Norcia: «Ricostruiamo, per la terza volta»

Il sindaco Nicola Alemanno su ‘casette’ ed esigenze della popolazione. Attenzione alle infiltrazioni e a come è stata fatta la ricostruzione prima

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La sintesi è chiara. Il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, la mette giù piatta: «Ci sono gravi danni al patrimonio immobiliare e per la terza volta in meno di quarant’anni ci stiamo apprestando a ricostruire».

Riunioni Proseguono senza sosta i lavori al Coc di Norcia, il centro operativo comunale allestito presso il palazzetto dello sport di Porta Romana. Lì ci sono i tecnici a lavoro sin dalle prime ore dopo il terremoto, lì si fanno le riunioni con gli altri sindaci della Valnerina colpiti e danneggiati dal sisma. E lì, mercoledì, si sono riuniti anche i consiglieri regionali della prima e seconda commissione, per affrontare le prime e più scottanti tematiche e approntare le misure più urgenti. Quelle per la popolazione, in attesa di capire l’entità dei danni riportati alle proprie abitazioni e dove e come saranno i moduli abitativi, e quelle per le aziende.

Terza ricostruzione E proprio di ricostruzione ha parlato il sindaco di Norcia, a lavoro insieme all’assemblea legislativa per capire come la normativa regionale può essere di sostegno, subito, a una popolazione che per la terza volta, in meno di quarant’anni, si trova con un paese devastato dal terremoto. «Le nostre strutture hanno retto – ha detto Alemanno – ma oggi questi immobili, pubblici, privati e culturali, devono essere ricostruiti». Come aveva promesso già, alcune settimane fa, ora è il momento di parlare di ricostruzione, perché «la prima fase di emergenza si è conclusa, tutte le persone sono in sicurezza e ora, la priorità, è la riapertura delle scuole». Si apre così la seconda fase, quella in cui si passa dal centro di accoglienza a quello dei moduli provvisori, in una situazione in cui occorre tener conto del fattore psicologico determinato in tanti cittadini dalla paura delle continue scosse. «In questa fase è fondamentale la comunicazione con i cittadini per fare chiarezza su ciò che occorre fare», ha proseguito il sindaco auspicando la presentazione di un documento unitario, redatto assieme ai sindaci dei territori colpiti, per fornire all’assemblea legislativa un quadro coordinato della situazione.

Modello integrato Il primo aspetto, per Alemanno, è quello della ‘ricostruzione integrata’, «perché i crolli che ci sono stati hanno riguardato strutture che, per vari motivi, non erano state oggetto di ricostruzione». Non del tutto vero, secondo la popolazione, basti pensare a quello che la famiglia Fausti ha raccontato a umbriaOn nei giorni scorsi. per fornire E’ vero, però, a Castelluccio dove le abitazioni ristrutturate dopo il terremoto del ’79 hanno retto e anche bene, mentre si sono sbriciolate sotto la potenza del sisma, le altre. Mentre per il geologo Tondi, bisogna decidere se e come investire i soldi pubblici per mettere in sicurezza i centri storici dell’Italia centrale, a rischio sismico per eccellenza, secondo il sindaco di Norcia la ricostruzione dovrà essere fatta in base al principio di integrazione, a cui si dovrà ispirare l’attività normativa della regione.

Strade Altro punto è poi quello della messa in sicurezza delle vie di accesso, soprattutto a Castelluccio, nel cuore del parco dei Monti Sibillini. «Sul ‘modello Umbria’ della ricostruzione abbiamo compiuto un positivo percorso culturale-legislativo, oggi occorre divenire resilienti agli eventi sismici, come pure cercare soluzioni a tutto tondo e unitarie fra tutte le forze politiche». I problemi, in realtà, sono tanti, basti pensare alle case sparse, agli allevatori e alle aziende dislocate sul territorio. «Come delocalizzare un’azienda in fase di ricostruzione?Per le attività è più difficile – ha proseguito Alemanno – mentre questa soluzione può essere attuata per le abitazioni private che devono essere messe in sicurezza». Da prendere in considerazione anche l’ipotesi, avanzata da alcuni cittadini, di anticipare la ricostruzione spendendo soldi in proprio.

Criminalità E sul tema della ricostruzione l’attenzione rimane alta sotto tutti i punti di vista, anche sull’eventualità di infiltrazioni, su cui Marco Squarta, consigliere di Fratelli d’Italia, propone «un’efficace catena di controllo che dovrà tagliare fuori la criminalità organizzata dalle speculazioni. Per i mafiosi che attraverso i loro fidati prestanome si nascondono dietro le imprese edili le tragedie rappresentano un’occasione imperdibile per arricchirsi illegalmente. Mafia e corruzione portano avanti i loro affari in maniera organica e bisogna prevenire le infiltrazioni in una regione come l’Umbria particolarmente esposta agli appetiti dei clan. Il lavoro preventivo della magistratura è prioritario per escludere le consorterie criminali intenzionate a mettere le mani sugli appalti di Stato. Il malaffare rappresenta l’altra faccia dell’Italia unita nel dolore e nella solidarietà verso quelle popolazioni in lacrime alle quali siamo, tutti, debitori di una lezione di civiltà».

Edifici inagibili Mentre gli esperti chiedono che le istituzioni si occupino in primis della prevenzione, arriva dal consigliere del Movimento 5 Stelle Andrea Liberati un’interrogazione alla Giunta regionale per capire quanti e quali edifici, in tutta l’Umbria, non solo nei comuni più colpiti come Norcia, Castelluccio, Preci, Monteleone, risultino tutt’ora inagibili. «Quante scuole, ospedali ed edifici pubblicii siano stati sottoposti esclusivamente a migliorie dopo il 1998 e quali garanzie possano davvero offrire tali riqualificazioni» si chiede Liberati, dal momento che, anche quegli edifici ristrutturati dopo il 1979 secondo principi antisismici, poi, in realtà, sono venute giù.

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