantire il sostentamento e la salute pubblica». La Fiom spiega di «essere impegnata con tutte le sue strutture a verificare che in tutti i luoghi di lavoro metalmeccanici si garantisca la salute e la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici, se questo non dovesse succedere, provvederemmo alla tutela dei lavoratori utilizzando le stesse modalità in essere nel sito di viale Brin. Sarebbe utile, favorire il lavoro da casa e lo smart working e dove non possibile fermare le produzioni non essenziali in questi 15 giorni di emergenza con l’utilizzo anche della cassa integrazione o fondo di integrazione salariale. Abbiamo la necessità di dare risposte anche allo stress psico-fisico che i lavoratori stanno vivendo in questa straordinaria emergenza. La salute vale molto di più dei profitti». Per questi motivi la Fiom «valuterà nelle prossime ore iniziative di mobilitazione generale per la categoria, come già espresso dalla segreteria della Fiom nazionale».

Sinistra Civica Verde: «Vicini ai lavoratori»

Intanto Sinistra Civica Verde Terni «si schiera senza indugi dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici, coloro che in questo momento sono in trincea per tutelare la salute di tutti noi, coloro che continuano a mantenere i servizi e la produzione, gli operatori della distribuzione. Riteniamo imprescindibile garantire a tutti lo stello livello di sicurezza, non solo per contenere il contagio ma per debellarlo completamente. Dalla sanità alla produzione – afferma SCV – tutti debbono a nostro avviso essere messi nelle condizioni di massima garanzia, e laddove possibile, fermarsi. A tal proposito, riteniamo fortemente giusta la decisione assunta dalle organizzazioni sindacali dei metalmeccanici, di fermare Ast con due giornate di sciopero, a fronte delle inadeguate misure intraprese dalla dirigenza nonostante la dichiarazione di pandemia, indetta proprio ieri dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e le misure drastiche del Governo. Infatti, a nostro avviso, l’interpretazione della norma è chiara: evitare gli assembramenti, ovunque possibile utilizzare lo smart working e tutte le misure adoperabili, dalle ferie alla cassa integrazione e, ove strettamente necessario, lavorare ma solo se le condizioni lo permettono, ovvero ad 1,5 metri di distanza. Ci sembra evidente che non in tutte le fabbriche e luoghi di lavoro tutto ciò possa essere garantito, pertanto, ci saremmo aspettati dal management di Ast, ma non solo, una maggiore responsabilità e attenzione rispetto alla tutela dei lavoratori e di tutti i cittadini a partire da un’adeguata rimodulazione dell’organizzazione del lavoro. Il profitto e la finanza non possono essere più importanti della salute».

L’incontro con il prefetto

Intanto le segreterie territoriali Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Usb hanno incontrato nel pomeriggio il prefetto Emilio Dario Sensi per esporre tutte le preoccupazioni del momento: chiesta l’attivazione del nucleo operativo integrato e un ‘tavolo’ con le regie della prefettura e alla presenza dell’autorità sanitaria, «affinché possano essere certificati gli impegni che il management sta mettendo in capo per contrastare la pandemia Covid-19 e avere garanzie della completa tutela psico-fisica dei lavoratori e delle lavoratrici. Il prefetto di Terni ha recepito le sopracitate richieste e proverà nelle prossime ore ad attivare il tavolo richiesto».

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