Immigrati a Terni: «Ecco la situazione»

La Prefettura parla di iniziative di accoglienza per 915 persone. La vice sindaco Francesca Malafoglia: «Nessun incremento del numero delle persone presenti sul territorio»

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di M.T.

«Mi rendo perfettamente conto che la ‘percezione’ della situazione sia importante, ma credo che prima di avventurarsi in crociate e soprattutto prima di fare considerazioni affrettate, sia bene cercare di conoscere la situazione stessa partendo dai dati oggettivi. E per questo vi ringrazio di poterla illustrare». Francesca Malafoglia, vice sindaco Terni – e assessore al welfare – fa questa premessa prima di rispondere alle domande che le rivolge umbriaOn sulla gestione del fenomeno immigrazione, «ribadendo che non c’è in programma nessun incremento del numero delle persone presenti sul territorio».

Francesca Malafoglia

L’accoglienza Per cominciare, dice Malafoglia, «è bene spiegare che al Comune è demandata la gestione e l’organizzazione dei servizi di accoglienza integrata di richiedenti e titolari di protezione internazionale e loro familiari e di beneficiari di protezione umanitaria nell’ambito del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar)». 

I numeri I dati della Prefettura di Terni, aggiornati al 28 agosto, parlano di 915 cittadini stranieri accolti nelle strutture organizzate nei vari comuni del territorio. 711 sono suddivisi nelle 96 strutture di ‘Prima accoglienza’ attivate dalla Prefettura (comunemente denominati Centri di Accoglienza Straordinaria – Car) in 17 comuni della provincia e ospitati da 7 soggetti gestori, più altri 204 rientranti nel sistema Sprar, che vede coinvolti 9 comuni. Tra cui ovviamente quello di Terni, con 70 migranti interessati, «servizio che viene gestito, come peraltro è noto, da Arci e Caritas».

I DATI DELLA PREFETTURA

Terni Per organizzare il servizio «il Comune ha fatto ricorso a bandi europei e la procedura relativa a queste 70 persone – spiega la vice sindaco – è in fase di ultimazione e siamo in attesa delle valutazioni della commissione giudicatrice rispetto alle proposte arrivate; mentre è stato pubblicato un altro bando europeo per l’accoglienza di 14 minori stranieri non accompagnati, la cui scadenza è prevista per il 18 ottobre prossimo. Poi daremo vita ad una gara tramite Mepa (il mercato elettronico della pubblica amministrazione; ndr), visto che l’impegno economico previsto non è elevatissimo, per l’accoglienza di 5 soggetti con disagio mentale».

I DATI DEL COMUNE

L’organizzazione Ma questi bandi, chiarisce Malafoglia, «non comporteranno, ed è per questore rimarco la differenza tra la ‘percezione’ e la situazione reale, alcun incremento del numero delle persone accolte sul territorio. Con l’occasione ricordo che da circa otto anni i numeri non sono di fatto cambiati in maniera considerevole; che da ottobre 2016 la ‘quota’ destinata alla nostra città è rimasta assolutamente invariata, non essendo più ‘territorio di destinazione’ e che il turnover attualmente non interessa più di sette o otto persone alla settimana, per un totale complessivo di 400. Turnover significa che i nuovi arrivi corrispondono ai trasferimenti delle persone già presenti verso altri territori».

I casi limite Poi ci sono, dice ancora la vice sindaco, «quelli che possiamo definire degli autentici casi limite, rappresentati ad esempio dai due che si sono presentati negli ultimi tre mesi, della presenza di minori non accompagnati rintracciati sul territorio comunale e della cui incolumità è bene chiarire che il sindaco è considerato responsabile sotto il profilo legale ed ai quali quindi è indispensabile, ma credo che questo sia un dovere morale prima che legale, offrire assistenza».

Vico del Serpente

Le tensioni Però in città – anche a causa degli episodi di cronaca che si sono verificati – la tensione sembra salire in maniera preoccupante: «Forse è bene ricordare, a noi amministratori ed alla politica in generale per primi, ma anche ai cittadini – dice Malafoglia – che la presenza di stranieri regolarmente presenti sul territorio comunale, seppur in leggero aumento, è storicamente molto consistente. Lo ricordo a noi amministratori per primi perché, proprio in virtù delle cose che dici, non possiamo che intensificare quell’azione di conoscenza e di intervento, da svolgere contemporaneamente, che ci permetta di mettere in campo quei progetti per i quali abbiamo in bilancio una somma di circa 200 mila euro destinati a favorire politiche di integrazione attiva, che sono le uniche in grado di ridurre al minimo il rischio che presenze inevitabili in quanto previste dalle leggi nazionali si trasformino in motivo di tensione».

Il coordinamento Per tenere il più possibile sotto controllo il fenomeno sarebbe forse necessario un maggiore coordinamento dei vari soggetti in campo, a cominciare da quel Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica che dovrebbe sovrintendere a tutto: «Il Comitato lavora e svolge in pieno la sua funzione – dice la vice sindaco – ma l’istituzione di tavoli tecnici specifici non potrà che migliore la capacità e la rapidità di intervento per prevenire le crisi piuttosto che intervenire a posteriori. L’intreccio di tutti i dati a disposizione dei soggetti che fanno parte del Comitato (prefetto, questore, sindaco del comune capoluogo di provincia, presidente della provincia, comandanti provinciali dei carabinieri e della guardia di finanza, sindaci degli altri comuni interessati; ndr) ci permetterà di avere a disposizione una mappa dettagliata della situazione sul territorio e ci permetterà di definire interventi mirati».

I controlli Anche perché da parte di una fetta consistente della popolazione, la situazione è ‘percepita’ – per restare al tema proposto da Francesca Malafoglia – come disallineata rispetto all’ufficialità dei numeri: «Da chi, come me, si occupa di welfare e si confronta quotidianamente con problematiche relative al numero crescente di cittadini, italiani e stranieri, che vedono peggiorare in maniera preoccupante la propria situazione – conclude la vice sindaco – questo disallineamento, come lo chiami tu, è assolutamente percepito e per questo lavoriamo per avere al più presto a disposizione tutti i dati di cui abbiamo bisogno. Per affrontare la situazione con maggiore contezza». Anche perché potrebbe essere, per esempio, interessante verificare se un’altra leggenda metropolitana – quella del numero notevole di appartamenti affittati ‘in nero’ dai ternani agli immigrati – sia davvero solo una leggenda o magari no. 

 

 

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