Mobilità e trasporti: «Serve cambio passo»

Attilio Romanelli (Cgil): «Temi cruciali per lo sviluppo del territorio. Opportunità grazie all’area di crisi complessa»

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di Attilio Romanelli
segretario generale della Cgil Terni

Attilio Romanelli

La Cgil di Terni, come evidenziato nei vari documenti redatti negli ultimi tempi, ritiene il tema della mobilità e dei trasporti cruciale per lo sviluppo del territorio e, in particolare, per provare a delineare l’uscita dal perdurante stato di crisi che caratterizza l’area Ternano-narnese come la maglia nera di un’Umbria sempre più a due velocità, con la provincia di Terni ferma al palo. Compito che, a nostro modesto parere, richiede una visione organica capace di connettere ciascuna problematica specifica al quadro complessivo. Il nodo dei trasporti, in una simile situazione, dovrebbe infatti ricoprire un’importanza primaria a partire dalle opportunità offerte, su questo versante, dal riconoscimento del Ternano-Narnese come ‘area di crisi complessa’, soprattutto in considerazione delle diverse eccellenze nazionali e regionali che questo settore conta nel territorio.

Al contrario, nei 17 comuni collocati all’interno della riconosciuta area di crisi, situati in un territorio certamente non troppo esteso, dobbiamo invece constatare che tutto ciò manca clamorosamente, eccezion fatta per alcuni timidi tentativi effettuati nella giusta direzione, purtroppo abbandonati repentinamente. Basti pensare al trasporto merci: una questione strategica, che lega insieme elementi di natura ambientale, sociale ed economica, relegata perlopiù nel dimenticatoio della politica nonostante nella sola città di Terni entrino mediamente 500 tir al giorno, con ricadute assai problematiche in termini di viabilità urbana, congestione del traffico e qualità dell’aria, certificate anche nell’ultima relazione di Arpa Umbria, in cui i comuni di Terni e Narni sono state le uniche aree urbane ad aver ricevuto una valutazione scadente per quanto riguarda le emissioni di Pm 10 e di benzopirene.

Il quadro di problemi da affrontare è certamente figlio, almeno in parte, di alcuni importanti errori commessi in passato dalle diverse amministrazioni regionali, come ad esempio la scelta, risalente agli anni novanta, di realizzare in una regione piccola come l’Umbria tre diverse piattaforme logistiche (Città di Castello, Foligno e Terni, tutt’ora incompiuta), senza invece pensare a come sfruttare la vicinanza strategica con quella già esistente e importante di Orte, distante solo pochi km dal confine regionale. L’aver lasciato incompleta la piattaforma ternana, oltre a costituire un insopportabile dispendio di risorse pubbliche più volte denunciato da questa Camera del Lavoro, ha infatti penalizzato non poco le possibilità di sviluppo di quest’area che rimane, nonostante tutto, il terzo distretto industriale d’Italia (e ovviamente il principale dell’Umbria).

L’area ternano-narnese, anche considerandone la posizione geografica, va invece necessariamente rilanciata come la porta meridionale dell’Umbria, in grado di costituire un hub di secondo livello per la raccolta delle merci e la successiva distribuzione, costituendo altresì un collegamento strategico tra il porto di Ancona e quello di Civitavecchia. Un progetto la cui attuazione richiede però la radicale revisione delle infrastrutture materiali esistenti, a partire da quelle che ancora devono essere realizzate presso la piastra logistica di Maratta, con l’installazione del sistema automatico per la movimentazione dei treni, la costruzione dei 10.000 mq di magazzini ancora mancanti, le strutture per la fornitura ai mezzi di trasporto di servizi fondamentali come rifornimenti e manutenzione, la realizzazione del doppio binario di collegamento con la tratta Roma-Ancona da affiancare a quello – tronco – già esistente presso piattaforma ternana che, per tutte queste mancanze, non è mai stata utilizzata ed è tutt’ora inutilizzabile, nonostante le copiose promesse ricevute dai livelli amministrativi regionali.

Non si tratta tuttavia solo di far transitare merci. Per lo sviluppo di Terni come moderna città integrata fondamentale è anche l’efficienza della mobilità urbana e del trasporto pubblico, che solo può garantire un diritto di cittadinanza elementare come quello della libertà di movimento e, contestualmente, contribuire a porre un argine alle annose problematiche di qualità dell’aria cittadina, dove le responsabilità dell’eccessivo traffico veicolare sono ormai conclamate. Per questo riteniamo inoltre che vadano incoraggiate e sostenute con forza e determinazione tutte le iniziative tese a facilitare e implementare l’utilizzo del mezzo elettrico.
A tale riguardo riteniamo non ulteriormente rinviabile la soluzione di un problema come quello della rarefazione dei collegamenti bus tra centro cittadino e aree periferiche. Corse di linea urbana che, a causa di un’utenza spesso ridotta, sono tendenzialmente considerate poco remunerative dalle aziende che hanno in carico la gestione del trasporto pubblico locale e cadono per prime sotto la mannaia dai tagli amministrativi. Eppure si tratta di servizi essenziali, che costituiscono spesso l’unica possibilità di spostamento per le fasce sociali più in difficoltà.

Pertanto, non potendo in alcun modo essere tollerata un’ulteriore penalizzazione dei cittadini più in difficoltà, è evidente che la partita per il reperimento di ulteriori risorse da destinare a un trasporto pubblico in grado non solo di attestarsi sui livelli percorsi finora, ma di aumentare la propria presenza strategica nel territorio, rimane uno dei grandi nodi su cui sono chiamati a confrontarsi tutti gli attori strategici della politica e dell’economia territoriali, anche tenendo in considerazione la necessità di dotare le aziende di trasporti di un parco mezzi in grado di rispondere alle reali esigenze della cittadinanza. L’auspicato salto di qualità, inevitabile per uscire dal pantano della crisi che a Terni sembra costituire più una regola che un’eccezione emergenziale, richiede uno sforzo congiunto a cui nessuno potrà e dovrà sottrarsi. Ne va del futuro di una comunità e di una importante storia industriale.

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