Norcia, famiglie in fila per i beni donati

La distribuzione continua, tra le lementele dei supermercati, mentre la terra trema ancora e in montagna è già arrivata la neve

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L.P.

Il grande cuore degli italiani. Barattoli di pomodoro, passate, pasta e riso, biscotti e ancora prodotti per la pulizia, abiti e coperte. Dopo il terremoto che lo scorso 24 agosto ha messo in ginocchio parte del centro Italia, Umbria compresa, si è scatenata una vera e propria gara della solidarietà.

Il magazzino

Il magazzino

La raccolta Da nord a sud del Paese sono stati inviati aiuti, pacchi contenenti cibo e vestiario che ancora oggi, nei magazzini gestiti dalla Protezione civile, permettono di dare una mano alle popolazioni colpite dal sisma. Solo a Norcia sono stati allestiti tre magazzini, uno in pieno centro, in un garage davanti al Coc allestito a porta Romana, e altri due fuori. Quello in cui riusciamo a entrare sulla strada che porta a Castelluccio di Norcia è affollato. Ci sono i volontari della Comunità montana che lo gestiscono per conto della protezione civile e c’è la fila fuori. Cittadini che, dopo aver compilato la scheda e aver ricevuto l’autorizzazione, vanno a prendere la spesa settimanale. Scorte di cibo, alimenti confezionati e prodotti per la pulizia per loro e per la famiglia. Un piccolo aiuto in un momento di difficoltà che, però, ha creato non poche tensioni con i vari supermercati della zona.

Famiglie in fila

Famiglie in fila

Supermercati Perché con le difficoltà economiche del momento, sono tante le famiglie che arrivano al magazzino della protezione civile a chiedere prodotti in scatola, pasta, riso e prodotti per la casa, con la conseguenza che molta meno gente va a fare la spesa al supermercato. Da qui le lamentele raccolte anche dai consiglieri comunali. «E’ normale – dicono – che se i prodotti vengono distribuiti gratuitamente, nessuno viene a spendere qua. Ma anche noi dobbiamo lavorare».

Prodotti stoccati

Prodotti stoccati

Magazzino Due tonnellate di pasta, una di riso, circa 500 litri di latte, 30 chilogrammi di biscotti e frollini e poi, ancora, 600 omogeneizzati, shampoo, dentifricio, carta igienica, pannolini. I pacchi che sono arrivati da tutta Italia a Norcia contenevano di tutto, da alimenti confezionati a barattoli, da prodotti per la casa agli omogeneizzati per i bambini. Ma anche olio e addirittura i panettoni e i frollini inviati dall’azienda Piselli. Per poter prendere gli alimenti dal magazzino, bisogna farsi autorizzare. Così le famiglie si presentano lì con una lista contenente il numero dei componenti e le quantità dei prodotti da ritirare.

Gli scarti da buttare

Gli scarti da buttare

Le famiglie «Ora sono aumentati – dicono – e ogni giorno almeno venti persone vengono a ritirare i prodotti stoccati. E’ un vero e proprio lavoro quello che viene svolto qui dentro e che va avanti da quasi due mesi». Appena i prodotti sono arrivati, a qualche giorno di distanza dalle prime forti scosse di fine agosto, i prodotti sono stati selezionati, quelli distribuibili separati da quelli che, invece, non potevano essere ceduti, suddivisi per tipologia e in base alla scadenza e poi inventariati. «Dentro agli scatoloni c’era di tutto – affermano i volontari – dal cibo in scatola al vestiario. Ma in realtà alcune cose erano da buttare, ci sono arrivati vestiti strappati o addirittura sporchi. Scatole di pannolini per bambini già aperti. Come fai a consegnare queste cose?».

La pila di abiti ammassati

La pila di abiti ammassati

Gli abiti I vestiti, per esempio, non sarebbero dovuti essere presi in consegna. Ora sono ammassati, gli uni sugli altri, dentro ai sacchetti in un angolo del magazzino. Una pila alta fino quasi al soffitto. «Non avremmo dovuto accettare abiti usati, ma spesso sono arrivati assieme agli alimenti. Magari arrivavano da Milano o da Torino, non potevamo rimandarli indietro». In una prima fase c’è stata la selezione, ma ora sarà un bel problema smaltirli. «Sono arrivati abiti rotti o sgualciti, flaconi vuoti e addirittura, in un pacco, abbiamo trovato dei calcinacci. Per gli abiti è difficile separare per taglie e modelli». Così la pila aumenta, mentre fuori la gente si accalca per portare via scorte di cibo. «Non possiamo farli aspettare – spiegano – solo oggi sono venti le famiglie che attendono sia consegnata la spesa. Dobbiamo stare attenti con le scadenze, abbiamo già sistemato più avanti quelli più deperibili. Ma da quando abbiamo iniziato le scorte si sono praticamente dimezzate».

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