Qualcuno, anche nel mondo politico ternano, avrà tirato un sospiro di sollievo. Stefano Bandecchi, impegnato in politica come segretario nazionale di Alternativa Popolare e che aveva annunciato l’intenzione di candidarsi alle prossime elezioni politiche con il ‘terzo polo’ di Calenda e Renzi, non sarà della partita. A spiegare le ragioni è stato lo stesso patron rossoverde con un video su Instagram: «Siccome vedo tanta polemica, voglio farla fermare subito. Io non sarò candidato alle prossime elezioni. Il motivo fa quasi sorridere – spiega – però ve lo voglio dire perché è simpatico. Mi ha appena telefonato Maria Elena Boschi (Italia Viva) che avrebbe tranquillamente accettato la mia candidatura, perché c’è da dire che Italia Viva non aveva alcun problema sulla mia persona. Calenda invece è stato ostativo perchè, secondo lui, io sono fascista: c’è un video su Internet in cui indosso una maglietta dei paracadutisti e dico un motto dei parà, che per Calenda è un motto fascista. Pur essendo il segretario di Alternativa Popolare e pur essendo iscritto al Partito Popolare Europeo, per lui sono fascista e quindi non degno di candidatura. Va bene così, risparmierò un po’ di soldi e di fatica e mi dedicherò in maniera più concreta ad Alternativa Popolare. Che sicuramente sarà un partito che andrà benissimo fra cinque anni o quando comunque, per caso, dovesse cadere la prossima legislatura. Sono un uomo franco e mi piace la sfida della vita, per questo non ho mai avuto problemi ad ammettere le mie sconfitte. Questa è una bellissima sconfitta che mi ha insegnato molto e cioè che non tutte le persone sono intelligenti allo stesso modo. Detto questo, mi dispiace per i partiti di centro perché sono spariti da questa nazione, ma ci sarà Alternativa Popolare che è un partito di centro. Ribadisco, Boschi e Renzi avrebbero accettato serenamente la mia candidatura, Calenda ha detto che sono fascista e se lo dice lui… Non litigate più per la mia candidatura: ci sarà fra cinque anni e, con il mio partito, avrò tutte le firme per non dover chiedere nulla a nessuno».
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