«Negativa ma nessuno mi ‘libera’: è ora di cambiare sistema»

Terni – Lettera di una cittadina guarita dal Covid ma che non riesce ad ottenere il ‘via libera’: «Pazienza finita. Penso a chi è nelle mie stesse condizioni»

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Lettera firmata

Volevo sottoporre al vostro giornale la situazione ‘grottesca’ che sto vivendo. Ho fatto un tampone il 16 di ottobre, privatamente per sincerarmi di non avere contratto il Covid-19 dopo un riscontro positivo presso un cliente che seguo come consulente libero professionista.

SPECIALE COVID – UMBRIAON

Il 18 ottobre mi arriva l’anticipazione telefonica da parte del laboratorio della mia positività. Naturalmente, già da quando avevo appreso la positività del lavoratore presso il mio cliente – il 13 ottobre – mi sono messa in autoisolamento per evitare di creare nuovi contagi sia in famiglia che in giro.

Il 19 ottobre mi arriva la chiamata telefonica della Usl che mi comunica la positività e le procedure del caso. Solo il 23 ottobre (quindi 5 giorni dopo il contagio) mi arriva la comunicazione scritta (ordinanza) da parte del Comune di Terni di isolamento contumaciale a partire dalla data della comunicazione e ‘fino a successive diverse disposizioni che dovessero essere adottate in merito’.

Nei giorni di isolamento riesco facilmente a comunicare sia con la Usl che con la polizia Locale in merito ai chiarimenti del caso. Mi accorgo che nella certificazione della Usl allegata all’ordinanza di isolamento, la data da cui si fa partire la mia positività è il 18 ottobre e cioè la data di emissione dell’esito del tampone e non del 16 ottobre, corrispondente alla data di effettuazione del tampone. Segnalo alla Usl l’incongruenza ma mi si risponde dell’impossibilità di cambiare l’ordinanza: è una procedura troppo lunga e dall’esito incerto.

Chiedo almeno la certezza che mi venga fatto il tampone dopo 10 giorni dalla riscontrata positività e l’operatore della Usl si mostra molto disponibile, assicurandomi che qualcuno verrà direttamente a casa e, in caso contrario, che posso chiamare anche sul cellulare fino a tarda sera, in modo tale di riuscire a sbloccare la situazione nel caso ci siano ritardi. Con mia grande sorpresa, il 28 ottobre un operatore della Usl effettivamente viene a casa mia e mi fa il tampone nei tempi previsti

Due giorni dopo, il 30, scarico il certificato del tampone dal sito della Usl e l’esito, per fortuna, è negativo. Chiamo il giorno stesso la polizia Locale del Comune di Terni per sapere come è la procedura per il termine dell’isolamento e se è necessario ricevere la revoca dell’ordinanza. Loro mi confermano che è necessario ricevere la revoca e che verrà emessa dal loro ufficio nel momento in cui la Usl aggiornerà delle liste con l’elenco dei guariti. Chiedo se le liste sono fruibili anche da noi cittadini, ma la risposta è che è visibile solo agli enti. Rispondo allora che aspetterò 2/3 giorni (tenuto conto dei tempi di invio dell’ordinanza) e che, passati questi li contatterò nuovamente per accertarmi che non ci siano problemi con la mia pratica.

Inizia quindi, da qui, il mio calvario. Nessuno più risponde ai telefoni, né la Usl, né la polizia Locale (i telefoni non sono occupati, ma suonano a vuoto). Credo che la situazione sia così congestionata che per portare avanti il lavoro gli operatori non siano più in grado di poter rispondere. Mi appello solo alla mail arrivatami dalla polizia Locale e scrivo di verificare la mia situazione. Invio l’esito del tampone ed ancora niente. Telefono, ma la storia è la stessa, sono tutti irreperibili e questo è il mio settimo giorno passato in casa, negativa al tampone. Già per errore della Usl sono stata segnalata 2 giorni dopo, quindi tirando le somme sono 9 giorni che sono in isolamento senza la speranza di vedere una luce.

Come detto, sono una libera professionista e, per quanto, per fortuna, riesca a lavorare in smart working, ho bisogno di tornare dai miei clienti. Il lavoro ha subìto per forza di cose un rallentamento, ma così mi si stanno rubando giorni preziosi, ma il problema non è solo il lavoro: basti pensare anche solo al fatto che non sono in grado di andare a fare la spesa e di essere indipendente. È ancora la mia famiglia che deve pensare ai miei bisogni primari. E vai a capire quanti cittadini sono messi come me.

Credo che sia chiaro che le procedure in essere non funzionino, non riescono a stare al passo con l’evoluzione dei contagi e dei guariti (anche se un processo on-line dovrebbe essere rapido, ma a quanto pare non lo è sufficientemente). Chiedo al sindaco e alla Usl che si rifletta celermente su questo aspetto e di snellire in qualche modo le procedure (che so, una persona in possesso di un certificato medico di negativizzazione dovrebbe comunque poter uscire, mostrando, in caso di controllo, il certificato stesso). Inoltre, sarebbe il caso che gli operatori che devono sbrigare materialmente le pratiche non debbano essere gli stessi che rispondono al telefono. Perché non istituire un unico centralino con operatori che hanno accesso ai dati personali e possono aggiornarci sullo stato delle nostre pratiche e fugare i dubbi (che sono tanti) in merito al Covid e alle procedure in essere?

Io non ho nessuno che dipende da me e, quindi, con la santa pazienza resto a casa vittima, prima del Covid e poi della burocrazia, ma la pazienza, ammetto mi sta sfuggendo di mano. Penso, invece a chi ha delle responsabilità verso altre persone (ad esempio figli, disabili, genitori anziani etc.), è una follia pensare di rinchiuderli in casa per giorni, se non è necessario. Sono corretta, ho rispettato tutte le regole impostemi e non posso pensare di trovarmi agli ‘arresti domiciliari’ senza neanche avere una risposta ed una spiegazione su quello che sta accadendo. Spero solo che qualcuno si faccia vivo e spero solo che non pensino di far trascorrere un inverno in questo modo (già duro di per sé) ai cittadini. Che vengano trovate quanto prima delle soluzioni.

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