FarmaciaTerni, rottura insanabile in Comune

La terza commissione approva il bilancio, ma le crepe in maggioranza si allargano e la minoranza non partecipa al voto: adesso scoppia la grana inventario

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Alla fine il bilancio di FarmaciaTerni ha ottenuto il via libera dalla terza commissione del consiglio comunale di Terni, ma la frattura tra maggioranza e opposizione appare ormai insanabile, visto che a votare a sono stati solo i quattro consiglieri di maggioranza – Valeria Masiello, Fabio Narciso, Jonathan Monti, Michele Penoni, più il presidente Sandro Piermatti – ma anche dentro la maggioranza le crepe si sono ulteriormente allargate.

Stefano Mustica

Stefano Mustica

I temi Perché in commissione si doveva parlare e poi votare il bilancio, ma a tenere banco è stata ancora una volta la questione relativa a quella che le opposizioni considerano una «palese incompatibilità del presidente di FarmaciaTerni, in quanto Stefano Mustica è marito di una dirigente di farmacia che potrebbe essere interessata ad acquisire uno dei punti vendita che il Comune intenderebbe mettere sul mercato».

Leopoldo Di Girolamo

Leopoldo Di Girolamo

Il parere Sulla cosa era stato sollecitato il parere del segretario generale del Comune, che ha predisposto un documento pieno di rimandi e rinvii, ma che poi verso la fine se l’è cavata affermando che «vista l’incertezza intepretativa su vari aspetti, appare evidente che la scelta tra le due tesi compete al soggetto che effettua le nomine, il quale se ne assume la responsabilità nel caso in cui venga dichiarata, nelle sedi competenti, la decadenza del nominato per incompatibilità». Cioè al sindaco Di Girolamo che, infatti, la responsabilità se l’è assunta: decretando che non c’è nessuna incompatibilità e che il presidente di FarmaciaTerni è legittimato a ricoprire quel ruolo.

Luigi Bencivenga

Luigi Bencivenga

«Destituzione» Luigi Bencivenga (Progetto Terni) che è uno dei consiglieri di maggioranza che con maggiore violenza – ovviamente politica – sta combattendo la battaglia contro FarmaciaTerni e il suo presidente, ha allora sollevato un altro tema delicato: «Per votare il bilancio – ha detto – questa comissione e poi il consiglio dovrebbero avere a disposizione tutti gli elementi, mentre ne manca almeno uno importante, visto che la valutazione della reale consistenza del magazzino non esiste in quanto è stata fatta ‘a campione’ e questo, ovviamente, non ne garantisce la veridicità». Annunciando poi che in consiglio chiederà «la destituzione del presidente Mustica», prima di lasciare i lavori – lui non aveva diritto di voto – rinunciando al gettone di presenza.

«Incompatibile» Quelli delle opposizioni, invece, sono rimasti in aula  – Francesco Ferranti (FI), Thomas de Luca (M5S), Enrico Melasecche(IlT) e Franco Todini (IC) – ed hanno picchiato duro: «Vogliamo avere tutte le carte – la sintesi è questa – che dimostrino come è stato fatto l’inventario, che dimostrino se il presidente Mustica ha indicato nel suo curriculum il fatto che la moglie lavorava in Asfm, quando venne nominato e quando è stato fatto il concorso che ha permesso alla moglie di diventare dirigente». Poi Melasecche, De Luca e Ferranti non hanno partecipato al voto finale. Altro che medicine, insomma: lì dentro c’è un veleno che rischia di essere letale.

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