Editoria in Umbria: «Subito la legge»

La Lega Nord denuncia: «Esecutivo e maggioranza si erano impegnati a proporla oltre un anno fa». Il vice presidente della Regione, Paparelli: «A breve la si discuterà»

Condividi questo articolo su

di Valerio Mancini e Emanuele Fiorini
Consiglieri regionali della Lega Nord

Venga presentato quanto prima il disegno di legge regionale di sostegno all’editoria e all’informazione che Esecutivo e maggioranza, con la consueta e improduttiva enfasi, si erano impegnati a proporre alla discussione dell’Assemblea legislativa oltre un anno fa. La classe dirigente politico-istituzionale dell’Umbria deve farsi carico della grave situazione in cui versa il mondo dell’informazione regionale, dalle tv, alla carta stampata, agli on line.

La perdurante crisi dell’editoria sta colpendo in maniera durissima i giornalisti, l’80 percento dei quali ha un reddito annuo ‘al di sotto della soglia di povertà’ come ha pubblicamente denunciato il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Nicola Marini.

Una situazione questa che, oltre ad avere un preoccupante rilievo, va ad aggiungersi all’impoverimento sociale verso cui sta scivolando la nostra regione e rischia di condizionare negativamente un’attività qual è quella dell’informazione che per esprimere appieno la sua sostanza di fondamentale diritto civile deve essere libera e di qualità.

Ma forse chi governa così maldestramente l’Umbria non ha alcun interesse ad avere un’informazione con queste caratteristiche: disturberebbe troppo il manovratore.

E’ evidente che il Pd vuole colpire il pluralismo dell’informazione e ridurre la libertà di opinione e di stampa. Ne è esempio la legge sull’editoria varata nel 2016 dove il Governo Renzi, anziché preoccuparsi dei giornalisti e del fatto che molti non ricevono una remunerazione adeguata, ha pensato bene di spartire i contributi pubblici in misura maggiore a chi fa fatturati maggiori.

Vale a dire che chi guadagna di più avrà dallo Stato più soldi, e chi guadagna meno soldi sarà costretto a chiudere. Un Robin Hood al contrario.

Da qui la difficoltà delle testate locali. La libertà, l’economia e il diritto di cronaca non sono incompatibili anzi costituiscono un pilastro fondamentale delle società evolute, non è un caso che sulla libertà di stampa l’Italia ricopra solo
il 52° posto superata da paesi sicuramente meno sviluppati.

Lo stesso sindacato dei giornalisti umbri (Asu), nel corso di incontri e audizioni con le istituzioni regionali, ha fornito dati e
analisi che rivelano una situazione di grande sofferenza: disoccupazione, precarietà, contratti di solidarietà, cassa integrazione, contratti e compensi.

In questi ultimi anni 8 anni  oltre 40 giornalisti, per lo più giovani, hanno perso il lavoro per la chiusura di ben quattro testate, due televisive e due di carta stampata. Riteniamo lesivi della dignità e della professione i compensi applicati ai collaboratori: il sindacato parla anche di 100 euro al mese per ‘intere pagine comprensoriali, o di 3,5 euro ad articolo.

Il sindacato umbro ritiene che gli iscritti all’ente di previdenza di categoria dei giornalisti siano 900 circa, applicando su di essi la proporzione denunciata dal presidente dell’Ordine, Nicola Marini, significa che in Umbria sarebbero qualche centinaio i giornalisti che hanno un reddito al di sotto della soglia minima di povertà.

È per tutti questi motivi che riteniamo altamente censurabile, l’incomprensibile e colpevole ‘occultamento’ del disegno di legge per il comparto dell’editoria di informazione, sbandierato un anno fa come normativa ‘di sistema’. Giunta e maggioranza quindi
inseriscano tra le priorità della propria disordinata e intempestiva agenda anche questo atto che riguarda un settore che è essenziale la vita democratica della nostra Umbria, prima ancora che per la sua economia.

Fabio Paparelli (Foto Mirimao)

La Replica Il vice presidente della giunta regionale, Fabio Paparelli, replica a stretto giro: «Prerogativa dei consiglieri regionali, specie di opposizione, è quella di proporre disegni di legge (se hanno idee e capacità di proposta), non di aspettare quelle di iniziativa della giunta regionale. Ciò premesso, a breve il consiglio sarà messo in condizione di discutere la legge sull’editoria».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli