Editoria in Umbria, M5S: «Salviamo Trg»

I pentastellati: «Proporremo un atto di indirizzo politico al Comune di Gubbio e in Regione a esclusivo sostegno della libera stampa e dei lavoratori»

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Lo sciopero indetto dai lavoratori di Tele radio Gubbio e il vertice di giovedì voluto da Asu e Slc Cgil per trovare un’alternativa al licenziamento di sette dipendenti su 15 non sono serviti a molto. La crisi dell’emittente Tele radio Gubbio – e le linea del licenziamento – continua, ma «esistono molte soluzioni ai problemi», dicono i pentastellati eugubini. «Alcune servono per risolverli; altre, invece, per intercettare denari pubblici, senza ulteriore esito».

I contributi della Regione «Di sicuro – continuano – i ‘contributi della Regione’ nel settore editoriale sono pie illusioni già sperimentate e odorano di assistenzialismo. Il ‘contributo’, poi, risulterebbe di difficile comprensione per tante altre realtà culturali in crisi».

I fallimenti «Dopo troppi fallimenti editoriali in Umbria e come già penosamente accaduto col Giornale dell’Umbria, Tele radio Gubbio ha una schiera di proprietari di tutto rispetto, i quali, se il progetto fosse valido, potrebbero risolvere i problemi economici con uno schiocco di dita. Se a questo si aggiunge che, a dispetto di validissime professionalità in campo, tanta informazione prodotta in Umbria in questi anni si è spesso mostrata discutibile, intaccando il pluralismo, temiamo che la storia del contributo sia una delle solite battaglie di parole della giunta faticosamente diretta da Catiuscia Marini».

Le soluzioni Il Movimento 5 Stelle quindi sta cercando delle soluzioni «che siano veramente un passo avanti per la collettività, iniziando col dire basta alle regalie in favore di editori impuri, stendendo un velo pietoso su leggi regionali che rischiano di concedere contributi addirittura a chi sfrutta giornalisti in difficoltà».

Atto d’indirizzo «Come Movimento 5 Stelle – dicono – proporremo un atto di indirizzo politico al Comune di Gubbio e in Regione a esclusivo sostegno della libera stampa e dei lavoratori, senza erogare denari pubblici agli editori impuri. Solo così si eviterebbe di precipitare ancora una volta in quelle prevedibili crisi, determinate nel momento in cui editore, affari e politica entrano in cortocircuito, come regolarmente accade. Occorre, infatti, salvare Tele radio Gubbio, ma l’unica proposta accettabile e finanziabile attingendo alle tasche della comunità, sarebbe quella dove le testate salvate diventino aziende di proprietà dei lavoratori. Solo questo tipo di spesa sarebbe eticamente ammissibile. Viceversa la legge regionale che si profila (non ancora in aula) è sicuramente la risposta sbagliata».

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