Narni e l’integrazione: migranti al lavoro

Un patto tra Comune e Arci provinciale per offrire opportunità ai cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale

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Dopo il patto di collaborazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani, per l’integrazione dei migranti, tra il Comune di Terni e l’associazione di volontariato San Martino, il Parco dei Pini di Narni Scalo e la nuova caserma dei carabinieri di prossima apertura al centro storico, sono i primi interventi previsti nel patto di collaborazione tra Comune di Narni e Arci provinciale.

Il patto prevede la cura e la rigenerazione dei parchi, dei giardini e dell’arredo urbano del territorio narnese, attraverso piccoli lavori di manutenzione e miglioramento. Un’iniziativa attuata grazie ai migranti del progetto Sprar – emergenza sbarchi, che si prefigge anche di dare un aiuto concreto agli stranieri per integrarsi al meglio nelle comunità. Gli ospiti gestiti dall’Arci si stanno occupando di piccole manutenzioni al verde e alle strutture urbane che necessitano di interventi di miglioramento.

Contrastare fenomeni di intolleranza Secondo il presidente dell’Arci Francesco Camuffo, «migliorare la conoscenza reciproca tra cittadini italiani e stranieri è uno degli scopi principali dell’iniziativa, anche per contrastare fenomeni di intolleranza o conflitto tra collettività straniere e società di accoglienza o tra differenti collettività straniere e sviluppare le capacità tecnico-progettuali delle associazioni di migranti. Con il progetto si recuperano nel contempo spazi pubblici con finalità sociali e si migliora l’estetica del paesaggio urbano».

Integrazione «L’iniziativa – spiega il sindaco di Narni Francesco De Rebotti – punta a dare un aiuto agli stranieri per farli integrare con il territorio e la comunità. È un modo per farli conoscere, per farli sentire meno distanti e per aiutarli anche a prendere confidenza con la lingua italiana. È anche un modo concreto per uscire dalle retoriche ed entrare nel campo della conoscenza. Ci sono, infatti, molti beneficiari dei progetti interessati al volontariato e alla formazione, c’è voglia di conoscere l’Occidente iniziando dal nostro Paese e c’è voglia di impegnarsi. Lo scambio reciproco permette, inoltre, anche a noi italiani di conoscere meglio mondi distanti».

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