«Diffamò Tarquini», assolto Melasecche

Terni, si chiude la ‘guerra’ giudiziaria fra i due personaggi della vita amministrativa e politica cittadina: «Fatto non costituisce reato»

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Assolto perché ‘il fatto non costituisce reato’. Con questa decisione, l’ultima della sua lunga esperienza ternana, il giudice di pace Mariangiola Giorgetti ha assolto martedì l’assessore comunale Enrico Melasecche dall’accusa di aver diffamato l’ex direttore generale del Comune di Terni, Aldo Tarquini, che lo aveva denunciato. Si chiude così, dopo lungo tempo, tante udienze e numerosi testimoni, il conflitto giudiziario che ha opposto due dei protagonisti della vita amministrativa e politica cittadina degli ultimi anni.

Aldo Tarquini

L’imputazione

Il 27 agosto del 2013, nel proprio blog personale, Melasecche – al tempo consigliere comunale – riferendosi ai rapporti con la Curia e rivolgendosi al sindaco Leopoldo Di Girolamo, scriveva: «Lei preferisce l’omertà amicale di prima alla chiarezza dell’oggi? Il predecessore era certamente meritevole di benemerenze nel suo ambiente se si dovesse dar credito ai documenti pubblicati che certificano la vendita dei terreni della Curia, su cui poi è sorta la multisala (ex Planet, oggi The Space di via Bramante, ndR,) a prezzi di assoluto favore a familiare del dirigente suo braccio destro in questi anni». Il 1° agosto del 2013, in un articolo del blog intitolato ‘Piscine dello stadio e urbanistica facilona’, Melasecche scriveva: «Dopo dieci anni finalmente qualcosa si muove, ma tutto è a posto? Abbiamo anche appreso dalla cronache che il direttore generale, in contemporanea anche responsabile unico del procedimento di corso del Popolo, incarico ulteriormente retribuito ma in conflitto d’interesse con le funzioni ricoperte, aveva impostato una sorta di transazione ma non siamo riusciti a conoscere quali siano i termini dell’accordo mai portati alla trasparenza del consiglio comunale». Ancora in un blog del 17 agosto 2013 dal titolo ‘Teleriscaldamento e centrale di cogenerazione: due bufale gemelle, nascoste per anni, oggi emergono in tutta la loro vacuità. Ma chi ha fatto carriera non risponde?’ e poi in un’intervista al Corriere dell’Umbria del 18 agosto 2013 dichiarava: «Oggi tutto ciò viene certificato, nel frattempo, però i massimi responsabili sono andati in pensione dopo aver fruito di somme importanti per le progettazioni».

Storia finita?

In aula il pm Cinzia Casciani ha chiesto l’assoluzione dell’assessore, rimarcando come le critiche fossero rimaste nell’ambito della politica. Così Tarquini, parte civile attraverso l’avvocato Attilio Biancifiori, dopo la sentenza: «Lì, semplicemente, sono state scritte cose non vere». La decisione se chiedere o meno alla procura la possibilità di impugnare la sentenza, giungerà – afferma l’avvocato Biancifiori – «solo dopo aver letto le motivazioni del giudice». Melasecche, che alla lettura della sentenza – nota di colore – teneva in mano il libro di Claudio Lattanzi ‘Chi comanda a Terni’, era difeso dall’avvocato Dino Parroni.

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