‘Logge’ di Perugia, solo silenzio un anno dopo

Esattamente un anno fa la presentazione in grande stile del progetto di un chocobar ai piedi della Cattedrale. Ora nessuno ne vuole parlare

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di P.C.

Era il 25 maggio del 2016. Esattamente un anno fa. Era una mattinata calda in piazza IV novembre. E non solo per il sole. Era il giorno in cui Eugenio Guarducci presentava alla stampa i lavori di riqualificazione delle Logge di Braccio, che tante polemiche avevano innescato nei mesi precedenti perché propedeutici all’apertura di un bar cioccolateria.

LOGGE DI BRACCIO: TUTTE LE TAPPE

Proteste e urla Una presentazione infuocata, per la protesta di ‘Umbria Grida Terra’, che – di nome e di fatto – con i propri attivisti gridava a gran voce lo slogan «Logge libere». Il più ‘urlatore’ fra gli attivisti era Giovanni Cenci, che inveiva un po’ contro tutti, contestando l’idea che per recuperare la Logge dal degrado si dovesse ‘consegnarle’, di fatto, ad un privato. Oggetto degli strali erano Guarducci (in parte) ma soprattutto la Chiesa (per la precisione il Capitolo della Cattedrale, proprietario dell’area) e l’amministrazione comunale (che avrebbe avuto il compito di salvaguardare il decoro dell’area e invece era ben felice – questa la tesi dell’associazione – di liberarsi del fardello). Se c’è un problema di decoro – questa in sintesi la tesi – si intervenga contro chi sporca, lasciando però il bene all’uso pubblico.

IL VIDEO DI QUEL GIORNO: POLEMICHE E CHIARIMENTI

Le parole del Sindaco Romizi «Tutte le opinioni vanno tenute in considerazione – disse il Sindaco Romizi in quella occasione – ma credo che la bontà del progetto sia sotto gli occhi di tutti. Stiamo lavorando anche alla riqualificazione delle altre Logge, quelle di fronte, con la realizzazione di un biblioteca e di un’aula studio. Questa è la piazza principale, patrimonio della città, e le vogliamo bene. Si ascolta chi ha posizione diverse ed è giusto anche trovare punti di incontro. Sia chiaro: noi non privatizziamo, ma riqualifichiamo».

LE ‘LOGGE’ OGGI – LE FOTO

Guarducci: «Logge spazio laico» «Questo spazio che molti hanno definito ‘un tempio’ è invece uno degli spazi più laici che ci siano a Perugia – disse quel giorno Guarducci – lo dimostra il fatto che fin da quando è nato vi si svolgeva un mercato. Dal 1928 c’erano dei locali commerciali, con delle residenze private nei locali superiori. Erano locali non destinati a pregare ma al commercio. Fino a qualche anno fa ci vendevano scarpe da ginnastica, ma nessuno se ne lamentava».

LA POSIZIONE DELLA CHIESA: LE PAROLE DI MONSIGNOR GIULIETTI

Giulietti: «Restituite alla città» «Le Logge di Braccio – spiegava il Vescovo ausiliare Giulietti a umbriaOn – sono state affittate ad un operatore della ristorazione che metterà alcuni tavolini sotto una parte della loggia. Alcune associazioni sostengono che questa operazione sottragga la loggia ai cittadini. Secondo il nostro modo di vedere, invece, questa operazione sottrae l’area al degrado, la riqualifica, non impedisce di godere delle opere che ci sono. L’accordo è un affitto commerciale (sei anni più sei anni) il cui importo serve anche per tenere aperta la Cattedrale, pagare i custodi e la pulizia dei locali».

LA POLEMICA: CENCI VS FIORONI

Cenci: «Si siede solo chi consuma» Umbria Grida Terra si fece carico di una mozione cittadina contro «una privatizzazione di uno spazio ad uso pubblico, brandizzato col marchio di una multinazionale – dichiarò a umbriaOn Giovanni Cenci facendo esplicito riferimento a Nestlé – le Logge di Braccio diverranno di fatto inaccessibili a tutti i cittadini. Sarà un esercizio pubblico e come in tutti i bar quando uno si siede è obbligato a pagare. Questo non è giusto, quello spazio deve rimanere pubblico».

Guarducci: «Si consuma chi si siede» «Chi si preoccupa per la città e si impegna, pur con delle tesi che io non condivido, va rispettato – rispondeva il patron di Eurochocolate – chiaro che la pensiamo in maniera diversa. Credo che i cittadini, quando capiranno quello che abbiamo fatto, si renderanno conto della bontà del valore del nostro intervento». E poi coniò il contro slogan: «Si consuma solo chi si siede».

L’impegno Poi la parte giornalisticamente più interessante. L’impegno: «Per l’otto giugno (2016) – disse Guarducci – ci siamo impegnati a restituire lo spazio esterno nella sua godibilità per Perugia 1416, poi dovremmo richiudere per sistemare gli impianti e contiamo di aprire il locale per fine giugno». Sono passati 12 mesi da quella promessa. Undici dalla prospettata apertura. Le Logge sono state effettivamente riconsegnate alla città (quindi questa parte della promessa è stata pienamente mantenuta da Guarducci) però il locale non è ancora aperto.

Dagli annunci al silenzio Sul progetto è sceso il silenzio. Prima parlavano tutti. Come abbiamo visto, la conferenza stampa era partecipatissima (diversi assessori, rappresentanti della chiesa e della società civile, tecnici, imprenditori) e ognuno diceva la sua. Ora nessuno vuole fornire la propria versione dei fatti, nemmeno esprimere un parere. La Chiesa si chiama fuori (siamo solo i proprietari – ci dicono – diamo in affitto i locali, per noi la questione si ferma lì). Il Comune non ne vuole sapere («Chieda a Guarducci», ci hanno risposto). La Nestlé prima dice di non saperne nulla, poi, dopo molte pressioni, conferma (in via informale) quanto si sospettava da tempo: la trattativa c’era ma non è andata bene, qualsiasi cosa nascerà sotto le Logge non sarà a marchio Perugina. Il motivo non si conosce, ma la deduzione nasce spontanea: forse la ritardata apertura è collegata alla mancata concessione del marchio. Ma ciò comunque non giustifica tanto tempo perso. 

Il silenzio di Guarducci Persino Eugenio Guarducci, patron di tante iniziative di successo, imprenditore attento alla comunicazione e sempre propenso a nuove e geniali iniziative di marketing, resta in silenzio. E invece, proprio lui, avrebbe tutto l’interesse a parlare: è lui che ci sta rimettendo di più, in termini economici (a quanto risulta sta pagando l’affitto anche dei locali che non apre) e di immagine. Eppure, in fondo, ha mantenuto la sua parola verso i cittadini, restituendo decoro alle Logge. I lavori sono finiti da tempo. E gli spazi, non utilizzati, rischiano di tornare ricettacolo di sporcizia e non solo. Insomma, ne avrebbe di cose da dire. Nonostante ciò, resta in silenzio, sfuggendo alla domanda principe: «Perché non apre la cioccolateria sotto le Logge?».

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