La prima denuncia – per resistenza a pubblico ufficiale e percosse – risale al 2004 per un fatto avvenuto nelle Marche: all’epoca Amine ‘Aziz’ Aassoul non aveva neanche 18 anni. E già prometteva ‘bene’. È partita da lì la lunga scia di reati commessi soprattutto nel Fermano, ma anche a Terni. Fino alla tragedia di giovedì sera.
TERNI SCENDE IN STRADA PER DAVID: FOTO – VIDEO
Il ‘curriculum’ Le denunce collezionate in Italia dall’assassino di David Raggi superano la dozzina. Fra il 2005 e il 2006 il giovane viene beccato a compiere furti fra Osimo e Recanati, ma anche a Fermo (due volte) e Porto San Giorgio, dove rapina e picchia il parroco della chiesa di San Giorgio. Nonostante l’arresto, Amine Aassoul continua a imperversare nel fermano – con altre denunce per rapina, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e per il mancato rispetto del foglio di via – fino a quando il questore di Ascoli Piceno non lo espelle dall’Italia.
Evasione a Terni Prima dell’espatrio, ‘Aziz’ ha però modo di farsi ‘apprezzare’ anche a Terni: ristretto agli arresti domiciliari nella casa materna in zona di Città Verde, nel 2007 l’omicida di David Raggi viene beccato almeno due volte fuori dall’abitazione e denunciato per evasione. A mettere fine all’escalation è l’espulsione coattiva applicata dalla polizia ascolana.
Rapporti difficili Proprio il rapporto con la madre, che da tempo ha ottenuto la cittadinanza italiana in ragione della sua permanenza nel Paese – e non a causa di un matrimonio -, ha vissuto in quegli anni momenti di forte tensione, con la donna che più di una volta lo avrebbe allontanato da sé e dall’appartamento proprio a causa delle scorribande e di un’indole totalmente ingestibile.
Il ritorno In Italia Amine Aassoul (che lunedì verrà sentito dal gip Maurizio Santoloci) c’è rientrato a maggio del 2014, sbarcato a Lampedusa fra migliaia di profughi. Ha chiesto asilo politico e gli è stato rigettato. Poi ha fatto ricorso nei termini e, in attesa della risposta da parte del tribunale di Caltanissetta, ha raggiunto Terni e la casa materna.
Altri episodi a Terni Comunque, una volta tornato in Italia, è bastato poco per capire che in sette anni ‘Aziz’ non era cambiato di una virgola, anzi: nei mesi scorsi il giovane, ubriaco e forse anche drogato, avrebbe dato in escandescenze all’interno di un bar fra Terni e la frazione di Cesi, non lontano dalla casa materna. In almeno due occasioni sarebbe stato cacciato dal locale dove era entrato in condizioni simili a quelle della tragica notte di piazza dell’Olmo, quando ha sgozzato David Raggi con un pezzo di vetro. Nessuno, in quegli episodi, avrebbe però chiamato le forze dell’ordine.
«No strumentalizzazioni» I familiari dello sfortunato ragazzo continuano intanto a chiedere giustizia, rifiutando ogni possibile strumentalizzazione della vicenda. Intervistato da La Repubblica, il fratello di David – Diego Raggi – ha detto parole chiare in questo senso: «David era una persona buona con tutti. Non accetterebbe che la sua morte servisse a far partire una campagna di odio contro gli stranieri».
Solidarietà Diego ha anche riferito che sabato mattina la sua famiglia è stata visitata da una delegazione di cittadini marocchini residenti a Terni: «Sono stati gentilissimi, ci hanno fatto le condoglianze e si sono scusati. Erano molto dispiaciuti, si vergognavano. Non voglio che ora si crocifiggano i marocchini, non sarebbe giusto. Perché allora noi dovremmo crocifiggere anche gli italiani che uccidono le mogli. In casa nostra il razzismo non è mai entrato e non entrerà mai».
Tifosi vicini Intanto alle manifestazioni solidarietà giunte dal mondo dello sport e del tifo organizzato, si aggiunge anche quella proveniente da Bergamo dove durante la partita fra Atalanta e Udinese i tifosi orobici hanno esposto uno striscione in curva: «Uniti nel dolore di Terni».