Ex Merloni-shock: «Vendita congrua»

Perugia, la decisione è della Corte di Cassazione. Notizia resa nota da Andrea Smacchi (Pd), durante la seduta del consiglio regionale

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La Corte di cassazione ha giudicato congrua la vendita della Merloni a Giovanni Porcarelli, «ribaltando di fatto due gradi di giudizio, fino ad ora favorevoli alle banche. Finalmente una schiarita all’orizzonte dunque per questa importante realtà produttiva».

Smacchi Ad annunciarlo è il consigliere regionale Andrea Smacchi (Pd): «La notizia della sentenza della Cassazione sulla vendita della fabbrica di elettrodomestici a Porcarelli, giudicata incongrua dalle banche, apre una nuova pagina nella questione delle vertenze. Ora non ci sono più alibi e quell’azienda, anche alla luce della proroga della cassa integrazione firmata lunedì, deve ripartire e deve essere messa nelle condizioni di farlo, con un piano industriale serio e un accesso al credito fino ad ora negato a causa dell’incertezza derivante dal contenzioso giudiziario». Una nuova fase per l’azienda e per gli oltre 700 lavoratori di Umbria e Marche. Dopo la notizia, arrivata ieri, di proroga per altri due anni della cassa integrazione ai dipendenti del colosso degli elettrodomestici è arrivato oggi il verdetto della corte di Cassazione che, di fatto, spalanca le porte a nuovi scenari.

La sentenza Con il verdetto, emesso intorno alle 14 di martedì, la Corte ha insomma ribaltato le sentenze di primo e secondo grado con cui era stata annullata la vendita della Antonio Merloni alla Jp Industries di Giovanni Porcarelli, dando piena ragione all’imprenditore marchigiano e stabilendo, così, la totale correttezza dell’operazione contro la quale un pool di banche aveva fatto ricorso. Un vero e proprio colpo di scena che, come si augurano i sindacati, spazza via tutta quella serie di impedimenti che avevano bloccato lo sviluppo dell’azienda negli ultimi tempi.

Giulietti Il più lesto a commentare è il parlamentare ‘dem’ Giampiero Giulietti: «La sentenza segna un nuovo punto di inizio per la JP Industries. Lo scorso anno avevo presentato insieme ad alcuni colleghi un emendamento al decreto Destinazione Italia finalizzato a considerare legittima la vendita di aziende in esercizio nell’ambito di procedure di amministrazione straordinaria e la sentenza di oggi della Corte di cassazione dà ragione al percorso intrapreso. Ora la palla passa alla proprietà, ma ci sono oramai tutte le condizioni per concretizzare il rilancio dell’azienda, unitamente alla rimodulazione dell’accordo di programma fondamentale per tutta l’area territoriale interessata».

I sindacati Con una nota congiunta, Fim, Fiom e Uilm di Marche e Umbria illustrano la loro «soddisfazione in merito alla sentenza». Con la quale, dicono, «cade la spada di Damocle che bloccava l’attività industriale della Jp Industries e di conseguenza il lavoro dei 700 dipendenti. Ora si proceda con l’implementazione del piano industriale e i soggetti deputati a farlo si attivino per far sì che si riduca il disagio sociale di questi territori».

 

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