Finanze Comune Terni, chiesto un consiglio straordinario: «Serve un piano di rientro»

L’opposizione non molla sul tema dopo la sentenza della Corte dei conti in merito all’anticipo di tesoreria

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L’opposizione non molla la presa e, anzi, rilancia. Lo fa chiedendo la convocazione di un consiglio comunale straordinario alla luce della sentenza della Corte dei Conti sull’anticipo di tesoreria, legata all’annoso contrasto con Unicredit: «Serve un piano di rientro condiviso», l’input di Senso Civico, M5S, Pd e Terni Immagina.

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La richiesta

I consiglieri della minoranza chiedono una seduta straordinaria per «comunicazioni del sindaco e dell’assessore delegato sulla sentenza; ricognizione dell’utilizzo, nel corso dei trascorsi quattro anni, dei mutui vincolati lasciati dalla precedente amministrazione politica e comunicazioni dell’assessora ai lavori pubblici; predisposizione di un piano di rientro per l’assestamento del bilancio comunale, nella prospettiva di una soccombenza definitiva dell’Ente nei confronti di Unicredit». A ciò si aggiunge l’input per sindaco, giunta e assessore competente «a predisporre entro 60 giorni dall’approvazione del presente atto, un piano di rientro per il recupero dell’importo di 12.521.217,17 euro entro e non oltre la scadenza della consiliatura».

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Il problema 

C’è poi il riepilogo della vicenda, sul quale si è già sviluppato un confronto con l’assessore al bilancio Orlando Masselli: «Con la sentenza 41 del 23 marzo 2022 e dell’11 maggio 2022, la Corte di conti dell’Umbria – ricordano le opposizioni – ha rigettato il ricorso proposto dal comune di Terni avverso Unicredit al fine di condannare quest’ultima, nella sua veste di tesoriere dell’Ente, alla restituzione della anticipazioni di tesoreria. Le motivazioni della Corte dei conti appaiono in linea con gli orientamenti giurisprudenziali più volte richiamati all’attenzione dell’amministrazione comunale da parte delle consigliere e dei consiglieri di opposizione. Tali orientamenti avrebbero suggerito un comportamento, nel corso di questi quattro anni, difforme da quello posto in essere dall’amministrazione. In particolare ha statuito la Corte che l’anticipazione di tesoreria non riveste la qualifica di credito dell’Ente, in quanto consistente – ai sensi dell’art. 222 Tuel – in un finanziamento di breve durata, che non include provvista aggiuntiva, ma è indirizzata a sopperire a temporanee carenze di liquidità dell’Ente locale. In ragione di ciò, sempre secondo il decisum della Corte, la trasformazione surrettizia delle anticipazioni di tesoreria in forme di indebitamento, confliggerebbe con l’art. 119, sesto comma, della Costituzione. Ebbene, le argomentazioni addotte sul piano giuridico dal giudice contabile confermano che le condotte politiche poste in essere dall’amministrazione comunale, ai di là di eventuali responsabilità contabili di pertinenza di altri organi, sono state surrettiziamente indirizzate a considerare dette anticipazioni di tesoreria come indebitamento dell’Ente, così da strumentalmente ricondurle alla gestione separata affidata all’Organismo straordinario di liquidazione, utilizzando risorse che dovevano, differentemente, essere accantonate. I bilanci fin qui approvati, di conseguenza, risentono di una rappresentazione della situazione economica e finanziaria dell’Ente difforme da quella reale e impongono l’immediata predisposizione di un piano di rientro al fine di salvaguardare l’amministrazione locale. Un comportamento diligente e non propagandistico, avrebbe infatti imposto all’amministrazione comunale di considerare le poste dovute ad Unicredit nel bilancio ordinario, onde evitare che l’Ente si debba improvvisamente trovare con uno scoperto finanziario di oltre 12 milioni di euro. Diversamente, l’amministrazione comunale ha agito in questi anni con strumentalità, alterando la situazione effettiva e rischiando di compromettere nuovamente la stabilità finanziaria dell’Ente. La possibilità di eventuali giudizi di gravame, il cui esito è comunque incerto, non può esonerare l’Amministrazione comunale dall’approntare immediatamente un piano di rientro condiviso con tutto il consiglio comunale».

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