L’ospedale di Terni fra presente e futuro

Investimenti in sicurezza, logistica e strumenti. Il Santa Maria cerca di restare al passo con i tempi: «Siamo ancora un modello»

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Un ospedale ospitato da una struttura che ha 50 anni di vita – con pro (sì, ci sono anche quelli, come l’ampiezza degli spazi) e contro – che vuole proiettarsi nel futuro non solo attraverso un’opera di ‘maquillage’ che già va avanti da tempo. Ma anche, e forse soprattutto, continuando ad investire sugli interventi connessi all’assistenza, alla messa in sicurezza e ad un’organizzazione più razionale – di cui spesso si percepiscono solo gli effetti – dei servizi.

LE PROSPETTIVE DEL ‘SANTA MARIA’, PARLA DAL MASO – VIDEO

Maurizio Dal Maso

Fra presente e futuro «Io devo ottenere il massimo dall’esistente, migliorandolo, e il mio orizzonte temporale come direttore generale non è dei più ampi»: non è forse la persona più indicata, il dg dell’azienda ospedaliera di Terni, Maurizio Dal Maso, per ragionare e talvolta fantasticare sulle prospettive a lungo termine. Ma c’è anche un motivo più pratico perché ciò avviene: ‘sognare’ il futuro del Santa Maria e della sanità a Terni è un’operazione che tutti, in teoria, possono fare. Far funzionare l’ospedale, confrontandosi e talvolta scontrandosi con la realtà di ogni giorno, non è proprio alla portata di chiunque.

Il futuro dipartimento materno-infantile

Santa Maria più razionale E allora è giusto partire dalla realtà, dagli oltre 35 milioni di euro che – fra fondi della Regione (accordo di programma del 2013), della stessa Azienda e in minore parte della Fondazione Carit – stanno alimentando il piano degli investimenti strutturali che va avanti da circa quattro anni e che è destinato a proseguire. L’esito, secondo uno sguardo generale, sarà quello di una struttura più razionale: parte oncologica, osservazione breve intensiva e emergenza-urgenza al piano terra; due piani destinati alle ‘chirurgie’; il terzo interamente dedicato al futuro dipartimento materno-infantile: il quarto alle neuroscienze (neurologia, neurochirurgia, stroke unit, riabilitazione e degenza); il quinto piano alle cosiddette ‘medicine’ e il sesto a tutte le specialità cardio-vascolari e cardiochirurgiche.

La nuova diagnostica per immagini

Al passo con i tempi Poi ci sono le eccellenze – fondamentali per un’azienda che, mediamente, conta un 22% dell’utenza proveniente da fuori provincia -, particolarità che tendono ad incrementare la qualità e la gamma dei servizi offerti dal Santa Maria, apportando anche benefici al conto economico. «Per dire, la ‘sala ibrida’ – osserva Dal Maso -, dotata cioè di un angiografo di ultimissima generazione, consentirà di eseguire tutta una serie di interventi chirurgici in maniera non invasiva. Come ad esempio il trattamento dell’aneurisma dell’aorta. Oggi noi disponiamo di professionalità, come i chirurghi vascolari interventisti, i radiologi interventisti, che, uniti alle tecnologie disponibili, ci consentono di incrementare il numero delle operazioni, rendendo tutto il ‘post operatorio’ meno pesante e più veloce. Vantaggi per il paziente ma anche per l’azienda».

Scale antincendio

La centrale unica dei ricoveri «Il nostro è un ospedale sostanzialmente equilibrato – afferma il direttore generale – senza grossi ‘buchi’, ultimo avamposto del centro Italia che si rispecchia in criteri di qualità ed efficienza che hanno caratterizzato, e ancora caratterizzano la sanità umbra sotto numerosi aspetti. Dal 2013 questa azienda è stata in grado di gestire e mettere a frutto 60 milioni di euro, quando realtà come quella toscana, con numeri incredibili (la principale azienda sanitaria ha 15 mila dipendenti e fattura 3 miliardi di euro, ndR), sono costrette a raschiare il fondo del barile per far quadrare i conti. Qui veniamo da anni di controllo effettivo e di gestione sul piano sanitario, ma ognuno, anche l’ospedale di Terni, deve stabilire delle priorità. Una di queste è senz’altro la Centrale unica dei ricoveri, che andrà a regime entro il 2018 e che, completamente informatizzata, garantirà non solo il rispetto assoluto delle liste di attesa, con un accesso equo alla parte elettiva dell’ospedale, ma anche una gestione finalmente ragionevole rispetto all’importanza delle patologie da trattare».

L’ex biblioteca di medicina

Le opere principali Sul fronte degli interventi, ci sembra giusto riportare qui una rapida carrellata di quelli in corso, destinati a concludersi in un arco temporale relativamente contenuto e che, per questo, rappresentano l’orizzonte a breve e medio termine dell’ospedale. Si parte da un’opera per certi versi scontata, ma che in un edificio ‘vecchio’ non lo è affatto: i lavori di adeguamento antincendio di tutta la struttura, per un importo di 3 milioni e 920 mila euro. Altro passo fondamentale è il trasferimento della ‘diagnostica per immagini’ al primo piano della struttura con un investimento di 4 miloni e 600 mila euro che comprende aspetti strutturali e nuove strumentazioni.

I lavori nell’auditorium

Cantieri aperti Altro progetto in fase di attuazione è la creazione del ‘dipartimento materno-infantile’ al terzo piano dove una delle due ‘ali’ ospita già l’ostetricia e la ginecologia. L’altra, all’interno di locali riqualificati, è destinata ad accogliere la pediatria e la terapia intensiva neonatale, per una razionalizzazione basata su un investimento di circa 330 mila euro. In via di risoluzione una delle ‘note dolenti’ del nosocomio, i decrepiti spogliatoi del personale al primo seminterrato che sono in corso di rifacimento (260 mila euro in tutto) con un’organizzazione degli spazi nuova e più funzionale. Poi c’è la creazione di un ascensore per pazienti, che funzionerà fra il secondo e il primo seminterrato, necessario nell’attesa che venga completato il trasferimento di radiologia e diagnostica per immagini al primo piano. Infine l’ex biblioteca universitaria, attiva quando ancora la sede di via Mazzieri non esisteva, teatro di danni e infiltrazioni e finalmente rimessa completamente a nuovo con una spesa di 350 mila euro: ospiterà una parte degli uffici amministrativi.

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