Fs vuole Fcu: «Due ore da Roma a Perugia»

L’Ad Mazzoncini annuncia la sua ferma volontà di integrare la rete nazionale con quella regionale

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Le lamentele vip, ma non solo. Se i collegamenti ferroviari fra Perugia e le principali città italiane fanno storcere il naso e provocano qualche mugugno sui social, sono le condizioni dei collegamenti interni a far arrabbiare davvero i pendolari, che magari non hanno la stessa platea social di chi viene da Milano o da Roma, ma sono tanti e a loro modo sanno farsi sentire.

Renato Mazzoncini

L’ammissione La sorpresa più grande è che ad ammettere le difficoltà siano anche i vertici della società Ferrovie dello Stato. E che vertici. Addirittura l’amministratore delegato Renato Mazzoncini che, nell’intervista concessa a Beppe Severgnini, ammette: «Le condizioni della Ferrovia Centrale Umbra sono francamente drammatiche. Il nostro obiettivo, con tutte le ferrovie secondarie (in Italia ce ne sono 31, alcune delle quali piccolissime), è prenderle in gestione per cercare di ricostruirne il tessuto e integrarle nella nostra rete».

IL PIANO INDUSTRIALE DI FERROVIE DELLO STATO

Perugia-Roma in due ore «Se riusciremo a portare la Ferrovia Centrale Umbra sotto l’egida di Ferrovie dello Stato – rivela Mazzoncini – potremo usare i binari Fcu per la tratta Roma-Perugia, anziché passare da Foligno, risparmiando 25 minuti». Serve però la volontà politica. Non sarà né semplice né rapido. «Il Trasporto pubblico locale può essere un business remunerativo, su questo non ci sono dubbi», assicura Mazzoncini, che ricorda: «In Umbria gestiamo anche il trasporto pubblico sul lago Trasimeno anche se, mi hanno detto, l’utente è un po’ spiazzato perché sulla fiancata legge ‘BusItalia’».

Le differenze tecniche E poi, ci vorranno tanti interventi di adeguamento. Gli standard tecnologici e infrastrutturali non sono gli stessi per tutte le linee. L’agenzia internazionale impone certi parametri alle ferrovie nazionali, che sono diversi per le ferrovie locali. Se tutto tornasse sotto il ‘cappello’ delle Ferrovie dello Stato bisognerebbe uniformare queste caratteristiche. Ad esempio il cosiddetto ‘Scmt’ (Sistema controllo marcia treno), uno dei capisaldi della sicurezza ferroviaria, che permette di limitare il più possibile l’errore umano. Le buone intenzioni ci sono: lo ha detto l’Ad, lo confermano da Roma, ora però bisogna verificare se ci sono anche le condizioni pratiche.

L’ULTIMO GIORNO DELLA STAZIONE SANT’ANNA

Capitolo piccole stazioni C’è un passaggio di Mazzoncini che ha fatto venire i brividi a molti perugini: «In Italia ci sono 2200 stazioni, ma molte sono senza treni. In molti casi i servizi non avevano più una domanda sufficiente e sono stati riconvertiti su gomma. E le stazioni, alcune delle quali bellissime, sono state abbandonare, per questo le stiamo riconvertendo ad uso sociale». Si parlava della stazione ferroviaria di Metaponto, ma la mente di tutti è andata a Sant’Anna, e alla paura che la sua chiusura sia definitiva, come molti temono. Sia Busitalia che la Regione assicurano che non sarà così, che i lavori finiranno entro i termini previsti e che la storica stazione di Perugia riavrà presto i treni, possibilmente elettrici.

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