Ratificato l’accordo sindacale – che come tutte le intese ha avuto un costo sociale – con l’ultima parola da parte dei lavoratori in assemblea, ora ci si attende che la proprietà della Sangemini dia seguito agli impegni, a partire dagli investimenti sullo stabilimento, gli aspetti commerciali e le produzioni. Di questo, ma anche di ciò che non è stato rispettato dell’intesa datata 2014, ne abbiamo parlato con Massimo Pessina, presidente del gruppo Acque Minerali d’Italia di cui Sangemini fa parte.